In Rilievo Cosa avete visto? Consigli e Opinioni sui film di Sky

Il sale della terra (2014)
di Wim Wenders di cui negli anni '80 ero un fan, poi l'avevo un po' perso di vista, sapevo che si era appassionato alla fotografia, altro mio hobby. Il film racconta il fotografo, l'uomo e la sua famiglia, la sua terra, terra che è sempre presente negli scatti di Salgado. Ancora una volta la fotografia dimostra tutto il suo potere narrativo e Salgado ne è stato un interprete sopraffino.
Voto 8
 
ti quoto ma aggiungo che la storia filava via liscia, non direi in maniera scontata ma naturale
ottima la fotografia, paesaggi che non conoscevo e che ho potuto apprezzare
Voto 7 e 1/2

Sono stato in Mongolia , e ti assicuro che i paesaggi anche dal vivo sono così.....non ho visto lupi però !! :D
 
Joy

Il punto di forza del "cinema" di David O. Russell è sicuramente la sua capacità innata di raccontare storie, la maestria del far vivere o rivivere alcuni personaggi irreali o reali che siano sullo schermo in maniera semplice ma anche ricercata. In questo caso si ispira all'inventrice, ormai milionaria, Joy Mangano, uno dei casi più recentemente importanti di donna che dal nulla ha creato un suo business, solo con la forza delle proprie idee.

Joy (la sempre azzeccata Jennifer Lawrence) è una ragazza, forse sui 25 o giù di lì, con due figli che viene da un divorzio con il cantante Tony (Edgar Ramirez), uomo pigro e senza un lavoro vero che vive nel suo scantinato. A questo si aggiungono due genitori divorziati che si odiano: uno la madre, che vive sempre lì nel suo piccolo mondo lobotomizzata dalla mattina alla sera dalle soap opera,, e l'altro (Robert De Niro) completamente disinteressato, burbero e non proprio il miglior padre che si possa desiderare, appena tornato da una delle sue avventure da vecchio scapolo, che si ritroverà a dividere il sottoscala con il tanto odiato suo ex marito. Tutta la sua complicata ascesa viene raccontata dall'unico punto di riferimento che ha avuto fin da piccola la nostra Joy, sua nonna, che con voce narrante fin dall'inizio (estremamente fastidiosa) ci porta a percorrere i passi che l'hanno portata ad essere la donna di successo che ora è.

Storia di una donna temeraria, coraggiosa, con le sue debolezze, ma che con la sola forza delle sue idee è riuscita a imporsi e a rendere realtà un sogno che fin da piccola teneva nel cassetto, un sogno per niente appoggiato nè da quell'idiota di sua madre, ne dal burbero padre, ne dall'invidiosa e quasi ostile sorellastra più grande. Creativa, ingegnosa fin dalla tenera età, Joy sbancherà, come tutti sanno, grazie all'invenzione del cosiddetto Miracle Pop, il mocio che si strizza da solo, oggetto tanto semplice quanto geniale, e inventando anche un nuovo modo di rapportarsi con i clienti nelle vendite televisive, che l'hanno portata a reliazzare molti più progetti di quanti pensasse all'inizio.

Ne abbiamo già viste a iosa di queste storie di realizzazione di vita uniche e da prendere d'esempio, infatti quello che mi interessava di più era come il tutto venisse raccontanto da il buon Russell, che ha sempre mostrato, che piaccia o no, un suo certo stile nel raccontarle che lo contraddistingue. Personaggi e vicende con quel giusto mix di black humour e amarezza, famiglie allargate e complicate dalla parlantina facile, dai dialoghi interessanti. I suoi protagonisti si riconoscono oramai, che siano i più sofisticati e d'altri tempi di American Hustle o i più semplici e moderni di Silver Linings Playbook, sembrano sempre gli stessi, che riescono a prendere quasi vita per la loro caratterizzazione, anche essendo molto (ma molto) cinematografici nei modi e nelle situazioni. E' un cinema interessante che pero' il vecchio Russell non è riuscito a esprimere a pieno in questo suo ultimo film per vari motivi.

Per quanto il suo gusto dell'inquadratura e della scelta musicale sia apprezzabile, il tutto qui stona un po' ed è difficile trovare un senso logico alle scelte di "stile" di alcune scene. Per quanto le bellissime scene sotto la neve, con pezzi magnifici in sottofondo, siano sia tecnicamente che quasi emotivamente di gran fattura, come detto stonano un po' con tutta la parte centrale del film. Le inqadrature nevose di inizio film e sorpattutto l'ultima parte della pellicola, bella, ****uta, con una Joy ancor più convinta di se, che sfoggia la sua determinazione e risolutezza camminando con occhiali da sole, dopo la sua decisiva battaglia verbale quasi in stile western, per quanto siano emozionanti e ben girate, sembrano esser messe li a caso un po' per impressionare, Russell è corso ai ripari credendo che mancasse nell'opera un po' quel suo tocco, volendo diventare protagonista per forza di un'opera che gia aveva il suo protagonista bello e ben caratterizzato. Inoltre non mi è piaciuta proprio l'ultimissima scena, dove, in queste biografie, si cade sempre nella lode massima e nell'idolatrazione del personaggio principale, mostrandoci una Joy ormai è una santa, che accoglie qualsiasi inventrice gli si presenti, ricordandosi della sua stessa situazione in passato.

Un'opera godibile, con evidenti personaggi alla Russell, con alcune pecche importanti e altri guizzi interessanti. Purtroppo non riesce ad uscire dal "discreto", come mi sarebbe piaciuto facesse. Ottima scelta della colonna sonora.

Voto: 7-
 
Il racconto dei racconti

L'Italia puo' produrre un fantasy? Vabbè vediamo dai... ma... dovè il fantasy? dove sono i lunghi discorsi ed intrighi politici? e soprattutto dove sono i diecimila draghi sputafuoco, gli orchi, le fate volanti, gli effettoni in cgi, i combattimenti tra orde, insomma dovè il trono di spade, il signore degli anelli o lo hobbit??? Probabilmente è quello che si saranno chiesti la maggior parte degli spettatori, non capendo invece di trovarci davanti ad una pellicola fantasy assolutamente strepitosa per la sua realizzazione, e uno dei migliori fantasy che io abbia mai visto.

Il grandissimo Garrone, che dio ce lo conservi in questo mare di falsi registi italiani, sceglie tre episodi, anzi quasi dei miti greci per la loro allegoria di fondo o quasi storielle boccacciane, da Lo cunto de li cunti di Basile, per addentrarsi nel cinema propriamente fantasy, girando il tutto proprio qui nel nostro paese, che penso sia una delle migliori location per girare storie di re, regine, principi, principesse, orchi, draghi marini ma nessuno ci aveva mai ancora minimamente pensato, almeno qui in italia.

Bistrattato un po' da tutto il pubblico, che si aspettava Peter Jackson probabilmente e la sua cgi e battaglie a non finire, Tale of Tales è invece un film BELLISSIMO, e rappresenta uno dei casi più manifesti in cui il cinema e l'immagine in movimento vanno ad incontrare l'arte pura. Garrone sceglie di raccontare questi tre episodi insieme non di dividere il film in tre pari come a volta accade, ed è una scelta che funziona e riesce con questo montaggio a tenere alto l'interesse per ognuno dei tre racconti, facendoli combaciare proprio nell'ultima scena in maniera perfetta. Il finale magari è più allegorico che conclusivo, ma dobbiamo renderci conto di trovarci di fronte ad una trasposizione di un libro del 1600, e le vicende sono estremamente allegoriche e radicate in quel periodo, ma il regista riesce comunque a farcele rendere credibili sullo schermo. Troviamo quindi una regina desiderosa di avere un bambino, disposta a sacrificare tutto per averlo, costretta a mangiare un cuore di drago per poter rimanere gravida, ma non andrà tutto per il meglio in futuro; un sovrano che è più impegnato ad allevare un pulce piuttosto che preoccuparsi della felicità di sua figlia e del suo futuro sposo; due bruttissime vecchiette che devono far credere ad un re donnaiolo e desideroso di essere giovani e belle.

Il film dal punto di vista tecnico colpisce in ogni suo particolare. Qui Garrone gira veramente da dio, ogni scena, ogni piano sequenza, inquadratura... insomma si vede che è un regista italiano che finalmente ha quel gusto registico e dell'inquadratura che si è un po' perso nel nostro cinema. Ogni scena è studiata nei minimi particolari ed è una bellezza seguire il cammino dei personaggi in questi lunghi piani sequenza. Moltissime sono le scene da ricordare e che si innalzano ad essere arte pura: la regina che mangia il cuore in una stanza completamente bianca, un piano sequenza del clown iniziale che cammina nel quartiere, ogni sequenza all'interno delle meravigliose scenografie dei castelli o del labirinto, la scena sott'acqua col mostro marino dove molti chissa che azione si aspettavano, invece Garrone la mette in saccoccia a tutti e gira una scena magnifica, lenta con movimenti compassati al punto giusto. Fotografia delle migliori dell'anno, scenografie fantastiche, gusto infinito, questa pellicola per quanto possa avere dei difetti, è sbagliato giudicarla solo magari per una sceneggiatura che a qualcuno potrebbe risultare incompleta o di poca sostanza, qui Garrone ha voluto girare qualcosa di estremamente suo, mettendosi alla prova con un fantasy dai toni sommessi e giocando benissimo con i tempi e con la sua macchina da presa girando una pellicola che dal fantasy si sposta perfettamente anche al grottesco e all'horror.

Voto: 8.5
 
Ero molto scettico ma mi stai convincendo, spero di averlo ancora in HD in Scelti per te.
O se arrivasse in tempi brevi in Super HD.
 
Hotel Transylvania 2

Accingendomi alla visione di questo Hotel Transylvania 2 di Genndy Tartakovsky, quasi un idolo della mia gioventù per le sue serie animate, non avevo grosse aspettative, solo che potesse riuscire a strapparmi qualche risata. Il primo film ci era riuscito in parte, e per quanto infantile e prevedibile, era interessante in alcuni temi e in alcuni aspetti cartooneschi che il regista aveva riportato sullo schermo. Mbè questo è il classico caso di "sequel fatto solo per il successo del precedente senza un minimo di nuove idee praticamente identico nella trama, nei temi, nelle gag, dove c'è la banale aggiunta di un nuovo figlio e di un vecchio padre". Insomma un film inutile, banale, triste, patetico, deludente.

E' divertente ed interessante poter riapprezzare lo stile del primo Hotel Transylvania dove Tartakovsky era riuscito a portare sullo schermo quello stile cartoonesco alla Superchicche, Dexter e vari altri cartoni di Cartoon Network, quindi uno stile molto irrealistico, veloce, scattante, con battute molto stupide ma funzionali e anche divertenti, insomma era un cartone animato per la tv adattato a film in cgi, e non era del tutto malvagio. Qui lo stile rimane, questo gli va dato atto, il problema è che il film non prende per niente, la trama è particamente sempre la stessa, solito rapporto mostro-umano che c'ha rotto le pa**e gia dal primo capitolo e in molti altri film, qui riaffrontato in modo ancora più melenso e banale. Due risatine me l'ha strappate si, ma troppo poco per un film di 80 minuti, dove la maggior parte delle gag, delle battute, sono state gia viste, straviste e strastraviste. Non diverte per niente e ce ne accorgiamo gia dai primi 10 minuti di cosa abbiamo di fronte, e la noia sopraggiunge presto. Troppo infantile per qualsiasi umano dai 14 anni in su. Purtroppo la Sony ha fallito allo stesso modo della saga di Piovono Polpette, avrebbe dovuto imparare dai suoi errori: se mi fai un primo capitolo ottimo o buono, dedicato a gente di tutte le età, non puoi farmi un seguito completamente infantile e che andrebbe bene solo trasmesso in un asilo nido.

E poi da sottolineare una cosa importante che sinceramente non riesco più a sopportare: cioè la classica scena finale dove vediamo i protagonisti ballare a suon di musica, con i vari personaggi che abbiamo visto nel film che scorrono davanti a noi ballando uno per uno. Ora, sta scena patetica sul finale non è un problema di questo film, è da decenni che le mettono sia in film d'animazione che non, ed è il classico momento in cui tutti in sala si guardano imbarazzati e non vedono l'ora che finisca quelle patetiche immagini per andassene a casa. Quindi dico Basta!, Basta a ste scene alla Bollywood finali c'avete rotto le scatole!!!.

Voto: 4.5
 
Il racconto dei racconti secondo me all'inizio è un po' ambiguo faticavo a capire di che genere fosse, ma poi la storia ingrana e si nota che è molto curato e raffinato in ogni aspetto. All'inizio mi ha ricordato un po' il film C'era una volta e pensavo ai soliti film italiani per gli italiani ma in realtà si avvicina più ai vari Signori degli anelli ma mantenendo un suo carattere forte e originale che lo diversifica da una copia di un qualcos'altro. Le tre storie in un senso sono intrecciate e non c'è una storia che inizia e finisce ma magari si passa dalla prima alla seconda, alla terza, poi di nuovo alla seconda, alla prima, ecc... e ciò richiede un po' di attenzione ma non eccessiva come Il Signore degli anelli che guai a perderti un minuto e non ne capisci più nulla. Solo un po' la parte dell'orco e della creatura nel bosco che attacca i fratelli mi ha proprio ricordato il Signore... per chi l'ha visto, mi conferma che la creatura in realtà è proprio lei? Infine c'è un'altra creatura originale bizzarra e a tratti mi ha ricordato anche i "Miyazaki". Insomma, mi è piaciuto, se con questa cura e senza ridicolizzarle venissero riproposte le leggende, opere teatrali, folkloristiche, ecc... delle mie terre, ce ne sarebbe di carne al fuoco.
 
Samba
Mi tocca ripetermi:meno male che certi film li realizzano in Francia. E, al di là della sapienza narrativa, i francesi sentono molto "il problema". Di tal che in due registi hanno realizzato un film asciutto, diretto, senza fronzoli e melassa. Non c'è commozione, non c'è pietismo. Non ci sono cattivi, né ottusi, né razzisti in questo film. La narrazione è oggettiva, e rende chiaro, senza il filtro del "poverino, mi dispiace", in cosa possa consistere la vita di un clandestino. Qui la lotta, la contrapposizione, non è tra razze. Il tema è il conflitto antico, di difficile composizione giuridica, sociale, pratica, tra stato di diritto e sovranità nazionale da un lato, e diritto naturale alla vita, al nome, al suolo dall'altro. Non entro nel merito della questione, non è di ciò che voglio parlare. Ma ribadisco che il film è notevole, molto ben fatto. Ottime le musiche di Einaudi. Simpatici gli spunti comici (due fra tutti, la scena dei lavavetri e quella della fuga sui tetti, oltre alla battuta sulla foto del cinese). Non perdetelo.
Voto:7,5
 
Venerdi sera guardate il film '71 ;)
Reale e inquietante la storia principale, la tecnica di ripresa utilizzata che di solito non mi piace è molto azzeccata ed efficace in questa situazione. E’ anche un film di denuncia sul marcio dei doppi giochi e tensioni tra chi dovrebbe stare dalla stessa parte.
 
1981 - Indagine a New York ve lo consiglio, la storia è di un imprenditore che vuole farsi strada nel mondo della distribuzione dei carburanti, gangster atipico con ottima recitazione e convincenti le riprese e i colori che ricreano le ambientazioni di una New York più umile e di periferia, di ormai 35 anni fa.
 
Buoni a nulla
Ma allora esiste il buon cinema italiano? Allora, tra Sorrentino, Virzì, Tornatore e Garrone da una parte, e i decotti della Filmauro e di certa (sottolineo certa) Medusa dall'altra esiste una terra di mezzo che non si chiami per forza Edoardo Leo o Sydney Sibilia? Ma sì. Ho scoperto Gianni Di Gregorio. Non lo conoscevo. Un signore, nel recitare e nel dirigere. Un garbato galantuomo che mi ha ricordato, con l'educata ironia di questo film, molte commedie in bianco e nero degli anni 50 e 60. Il film mi ha divertito, e (scusate la retorica da spettatore ingenuo) mi ha fatto riflettere. Non fate arrabbiare i buoni, altrimenti...
Sicuramente vedrò Gianni e le donne su Infinity, sperando di poter recuperare in qualche modo Pranzo di ferragosto.
Ma quanto mi piace il Cinema
Voto:8
 
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Il Braccio violento della legge
5 Oscar e 3 nomination nel lontano 1971. In effetti per i polizieschi dell' epoca è un film dirompente e innovativo , dove soprattutto viene messo in evidenza il fatto che la polizia si avvale di personaggi non meno squallidi e debosciati dei delinquenti stessi , usando metodi poco ortodossi e violenti per interrogatori e arresti spesso arbitrari. L' indifferenza con la quale , ormai in pieno delirio di onnipotenza , uno dei protagonisti reagisce all' uccisione di un collega alla fine del film completa la critica sociale in questo senso. Buono l'intreccio della storia e bravi i due attori principali , che hanno poi proseguito la carriera con altre pellicole di successo. Il film ha i ritmi , i dialoghi e gli effetti speciali del cinema americano di 45 anni fa , per cui vederlo oggi può sembrare niente di che , un film normalissimo.
Il regista(William Friedkin) si riconsacrò due anni più tardi con il mega-blockbuster "L'Esorcista" , diventando un top director all'epoca , ma poi i suoi successi finirono lì.
Voto: 8
 
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Vero, Pranzo di Ferragosto ricordo che mi piacque... Lo vidi al primissimo passaggio su Sky Cinema.

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Vero, Pranzo di Ferragosto ricordo che mi piacque... Lo vidi al primissimo passaggio su Sky Cinema.

Sono passati anni da quando l'ho visto ma mi è rimasto impresso come s el'avessi visto ieri, sarà perchè girato a Roma, sarà perchè si rivive il giorno di Ferragosto per chi rimane in città, spesso desolata e molto calda.

Poi personaggi azzeccatissimi, le signore favolose :D
 
The Guest

Gli amanti del classico thriller potranno sicuramente apprezzare questo titolo, che quanto a ritmo, tensione, azione (anche molto forte) non si fa mancare nulla. Film scritto veramente molto bene, in modo semplice (per la maggior parte) ma con una trama solidissima anche se già molte volte sperimentata. Wingard prende quindi questa sceneggiatura e riesce nell'impresa, per cosi' dire, di elevarla e portarla sullo schermo con una regia ottima e intelligente. Rende inoltre onore ad uno dei più grandi del genere, visto che questa storia, soprattutto per il finale, si capisce che è un chiaro omaggio al più noto film del maestro Carpenter, o almeno è la sensazione che mi ha dato, ma insomma non voglio dire di più se no rovinerei la visione a qualcuno.

David è un militare che insinua nella famiglia del suo amico, morto tra le sue braccia tempo prima, entrando quasi subito nelle grazie sia dei genitori che del fratello più piccolo, e successivamente anche in quelle della più scettica sorella ventenne. Naturalmente il nostro David non è quello che sembra e non andrà tutto per il meglio, ma questo non è importante, che lo si intuisca già prima questo è ovvio e non lo nasconde nemmeno il regista grazie ad alcuni primi piani o espressioni del ragazzo. Il regista riesce quindi a farci entrare completamente dentro questa storia, ed è per questo che la tensione e l'interesse rimane alto sia nella prima fase che nella seconda anche più carica d'azione e di colpi di scena. E' una di quelle pellicole in cui ci muoviamo dentro il film insieme ai protagonisti, sapendo quello che sanno loro, con uno stile estremamente realistico e con personaggi credibili e caratterizzati benissimo.

La storia prosegue tra passaggi più prevedibili e colpi di scena più inattesi, ma sempre con dei punti di forza impossibili da non notare: la grandissima prova degli attori, su tutti i due principali, Dan Stevens e Maika Monroe; la regia sempre interessante di Wingard, che si muove insieme a noi con i protagonisti portandoci in location efficienti e funzionali alle scene che andrà a girare (come il labirinto sul finale) e utilizzando finalmente rallenty come si deve. Scelte giuste, colonna sonora adatta allo stile con cui vuole girare e scene sempre ben studiate.

Le varie soluzioni e la scelta del finale, che come prevedibile avrà portato molti ad un netto rifiuto di tutto il resto, dà secondo me più forza al racconto anche se si sposta su un genere completamente diverso. Già si cominciava ad intuire che piano piano stavamo spostandoci su qualcosa di diverso rispetto al classico thrillerino casalingo: la grande violenza, cattiveria, crudezza, ipotesi e soluzioni alquanto particolari ci portano ad un finale che mi ha fatto completamente rivalutare il film, ma in maniera ancora più positiva di quel che pensassi in quel momento, omaggiando (per quanto mi riguarda) il capolavoro di qualche decennio fa.

Voto: 8
 
Il venditore di medicine per me è un film di denuncia riuscito ma anche quasi un thriller/crimine a tutti gli effetti, cioè non un documentario per intenderci. Bravi attori, buona regia e tecnica di ripresa ravvicinata/telecamera in movimento. Forse avrei preferito il formato 2.35 : 1.
 
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