per quanto riguarda __ e U è perfetto quello che hai detto!
eredità sì: ti ricordi infatti di Stravinsky (1913) e della sua strabiliante "novità" nell'utilizzare...il modo dorico antichissimo
be' non è così automatico identificare metron con la battuta moderna.
traducendo direi _ = quarto
breve = ottavo, ma mica sempre il quarto equivaleva a due ottavi! questo è il difficile (difficoltà nel restituire il ritmo originario partendo dalla lunghezza (quantità) della sillaba: in età arcaica (Omero o chi per esso, lirica eolica -Saffo Alceo Anacreonte, Pindaro "in fase antica") sì, ma dopo no!
ma anche nell'antichità non è verissimo quanto detto e non è sempre applicabile:
occhio, i cola più arcaici in assoluto ammettono queste sostituzioni che complicano il tutto:
lunga = due brevi = breve!!!!!!!!!!!!!!????!!!!!!!!!!!!!
questa sillaba non è proprio ancipite (anceps) = o lunga o breve come diceva Paul maas (1923) ma ci possono essere DUE brevi al posto di UNA breve o al posto di una lunga!!!!!!
i metri (direi PREomerici) di chimano enoplio, prosodìaco, reiziano (dallo studioso Reiz) e, uniti con l'hemiepes (_uu_uu_) costituiscono quelli che Maas (da criminale qual era) chiamava dattilo-epitriti. Ma dal 1977 B. Gentili, in seguito ad un articolo rivoluzionario e strabiliante (e scientifico!!!), ha proposto di chiamarli kat'enoplion-epitriti.
Cercando di capire (e di dimostrare!!!) che questa "strana" sillaba (anceps interpositum...quella di Paul Maas sopra citato) non era l'ultima del colon precedente bensì la prima del colon seguente.
Grand'uomo!
tua domanda:>
La nostra misura (o battura) è da collegarsi al metron? al piede?
A nessuno dei due?<
Al metron, al piede, a nessuno.
il docmio di prima non era complicato ed io ho potuto rappresentarlo con 9/8 (aiutato dalla musica ORIGINALE, mi è andata di lusso, ma è un'eccezione).
Non puoi racchiudere quei ritmi in una battuta/battute magari uguali a se stesse come siamo abituati, perché se ti dico:
uuuuuuuu
uuuuuuuuuuuuuuuuu
che fai?
dove dividi?
dove trai l'ispirazione per suddividere?
e se dico
uuuuuuuuu uuuuuuuuu ??
può aiutare il CONTESTO (dimmi con chi vai e ti dirò chi sei) o le analisi stesse scritte in margine dagli antichi...ad es. abbiamo I commenti metrici ai Carmi di Pindaro.
Inno al sole, va bene, è ripetitivo. Se proprio vuoi battiin 4/4 dall'inizio alla fine e sei a posto

è vero!
ma quando la moda si impone (monodie per dimostrare la bravura del compositore ed interprete) e ci sono sequenze coriambico-cretico-giambiche-anapestiche...
non puoi imprigionarle nella misura o battuta.
ispirato dalla tua domanda ti stupirò forse dicendo che il piede non esiste! (quindi non può assurgere a battuta moderna) è un'invenzione (antica) "per spiegare", "per analizzare" per smembrare il verso in parti piccole più controllabili.
Un caso facile:
piede giambico u_ non esiste
esite la dipodia giambica ossia il metron giambico u-u-
quindi il classico trimetro giambico
u-u- u-u- u-u- (o anche u uuu- u- uuu u-u- ....impossibile esaurire tutte le combinazioni: Eschilo, arcaico fa u-u-, Euripide moderno ne combina di tutti i colori col trimetro, reandendolo addirittura lirico e non recitato).
posso scriverlo in 6/8
u|-u-u|-u- ... ma ho cominciato in levare. perché non in battere? potevo anche in battere...
=> attenzione:
non ritengo proficuo tradurre le sillabe in crome semicrome moderne e quasi quasi mi pento di aver tirato in ballo accenti, piedi perché con la scusa di aiutare possono creare grandi incomprensioni:
1) Ippo VEDE una lunga
2) quindi è istintivamente portato a piazzarci sopra un accento intensivo
3) Ippo SENTE l'accento ed è portato istintivamente a considerarlo in battere
anche se li trovi scritti, i piedi non esistevano, esistevano unità più grandi: i metra nel recitativo, i cola nella lirica corale (assaipiù complessa e variegata)...ma come Ippo individuerà i cola? come? hehe e tieni presente che nei papiri c'era la scriptio continua!!! non separavano neppure le parole
nonseparavanoneppureleparole!!!!!
per cui ci si è limitati alla metrica descrittiva (e fuorviante). solo recentemente qualcuno, snobbando giustamente Maas e dedicando 70 anni della propria esistenza (vorrò indagare sequesta persona è ancora viva, può essere...) allo studio dei ritmicologi antichi e all'analisi della colometria antica, sta proponendo una suddivisione (giusta) di quelli che ti potrebbero sembrare semplici versi:
poesia = versi e versi significa che "si va a capo", ecco pronta la poesia!
il problemone è stabilire (e convincere) QUANDO si debba andare a capo!!!
...ci sono vocabolari pregiatissimi e venerandi che dicono: questa parola ha la è lunga in TUTTA la letteratura greca, TUUUUTTA...eccetto nel verso x dell'opera y che è breve: a questi sotterfugi si arriva se non si analizza la strofe dal punto di vista colometrico.
es. del perché sono contrario a tradurre pedissequamente nella notazione moderna (e quindi sono contrario a fornirti una "regoletta" da applicare per la traslitterazione ritmica)
-u- (cretico) è un piede = metron (sì, anche se breve costituisce metro!):
vedi le lunghe e ci piazzi l'accento (vedasi i tre punti sopra), senti l'accento e (giustamente eh!) pensi al battere e magari allunghi l'ultima di un ottavo = mora = breve (e non sbaglieresti: avresti i tragediografi come predecessori eh), risultato:
6/8
ma se analizzi il cretico (come PIEDE e senza contesto...piede non esiste, esiste solo nei trattati) è pentasemo allora 5/8 e considera che non è mai isolato e ben individuabile il cretico, ecco te lo maschero:
uuuuuuuu- uuuuuuuu-
il
tòrotoròtoròtorotìx tòrotoròtoròlililìx
è la monodia dell'upupa di Aristofane (Uccelli)
gli accenti, ictus, piedi, nell'aiutarti a leggere (e basta!!) ti ingannano nell'interpretare come il pianoforte (se pensi alla tastiera) ti può tradire in caso dell'armonia: accordo settima dim dal do:
tu PREMI do mib solb la
è giustissimo premere quei tasti, faresti perfetto!!! ma allo stesso tempo è super sbagliatissimo!!! anche se premi il tasto la, in realtà quello bisogna chiamarlo si doppio bemolle perché do la = sesta, ma io ti avevo chiesto settima, quindi do-si anzi settima dim, quindi si doppio bem.
=> questo per dire che l'aiuto acustico (accenti,piedi, battere nella metrica) o visivo (tasto pigiato sul pianoforte nell'armonia) possono indurre in errori giganteschi.
Non volevo entrare nello specifico, la mia intenzione primaria (e non espressa, colpa mia) era quella di leggere/far leggere la trama della tragedia e lasciarsi emozionare da questi suoni strani arcaici e molto evocativi... per quello ho cercato di scrivere una piccola parte del testo cantato, ma è stato inevitabile tirare in ballo metro e ritmo hehe
(Ripeto: Inno al sole, recupera il link, e vai tranquillo di 4/4 "moderni" e fammi sapere se funzionano hehe
anche senza sapere il nome della sequenza: apòkroton. non è questo l'importante!

(ma già con il lamento del coro, docmio, anche considerando i "colpi" giustamente extra metrum vedrai che il "mio" 9/8 iniziale non potrà essere mantenuto a lungo...fino alla fine, allora se proprio vorrai --ma a che scopo??-- vedrai che puoi "tradurre" --se proprio vuoi-- con 6/8 + 2/4 --sono quei chiarissimi salti di quinta ascendente-- dove nel passaggio di denominatore /8 /4 vale la regoletta che avevo tratto/proposto dal/per il Poeme Montagnard di Van der Roost mesi fa...equazione: ottavo=ottavo.)
Qualora con la presente avessi contribuito a farti confondere ancora di più, credimi, non l'ho fatto apposta!
