Estratto: Cos'è il BER
Estratto dal Manuale della tv digitale terrestre
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. Cos’è il BER
Abituiamoci a prendere in seria considerazione tutti i parametri principali del segnale digitale. Abbiamo già visto, infatti, che a differenza del segnale analogico non esiste solo il livello o il campo come riferimento primario nel puntamento dell’antenna. Abbiamo bisogno di altri dati da valutare. Dopo avere esaminato il livello, diamo subito una occhiata al BER. Per capire cosa è il Bit Error Ratio, analizziamo la figura di una costellazione 64QAM come la si può vedere su uno strumento di misura. Se vediamo 64 puntini molto nitidi, vuol dire che il segnale è buono. Se, per contro, vediamo un’immagine come sgranata, in cui i puntini non sono chiaramente individuabili, vuol dire che il segnale è ricevuto con molto rumore. Ecco, ora inizia il bello! Nel senso che dobbiamo orientare (o spostare sul tetto o sul palo) l’antenna in modo da ridurre quel rumore e vedere i puntini in modo nitido, senza aloni. Gli strumenti di misura più economici purtroppo non dispongono dell’analisi della costellazione, ma quasi sempre forniscono il BER, la sintesi - in numeri - dei 64 punti che vediamo nella costellazione e che rappresenta la qualità del segnale. Il BER indica il tasso di bit errati su quelli corretti presenti nel segnale. Ad esempio, un BER a 2x10-2 significa che vi sono 2 errori su 100 bit trasmessi: tanti, troppi perché il correttore degli errori riesca a garantire una buona ricezione. Invece, un BER a 2x10-4 significa 2 errori su 10.000 bit trasmessi: va già meglio. In pratica, più il BER è piccolo (l’esponente negativo vuol dire che il tasso di errore diviene minore all’aumentare dell’esponente), più il segnale è buono.
Attenzione, perché di BER se ne possono trovare diversi sugli strumenti. Questo dipende dal fatto che gli errori vengono corretti nel decoder, due volte: la prima dal correttore di Viterbi, la seconda da quello Reed Salomon. Come funzionano i correttori degli errori? Sono basati sulla presenza, nel segnale trasmesso, di bit ridondanti, che permettono di sopperire alla perdita di informazioni durante il tragitto delle onde. Questa ridondanza è espressa dal FEC (Forward Error Code).
Dunque, il primo BER da misurare è chiamato Channel BER (CBer) o bBer (before, cioè prima del correttore di Viterbi) o ancora preBer. In questa misura si può consentire anche un tasso di errore relativamente alto, ad esempio 2x10-3. La seconda misura è quella del Viterbi BER (Vber) o aBer (after, cioè dopo il correttore di Viterbi) o ancora postBer, e qui il dato deve essere necessariamente migliore, visto l’effetto di correzione, ad esempio 2x10-4 o 2x10-6. Attenzione, perché può capitare che il dato relativo al Vber non sia poi così buono come ci si attenderebbe, in rapporto al Cber, e questo deve insospettire. Possono essere presenti, infatti, disturbi di tipo elettromagnetico, scariche o riflessioni accentuate i cui effetti il correttore di Viterbi non riesce a neutralizzare. Compito del secondo correttore degli errori, Salomon Reed, è di portare il tasso al livello cosiddetto Quasi Error Free (QEF), corrispondente a 2x10-11 o inferiore. Questo valore consente una visione mai interrotta della trasmissione televisiva, salvo casi sporadici di interruzione o squadrettamento delle immagini per pochi secondi dovuti a disturbi transitori, sempre possibili e non pronosticabili.
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