E venne il giorno (contiene -parecchio- spoiler...)

gahan ha scritto:
Eccheddiamine, e perché la vogliamo commentare l'imperdonabile assenza della Statua della Libertà in fumo e fiamme? Ne vogliamo parlare?!?!
Non è questione di mancanza di stereotipi che, talvolta, fanno comunque la loro porca figura per rendere bene l'idea. E' che proprio 'sto film è scialbo e tirato via dalla discesa dal treno fino alla fine, toccando punte di ridicolo quando si tenta di far capire gli adattamenti della natura sul numero di persone da colpire, così, da un momento all'altro.
 
NeMes|s ha scritto:
Non è questione di mancanza di stereotipi che, talvolta, fanno comunque la loro porca figura per rendere bene l'idea.
Questo presuppone che per capire meglio un'idea, uno abbia bisogno degli stereotipi. Se fosse così (e per molti è così), avresti senz'altro ragione.
Ma è un'altra la cosa che voglio dire: da quello che dici, tu hai una tua (legittima) idea su come avrebbe potuto essere questo film: qualche immagine più forte, almeno simbolicamente; una "visuale catastrofica delle città piene di cadaveri". Tutto bene, poniamo, ed in effetti in teoria posso darti ragione.

Ma voglio chiederti (non è una provocazione, è proprio una domanda): sarebbe stato davvero interessante, per te, un film di questo tipo? Voglio dire, vedere un film che risponda alla forma mentale che te ne eri fatto, un film che abbia, per esempio, quella panoramica sulle città "cadaverizzate" a cui fai riferimento?
Avrebbe utilità, senso, vedere quella scena, visto che l'hai già immaginata -in quanto elaborazione mentale, organica, finale, di tutto il cinema che hai/abbiamo visto?
oppure non è il fatto stesso che siamo qui a discuterne, già un successo di questo film?
 
********DOPPIO SPOILER CARPIATO*********
Bluecrush ha scritto:
Una cosa bella e' che alla fine del film il virus attacca una citta' francese ... Auauauau

a questo punto aggiungerei spoiler allo spoiler: una nota città francese :D
 
andag ha scritto:
Questo presuppone che per capire meglio un'idea, uno abbia bisogno degli stereotipi. Se fosse così (e per molti è così), avresti senz'altro ragione.
Ma è un'altra la cosa che voglio dire: da quello che dici, tu hai una tua (legittima) idea su come avrebbe potuto essere questo film: qualche immagine più forte, almeno simbolicamente; una "visuale catastrofica delle città piene di cadaveri". Tutto bene, poniamo, ed in effetti in teoria posso darti ragione.

Ma voglio chiederti (non è una provocazione, è proprio una domanda): sarebbe stato davvero interessante, per te, un film di questo tipo? Voglio dire, vedere un film che risponda alla forma mentale che te ne eri fatto, un film che abbia, per esempio, quella panoramica sulle città "cadaverizzate" a cui fai riferimento?
Avrebbe utilità, senso, vedere quella scena, visto che l'hai già immaginata -in quanto elaborazione mentale, organica, finale, di tutto il cinema che hai/abbiamo visto?
oppure non è il fatto stesso che siamo qui a discuterne, già un successo di questo film?

Hai quotato la parte in cui dico che non è questione di stereotipi (seppur, TALVOLTA...), quindi la domanda non me la dovresti nemmeno porre. Poi che vuoi che ti dica? Tu mi puoi anche inquadrare 2 persone per 90 minuti rinchiuse in un rifugio e raccontare una storia post atomica senza necessariamente ricorrere alle devastazioni dell'esplosione; ma una storia ci deve essere. In E venne il Giorno "mi sfugge" il reale elemento portante che, gira e rigira, alla fine, tratta di un amore che va ritrovandosi (e si ritrova) a seguito di una catastrofe che rimane molto, ma veramente molto, marginale.
 
NeMes|s ha scritto:
In E venne il Giorno "mi sfugge" il reale elemento portante che, gira e rigira, alla fine, tratta di un amore che va ritrovandosi (e si ritrova) a seguito di una catastrofe che rimane molto, ma veramente molto, marginale.
Questo proprio non è vero. Il rapporto Elliott/Alma è a dir poco ellittico e disfunzionale, il personaggio di Alma in particolare è strano, inquieto e volutamente lasciato con le sue zone d'ombra, probabilmente (sicuramente) in modo intenzionale, come contrasto e fattore evidenziante della personalità positivista e razionalizzante di Elliot, l'uomo di scienza a cui toccherebbe capire e trovare le soluzioni (ma il film non tarda a mettere bene in evidenza la sua (della scienza) impotenza in tal senso).
La loro storia è del tutto secondaria, il fatto che sembri ricomporsi, parrebbe solo per rafforzare il sadismo (meglio, il pessimismo) dell'ultima scena.
E' esattamente il contrario di ciò che dici tu: le loro vite, e quelle di tutti i singoli personaggi che compaiono, sono assolutamente marginali rispetto alla catastrofe (un coprotagonista come John Leguizamo viene eliminato dopo appena mezzoretta).
La catastrofe è all'inizio, alla fine, e lungo tutto il film, la vera protagonista, punteggiata delle azioni senza senso degli esseri umani.
 
Vedi, io apprezzo le sottili chiavi di lettura, ma in questo caso, in questo film, mi paiono estremamente forzate.

Ritorno quindi all'esempio precedente, quello di 2 persone rinchiuse in un rifugio a seguito di una catastrofe nucleare. Se tu narri la storia dei 2 e, mettiamo, il film sfocia in atti di cannibalismo, alla fine non puoi pretendere di leggervi la stupidità umana che porta alla catastrofe nucleare come elemento portante e solo di conseguenza al cannibalismo (NB - lascia perdere la trama, è solo per fare un esempio chiaro). La stupidità umana c'è e ci sarà comunque ma avresti banalizzato le tue intenzioni se questo era l'obiettivo.

Idem per questo film: il rapporto fra lui è lei è ben presente dall'inizio alla fine del film, ne parla subito lui all'amico, lei che nasconde le telefonate, lui che addirittura chiede chi è tizio vedendo la chiamata persa, lei che confessa, lui che minimizza raccontando una storiella, i due che rimangono separati e ripercorrono il loro incontro (e tralasciamo il fatto che, in una situazione del genere, in casa di sconosciuti, questa si sveglia e con la bambina va in giro per i cavoli suoi fra i boschi), lui che per amore comunque esce e va all'aperto (e lei lo segue). Fade out, lei è incinta, fine del film con escursione a Parigi per far ricordare che, oh sì, questo è un film catastrofico.

Ora, se questa è solo storia secondaria e se la chiave di lettura sono invece le azioni senza senso degli esseri umani e la rivolta della natura, il regista avrebbe (ha) estremamente banalizzato il film quanto e più di quello del cannibalismo...
 
andag ha scritto:
le loro vite, e quelle di tutti i singoli personaggi che compaiono, sono assolutamente marginali rispetto alla catastrofe (un coprotagonista come John Leguizamo viene eliminato dopo appena mezzoretta).
La catastrofe è all'inizio, alla fine, e lungo tutto il film, la vera protagonista, punteggiata delle azioni senza senso degli esseri umani.
Ehm-- Mi sa che ha più ragione lo startrekkiano qua--
 
beh, se al centro del film c'è la storia d'amore, forse abbiamo davvero visto due film diversi :D
 
No, dipende da cosa intendi con "al centro del film". Perché quello che dice lo startrekkiano qua non è falso: ed è quello che intendevo quando dicevo che questo film non è un thriller ecologico e/o catastrofistico nell'accezione normale del termine. Lui si è incavolato perché voleva quello (le esplosioni, i campi lunghissimi sulla distruzione delle città, la Statua della Libertà in fiamme e chi più ne ha più ne metta) e non l'ha avuto, ma poco ce ne cale: mi interessa chiarire il punto.
 
NeMes|s ha scritto:
Ora, se questa è solo storia secondaria e se la chiave di lettura sono invece le azioni senza senso degli esseri umani e la rivolta della natura, il regista avrebbe (ha) estremamente banalizzato il film quanto e più di quello del cannibalismo...
mi sembra che tu faccia un po' di confusione su quella che tu chiami la "banalizzazione" di un messaggio, e che è in realtà un tema narrativo che tu ritieni inconguente..

L'aspetto catastrofico, il "messaggio", per come è raccontato, banale non lo è per niente (gli umani che si eliminano da soli, che rinunciano a vivere, gli operai che si buttano dai palazzi (uma memoria del 9/11?), la violenza delle uccisioni dei due ragazzini, improvvisa ed inattesa ed anche essa assolutamente un sottoprodotto (paranoia, egoismo) della catastrofe stessa, le morti al cellulare, i colpi di pistola fuoricampo che si ripetono metronomicamente e battono nel cervello a Elliot (e anche a noi) mentre cerca disperatamente di pensare -- questo è come viene raccontato il messaggio. Banale? assolutamente no!, visto che tu stesso accusi il film di essere troppo diverso da quanto uno possa aspettarsi: il contrario della banalizzazione, direi.
L'inquadratura di prati, alberi e paesaggi, inquadrature che in qualsiasi altro contesto sarebbero idilliache o comunque innocue ma che qui assumono, per il solo contesto, un risvolto inquietante... le potrai stroncare perchè troppo fuori dai canoni, magari perchè secondo te non sono efficaci: ma non certo perchè banali.

Quella che tu definisci banalizzazione del significato è in realtà quella che tu ritieni l'incongruità della storia Elliot/Alma rispetto al tema della catastrofe.
Parere lecito, però io ho un punto di vista -che ho già detto- sul significato di questo strano rapporto a due, e non lo vedo come incongruo, per niente.
 
gahan ha scritto:
non è un thriller ecologico e/o catastrofistico nell'accezione normale del termine
sì, anche io la vedo così. Forse non mi sono spiegato bene, in effetti: quando dico che la catastrofe è al centro del film, non mi riferisco al messaggio ecologista (non credo nemmeno di averla nominata, l'ecologia, in questi ultimi post), mi riferisco al racconto della catastrofe come entità cinematografica, come materia prima per fare thrilling.
Mi rendo conto di aver scelto male il termine "messaggio", che non avrei dovuto usare.
In questo senso, il racconto della catastrofe (di una catastrofe), mi sembra esattamente il contrario che banale. Anzi direi che quello che intende raccontare il film è proprio il "come" si srotola una catastrofe, più che di "quale" catastrofe si stia parlando.
 
andag ha scritto:
mi sembra che tu faccia un po' di confusione su quella che tu chiami la "banalizzazione" di un messaggio, e che è in realtà un tema narrativo che tu ritieni inconguente..

L'aspetto catastrofico, il "messaggio", per come è raccontato, banale non lo è per niente (gli umani che si eliminano da soli, che rinunciano a vivere, gli operai che si buttano dai palazzi (uma memoria del 9/11?), la violenza delle uccisioni dei due ragazzini, improvvisa ed inattesa ed anche essa assolutamente un sottoprodotto (paranoia, egoismo) della catastrofe stessa, le morti al cellulare, i colpi di pistola fuoricampo che si ripetono metronomicamente e battono nel cervello a Elliot (e anche a noi) mentre cerca disperatamente di pensare -- questo è come viene raccontato il messaggio. Banale? assolutamente no!, visto che tu stesso accusi il film di essere troppo diverso da quanto uno possa aspettarsi: il contrario della banalizzazione, direi.
L'inquadratura di prati, alberi e paesaggi, inquadrature che in qualsiasi altro contesto sarebbero idilliache o comunque innocue ma che qui assumono, per il solo contesto, un risvolto inquietante... le potrai stroncare perchè troppo fuori dai canoni, magari perchè secondo te non sono efficaci: ma non certo perchè banali.

Quella che tu definisci banalizzazione del significato è in realtà quella che tu ritieni l'incongruità della storia Elliot/Alma rispetto al tema della catastrofe.
Parere lecito, però io ho un punto di vista -che ho già detto- sul significato di questo strano rapporto a due, e non lo vedo come incongruo, per niente.

Permettimi, ognuno la vede come gli pare, l'importante è discuterne. Renditi conto però, che gli esempi da te citati, sono solo la prima parte del film (uccisione dei bambini esclusa) che anche io ho giudicato buona, al contrario della storia di lui e lei che si riperquote dall'inizio alla fine. Sono immagini sporadiche e si dimenticano facilmente nel contesto del rapporto Elliot/Alma e di praterie sconfinate che sovrastano il film e che mai più ripresentano un elemento catastrofico se non nella forzata chiave di lettura (una pistola uccide, ma una pistola sul bancone del negoziante è una pistola fine a se stessa).

Con questo non voglio dire che la stupidità umana e la rivolta della natura non si leggano, anche perchè te lo dicono a chiare lettere (altro errore, meglio sarebbe stato averlo fatto fraintendere), ma il film narra una spocchiosa storia d'amore di basso livello (sto per morire, rivivo e recupero il rapporto, corro il rischio esponendomi al pericolo) con un contesto catastrofico che dopo 30 minuti diventa del tutto marginale.

Quindi ritorno alla regia del mio film post atomico: il disastro lo assapori, ma non è l'elemento portante del film, quanto piuttosto lo diventa il rapporto dei due sopravvissuti e l'atto di cannibalismo. E "non ci puoi leggere" (è così, ma il film parla d'altro) che il tutto avviene dopo una catastrofe nucleare dovuta alla stupidità umana, perchè sarebbe successo anche se uno dei due avesse erroneamente buttato la chiave.

Detto questo, concludendo, in qualsiasi film che ci sia un messaggio è importante: ma alla fin fine il film deve pur farsi guardare. E in questo, a mio avviso, E venne il Giorno ha miseramente fallito.
 
NeMes|s ha scritto:
in qualsiasi film che ci sia un messaggio è importante
Questa è una delle più grandi falsità diffuse nell'opinione generale.
 
NeMes|s ha scritto:
gli esempi da te citati, sono solo la prima parte del film ... Sono immagini sporadiche e si dimenticano facilmente nel contesto del rapporto Elliot/Alma
Questa è puramente una tua opinione e la rispetto come tale (nel senso che non posso opinare sul fatto che te la sia dimenticata facilmente o che tu la ritenga facilmente dimenticabile), ma resta appunto un fatto tuo ed una opinione su cui non posso essere d'accordo (dimenticare facilmente gli operai che cadono? E' più facile che mi dimentichi di tutto l'horror e lo splatter che ho visto negli ultimi tre anni)



NeMes|s ha scritto:
...Sono immagini sporadiche e si dimenticano facilmente nel contesto del rapporto Elliot/Alma e di praterie sconfinate che sovrastano il film e che mai più ripresentano un elemento catastrofico...
... il disastro lo assapori, ma non è l'elemento portante del film, quanto piuttosto lo diventa il rapporto dei due sopravvissuti e l'atto di cannibalismo.
Qui tra l'altro sembri dimenticare che è proprio l'assunto del film a spingere la storia in questa direzione: i due protagonisti restano soli non tanto perchè il film voglia più di tanto raccontare la loro storia, ma perchè è l'unico modo di sopravvivere, come sembra ad Elliot di aver capito. E' quindi la logica interna che spinge il racconto in quella direzione. Ma anche qui non saranno i due ad essere al centro della storia, visto che incontrano subito la vecchia pazza, che si pone al centro della scena diventando l'interlocutore su cui si focalizza la nostra attenzione (anche qui, non certo sulla coppia). E' solo nelle due scene che anticipano il finale, quindi, che ci si concentra sui due protagonisti: ma in modo totalmente illusorio, come si vedrà.



NeMes|s ha scritto:
...ma alla fin fine il film deve pur farsi guardare. E in questo, a mio avviso, E venne il Giorno ha miseramente fallito.
anche qui stiamo parlando di una tua opinione: perchè il film, a mio avviso, si fa guardare eccome. E proprio perchè cerca di affascinare senza ricorrere ai frusti, logori, abusati gimmick del genere. (se c'è un rischio, a mio parere, è che questo suo modo insolito di fare cinema stia un po' diventando il gimmick di Shyamalan, e che finisca alla lunga col ripetere se stesso)
 
andag, ovvio che sono le mie opinioni, così come le tue sono fini a se stesse.

Tu non ci vedi una palese storia d'amore, io si (eccome).
Tu focalizzi la vecchia pazza, io focalizzo, già stressato per 30 minuti di niente assoluto, l'assurdo contesto in cui Alma e la bambina decidono di andarsi a fare una passeggiata; e la vecchia la etichetto come un patetico tentativo di sfociare in un minimo d'horror e creare 30 secondi 30 di assurda suspance.
Tu sei affascinato per un film che non ricorre a stereotipi, io lo sarei ma giudico il tutto di una banalità e superficialità estrema.

Meglio avere sempre visuali diverse, del resto ho visto gente infuriata uscire dal cinema dopo aver visto Cloverfield, che per me, al contrario, è quasi un capolavoro. Per E venne il Giorno ho visto un numero maggiore di persone schifate e questa volta mi trovano perfettamente d'accordo.

Questo è il bello del cinema.
 
Veramente questo è il bello del Processo di Biscardi (c'è ancora?), ma fa niente!
 
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