Carne, sicuramente no, ma attraverso grassi di origine non vegetale o latte, non è affatto impossibile che prodotti apparentemente non legati alle carni veicolino gli stessi problemi.
Considerando che le cosiddette farine proteiche, cioè prodotti derivanti dalla polverizzazione di ossa animali sono ormai la parte parte predominante dell'alimentazione di bovini, suini ed ovini, e proprio con esse sono state trasmesse note malattie, non si può avere troppa sicurezza che le contaminazioni restino confinate in un solo anello della catena alimentare.
Il problema è che in tutti i settori c'è una spasmodica ricerca del miglior prezzo, talvolta imposto da chi distribuisce il prodotto.
Fin quando non si comprenderà che la qualità e la sicurezza alimentare ha un costo, non ci si dovrà meravigliare troppo se qualcuno "sorvola" su controlli e processi produttivi, magari nascondendosi dietro a pezzi di carta che certificano come prodotto "sano" qualcosa che non lo è.
Se la grande distribuzione impone al grossista un prezzo, ed il grossista fa lo stesso col produttore, non c'è da meravigliarsi che la carne ed i derivati contengano disossina, che il latte fresco sia invece in polvere o che le mozzarelle diventino blu.
Prezzo e qualità non potranno mai avere un rapporto di proporzionalità inversa, e chi ci crede s'inganna da solo.