Innanzitutto sincere congrtatulazioni ad alex86 per i 15000 post... Bel traguardo!
Riguardo il P2P, potrei sostanzialmente essere d'accordo sul potenziale danno che potrebbe derivare in modo più o meno diretto agli artisti (anche se sono convinto che in primis il danno sia paventato dalle majors).
Tuttavia queste majors potrebbero finalmente rendersi conto che ad oggi, almeno tra coloro che possono vantare un minimo di competenza sul campo, stanno diventando sempre più impopolari (e da ben prima della diffusione del P2P ai livelli degli ultimissimi anni), ostinandosi nel proporre aria sempre più fritta, musica sempre più clonata, con "artisti" a contenuto/qualtià zero ed investendo cifre da capogiro esclusivamente in immagine e gossip solo perché a livello di marketing pare che la cosa funzioni...
Salvo rare eccezioni, propongono modelli assolutamente fuori dalla realtà, cantanti sempre più fuori di testa e sempre più uguali tra loro (il grande Samuele Bersani una volta si interrogò sul fenomeno sempre più diffuso di band composte da artisti neri vestiti di bianco oppure artisti bianchi vestiti di nero...

), modelli con i quali ci martellano fino all'inverosimile e che i più goivani inevitabilmente prendono a modello... Con le conseguenze che ben conosciamo (e con costi dei CD veramente esagerati e MAI diminuiti).
Senza contare il fatto che questi "artisti" nel 90% dei casi sono delle favolose nullità che, dopo un clamoroso effetto meteora, cadono inveitabilmente nell'oblio.
Pongo la mia esperienza di Deejay SERIO, che spende annualmente cifre anche pesanti per mantenere aggiornati i propri contenuti.
Secondo voi, a parte i costi per acquistare musica tendenzialmente sempre più priva di idee ed uguale a sé stessa (non si contano più, tra l'altro, le cover o le citazioni dagli anni '80), pensate sia oltretutto semplice, almeno in Italia, reperire per l'acquisto le hit di cui sopra in versioni remix o semplicemente estese, adatte ai passaggi nei Club?
Vi assicuro di no.
Al limite l'unica è sbattersi in giro per acquistare il tutto su vinile, con tutti i disagi pratici che ciò comporta, non ultimi i locali che tendenzialmente mettono a disposizione solo gli specifici lettori CD e l'obbligo di farsi un mazzo cubico per riversare il tutto su supporto CD.
E non è detto che poi, sempre in Italia, sia effettivamente possibile trovare il necessario (le versioni mix di cui sopra) per l'acquisto. In diversi casi, neppure su
www.juno.co.uk (sconfinato negozio on-line di musica dance) è stato posibile acquistare dei pezzi, per questioni legate a copyright che non ne consentivano la diffusione in Italia!!! ...In pratica se tentavo l'acquisto on-line arrivava puntuale l'avviso che dall'Italia l'operazione era impossibile.
Ma poi parliamo anche del danno che le majors hanno causato a chi fa il DJ e non si chiama Albertino o Fargetta o Joe T Vannelli (solo i nomi più "grossi" riescono ad accedere in tempo ad anteprime internazionali), tanto per fare esempi.
Le case discografiche, esauriti periodi di anteprima per i passaggi in Radio (periodi che ultimamente durano anche uno o due mesi!), quando di questi pezzi in "anteprima" iniziano a stancare, finalmente si rendono disponibili per la vendita... Però in sola versione Radio Cut/Radio Edit/Radio Mix. Ovvero di remix o di extended, lì per lì manco a parlarne.
Solo quando delle hit non se ne può davvero più, quando ormai ogni volta che le riascolti ti viene l'orticaria, solo allora arriva incredibilmente l'ormai inutile CD Singolo d'importazione che contiene tutte le versioni possibili ed immaginabili (perché altrove escono, eccome se escono!), persino suonate a rovescio se si vuole!
E poi si dichiara GUERRA AL P2P, quando, almeno nel caso in esame, è spesso l'unica alternativa per cercare di proporre serate un po' più esclusive! E lo dice uno che per la musica spende capitali!
In queste condizioni, con le sole versioni Radio disponibili, persino uno bendato e con mani e braccia ingessate potrebbe fare il DJ... Basta proporre i pezzi in successione, uno via l'altro, senza alcuna necessità di cimentarsi in missaggi veri, dai quali si evincono le reali capacità del DJ.
Ovviamente il pubblico, abituato a tutta la succitata spazzatura musicale in sola versione Radio, è stato completamente privato della capacità di riconoscere la professionalità dei DJ (oltre che dei cantanti, come già detto).
Il risultato? E' semplice: oggi come oggi il DJ lo può fare chiunque.
O meglio, chiunque può "farsi passare" da DJ.
E, sempre grazie alle majors, chi possiede un club (solitamente imprenditori che di musicae di clubbing non capiscono una mazza) pensate faccia lavorare un DJ professionista oppure preferisca un "diggei" che si è scoperto tale con le versioni radio e che, completamente digiuno del vero significato dello svolgere questa attività, è disposto a lavorare a 40-50 Euro a serata?
Porto un ultimo esempio, tanto per chiarire ancor meglio il mio punto di vista.
Nel 2002 uscì il singolo "American Life" di Madonna (che tra l'altro nemmeno mi faceva impazzire, ma che non si poteva non avere, specie nelle versioni adatte ai Club).
Sapendolo disponibile su CD singolo, andai ad acquistarlo, ma vidi che ne esistevano due esemplari, uno con copertina rossa ed uno blu.
Tentai di capire la differenza tra i due prodotti, ma delle tracce contenute NON C'ERA TRACCIA (scusate il gioco di parole) sulla copertina.
Ovviamente alle mie richieste di spiegazioni il negoziante non capiva neppure di cosa parlassi.
E, altrettanto ovviamente, di aprire le confezioni (sigillatissime) non se ne parlava proprio.
Risultato? Dovetti acquistare entrambi i CD Singoli.
Da allora sono sempre più convinto del motto "Lunga vita al P2P".
PS: scusate la lunghezza e lo sfogo!