Anti Digital Divide: "la campagna Alice 20Mega è ingannevole"
La combattiva associazione italiana Antidigitaldivide.org, che da diversi anni si spende nella lotta ai soprusi ed alle illegittimità compiute anche dai grandi operatori telefonici in tema di accessibilità alla rete, ha inviato all'Authority per le telecomunicazioni un esposto contro Telecom.
Oggetto: la campagna pubblicitaria "Alice 20 MEga. Inizia una nuova era" sarebbe lesiva della dignità degli utenti a banda 56k, costretti a non poter accedere all'ADSL perchè residenti in zone non coperte del servizio.
Inoltre vi sarebbero ulteriori aspetti di violazione del codice di autodisciplina pubblicitaria nel lancio della nuova offerta Alice-Telecom Italia, come dettagliatamente rappresentati dall'associazione nei propri comunicati stampa.
Questo il testo del primo comunicato stampa in cui veniva annunciato l'esposto, datato, 3.5.2006.
"Anti Digital Divide ha scritto All'IAP (Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria) per chiedere il blocco della campagna pubblicitaria “Alice 20MEGA. Inizia una nuova era” riferita all'ultima offerta adsl di Telecom Italia, basata sulla rete full ip dell'incumbent. ADD ritiene tale pubblicità lesiva della dignità degli utenti internet a banda stretta (56k), impossibilitati ad usufruire della larga banda non per loro scelta ma perchè residenti in zone non raggiunte da tale servizio, espletato in primis in Italia proprio dall'Azienda concessionaria del Servizio Universale e committente della campagna pubblicitaria stessa. In particolare, la campagna tende a porre in evidenza l'enorme divario tra una connessione analogica 56kb/s ed una connessione da 20 Mb/s, paragonandola al balzo evolutivo compiuto dall'uomo dalla preistoria ad oggi. Questo parametro pone intrinsecamente chi utilizza una connessione analogica, ad un livello infinitamente inferiore rispetto alle fortunate realtà che accederanno al nuovo servizio. L'esaltazione di questa differenza non deve e non può essere vista come novità propositiva e positiva, ma come propaganda inopportuna che crea discriminazione e disagio. Tale differenza, a nostro avviso, dovrebbe essere da stimolo per migliorare la condizione di divario digitale, non per crearne di nuovi."
A stretto giro è seguito il secondo comunicato datato 7.5.2006
"Anti Digital Divide ha scritto all'autorità per le garanzie nelle comunicazioni, per chiedere di introdurre al più presto l'offerta bitstream e che Alice 20mb si basi su questa offerta, in modo da produrre una diminuzione delle tariffe adsl, portandole a livello degli altri stati europei. Inoltre ADD non condivide il canone supplementare sul cavo solo dati e il metodo con cui viene calcolato, cioè non utilizzando il metodo cost plus (orientato al costo effettivo) ma il retail minus che avvantaggia Telecom Italia e danneggia consumatori e operatori alternativi.
La posizione di Anti Digital Divide è quella di ritardare l'approvazione dell'offerta Alice 20Mbps fin quando Telecom Italia non commercializzi l'offerta bitstream (che si era impegnata a presentare entro la fine del 2004). Il calcolo del prezzo all'ingrosso di Alice 20Mbps dovrà basarsi sul metodo cost plus e non retail minus. Si dovrà chiarire, nel modo più trasparente possibile, che prestazioni ci si dovrà attendere da questa nuova offerta, se la velocità di 20 Mbps sarà raggiunta per tutte le operazione che si fanno in rete o solo nel caso di fruizione di contenuti Video e/o acquisto di contenuti pay per view, violando così il principio di neutralità della rete. Dovrà essere spiegato per quale motivo si è deciso di adottare una velocità di upload di soli 384kbit/s, che potrebbe compromettere le prestazioni complessive del servizio, e per quale motivo non si è aumentata la banda minima garantita (MCR), rimasta ad una velocità di 20-40kbit/s, scandalosamente bassa rispetto alla velocità nominale di 20Mbps, rischiando il ripetersi dei problemi avuti con le Adsl a 4 Mbps ( in molti casi più lente delle adsl ad 1 Mbps ), problematica presa in esame anche nel documento sul "QoS dei servizi di accesso ad internet" già discusso da questa autorità, discussione a cui Anti Digital Divide ha indirettamente partecipato grazie al CNU, che ha riportato le posizioni di ADD.
Per Alice 20 mega ma anche per le altre offerte, nella descrizione ed in tutte le campagne informative/pubblicitarie, dovrà essere indicata la velocità minima garantita e l’eventuale presenza di meccanismi che limitino le caratteristiche dell’offerta, come ad esempio i filtri P2P. Questo ora non avviene, come dimostra proprio la campagna pubblicitaria di Alice 20Mega, per cui ADD ha chiesto l'intervento dell'IAP, al fine di bloccare questa pubblicità che oltre ad essere ingannevole è anche offensiva per gli utenti digital divisi, che non possono usufruire del servizio adsl non per loro scelta, ma per colpe imputabili nella maggior parte dei casi a Telecom Italia.
Se non vi sono garanzie minime, si rischia che l'utente paghi di più per ottenere un servizio qualitativamente peggiore, tutto questo non è assolutamente accettabile, considerando che le norme a difesa dei consumatori pongono in primo piano la tutela degli utenti, la loro libertà di scelta tra i servizi ed il rispetto dei principi di obiettività, trasparenza e non discriminazione."
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