E' Ufficiale: Masi lascia la Rai. Lorenza Lei nuova direttrice generale

ieri hanno intervistato masi sula7, e su alcune cose son rimasto proprio disgustato...
 
L'altri ieri invece è stato Masi stesso a rilasciare una intervista-confessione di fine mandato al termine del TG1 e ha detto frasi forti contro i competitors e elogiato il lavoro RAI quest'anno sul DTT.
In sunto ha detto che:
1- La RAI quest'anno ha stracciato i competitors negli ascolti. Mentre Mediaset affanna e Sky barcolla RAI è volata nell'ascolto e nell'apprezzamento.
2- La RAI è stata l'unica azienda a sfruttare il DTT per rilanciarsi costruendo a suo dire l'offerta free più completa e invidiata d'Europa
3- Le critiche alla politicizzazione di alcuni programmi d'informazione RAI sono infondate perchè RAI è sempre stata vicina alla maggioranza politica qualunque essa sia

lascia con una RAI migliore e all'avanguardia
 
in sostanza è quello che ha detto anche da piroso....

ma le cose che mi han lasciato sconvolto è la disinvoltura con la quale giustificava gli sperperi di denaro pubblico e il malcostume...

prima per i benefit per i vari dipendenti, e le spese private di Minzolini con carta di credito aziendale...
Film acquistati e mai mandati in onda...
ingerenze della politica...
 
Lorenza Lei, nuovo direttore generale della Rai, avrebbe idee bellicose a proposito del servizio pubblico. Idee che hanno molto a che fare con il concetto di servizio pubblico, in un certo senso.
Perché secondo i bene informati, una delle priorità della Lei sarebbe quella di eliminare dalla RAI i reality show.
La notizia sta già circolando. Ne ha scritto Carlo Tecce su Il fatto quotidiano. La Lega dei Consumatori ha già espresso il proprio entusiasmo per il progetto:
Sembra che il primo obiettivo del nuovo direttore generale della Rai, Lorenza Lei, sia quello di smantellare i reality, marchio di fabbrica della tv commerciale che li produce in quantità industriale. E’ un ottima intenzione. Le trasmissioni commerciali non servono punto alla Rai, se non ad abbassare decisamente il livello di qualità complessiva dell’offerta.
Nonsoloreality, però, per la d.g.: ci sarebbero i contratti di Fabio Fazio, Milena Gabanelli, Giovanni Floris. E quindi il futuro di Simona Ventura (nell’immagine, struccata e priva di filtri mentre osservava il mare delle Honduras, dove era sbarcata per salvare l’Isola dei Famosi dalla debacle).
Per quest’ultima, e per la sua Isola dei Famosi i progetti della Lei non sono per nulla rassicuranti. Tanto più che si dice sia stata offerta a Fabio Fazio la conduzione di Quelli che il calcio (e pure di Affari tuoi, ma è cosa vecchia, e comunque c’è di mezzo Endemol, e non si vedono molti spiragli per una rinuncia a Che tempo che fa).
Per gli altri, vedremo come il nuovo d.g. affronterà la questione.
Ma, tornando ai reality show, da un lato l’obiettivo appare senz’altro encomiabile: riportare il servizio pubblico alle origini è sicuramente cosa buona e giusta.
Dall’altro, però, sarebbe l’ennesimo sgambetto a Magnolia (privata di botto prima di X Factor e poi dell’Isola) e un enorme favore a Endemol e Mediaset che, appunto, di reality ne fanno a profusione.
Difficile, per ora, prendere una posizione. Personalmente, vedrei di buon occhio un servizio pubblico orientato su forme di intrattenimento altre, più sperimentale, meno pachidermico e meno legato a logiche strettamente commerciali. Ma saranno tutte le azioni della Lei a chiarire i fini. Pertanto, per ora mi permetto di esprimere approvazione ma con riserva. Con la speranza che non si tratti di un tentativo di vaticanizzazione della Rai.
(Ah, quanto al titolo: è evidente che tutti, ma proprio tutti, faranno titoli idioti con giochi di parole sul cognome del nuovo d.g. Perdonatemi, dunque, ma non ho resistito)


Fonte : Tvblog
 
bene bene, parte con il piede giusto, ma la strada è lunga...
 
qualche programma d'intrattenimento però ci sta anche se servizio pubblico. Si può fare servizio pubblico in tanti modi la BBC è una tv che ha programmi politically uncorrect eppure fa servizio pubblico... guardino anche cosa succede a La Vita in Diretta comunque eh... perchè il mio timore è che qualche programma verrà "protetto" da poteri forti mentre altri verranno bannati a vita perchè non graditi.
Ecco come ha suggerito l'autore dell'articolo di TVblog la cosa più importante è non vaticanizzare la RAI. C'è già TV2000 e Lorena Bianchetti... basta.
 
oddio non gli do tutti i torti a Masi...
e vero la rai è stata leader negli ascolti, ma a causa di una concorrenza da parte di mediaset penosa (non per i grandi meriti della rai)
e vero che ha sfruttato il dtt... e secondo me la scelta di rendere i canali rai sat visibili a tutti è stata un ottima scelta...
per il resto scelte scellerate
 
tanto i reality non stanno nemmeno portando soldi alle casse della rai quindi chiuderli sarebbe anche risparmiare un bel po di soldi
 
a proposito, ma rai gambero rosso non poteva essere inserito nel dtt?

visto come tira realtime avrebbe avuto ascolti molto buoni. :eusa_think:

se esiste ancora lo inserirei al posto di rai 5 e storia, che fonderei in un unico canale sulla cultura.
 
non è più di RAI. Quando RAI non ha rinnovato il contratto con Sky sul satellite ha dovuto lasciare Gambero Rosso alla direzione di Sky. Insomma l'hanno venduto.
 
Probabilmente sarebbe "direttora", però la questione è dibattuta.... ;)

Da questa premessa discende una conseguenza: è inevitabile che un processo linguistico in fieri, come il riassestamento maschile-femminile nei nomi professionali, sia presentato in modo diverso dalle varie "fonti di lingua", che riflettono l'obiettiva oscillazione dell'uso reale. Per il prof. Malesci, che richiama un noto opuscolo ufficiale del 1987 (le Raccomandazioni per un uso non sessista della lingua italiana, compilate da Alma Sabatini) il futuro è delle forme femminili: la ministra, l'avvocata, la soldata. Può darsi che egli abbia ragione. A me sembra però che, al di là dell'uso di alcuni giornali (non di tutti!), più sensibili al "politicamente corretto", nella lingua comune forme del genere non siano ancora acclimatate e, anzi, potrebbero essere oggetto d'ironia. Sul loro successo incide negativamente anche il fatto che molte donne avvertano come limitativa la femminilizzazione coatta del nome professionale, riconoscendosi piuttosto in una funzione o una condizione in quanto tale, a prescindere dal sesso di chi la esercita. I giornali hanno fatto gran parlare, a suo tempo, dell'uso di Irene Pivetti che si riferì a se stessa come «presidente della Camera», «cittadino» e «cattolico».»

http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=3945&ctg_id=93
MyBlueEyes ha scritto:
Perché direttore? Semmai direttrice! :evil5:
 
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