We want sex
"Formidabili quegli anni", ha scritto qualcuno. Piaccia, o non piaccia, è così. E, oltremanica, anche il sagace Nigel Cole ci spiega che è così. E ci parla di donne, di Diritto, di diritti e di libertà da un punto di vista scomodo:quello maschile. I "maschi" che non credono, nemmeno a livello ipotetico, alla lotta di classe femminile (per qualunque obiettivo, non solo per la sacrosanta parità retribuitiva a parità di mansioni- che nel 2016 ci pare scontata come il giorno dopo la notte) sono quasi evanescenti, appena tratteggiati, in quella grandezza solo nominale che cede alla pochezza del ruolo, reale e cinematografico. I maschi soccombono di fronte alle femmine (sì femmine, non femministe, perché per parlare di diritti naturali e fondamentali bastano le categorie reali, non gli "ismi" artificiali), di fronte ad una sola parola di esse. Cede il marito di Rita (ma quanto è bella, la brava Sally Hawkins, musetta di Allen in Blue Jasmine?), cede lo pseudo-rappresentante dello pseudo-sindacato, cede il dirigentissimo di fronte alla colta eleganza, ed alla elegante cultura della moglie, complice benestante di piccole e grandi lotte di classe, cede il professore violento di fronte ad una semplice petizione firmata da donne, cede il primo ministro di fronte alla ministra, cede il superpolitico che annunciato spesso come risolutore ex machina, non comparirà mai. Cede, purtroppo, il povero George, ma non per colpa sua, bensì per un sistema sociale ancora perverso.
In questo panorama squallido di omini che, come detto appena tratteggiati, non sanno andare al di là della dicotomia bianco/nero, emerge un gigante: Bob Hoskins, che ci avrebbe lasciato di lì a pochi anni. Il timido e dimesso Albert, nei suoi imbarazzi, con in suoi sussurri, con le sue raccomandazioni paterne, è l'uomo qualunque, che non ha studiato diritto, economia, finanza. Ma sa. E sa agire e consigliare. Il risultato sarà straordinaro, anzi formidabile. Una rivoluzione per cose normali. In quei formidabili anni qui da noi è arrivata la legge sulla disciplina dei licenziamenti individuali (e tutela dei lavoratori illegittimamente licenziati), lo Statuto dei lavoratori, la legge sul divorzio. E non vado oltre. Cose normali fatte da persone normali per diritti normali. E non è finita. Perché prima o poi, c'è sempre da scoprire qualcos'altro di normale, qualche altro diritto naturale, in un mondo di rapporti e contesti artificiali. Questa la semplice, ma straordinaria lezione di Nigel Cole che, dopo L'erba di Grace e Calendar girls ci propone ancora una volta ritratti di donne belle, forti, sagge. Ci parla di lotte, ma soprattutto della lotta più dura, quella contro i pregiudizi posti e imposti in un mondo che naturalisticamente non esiste e non deve esistere se non nella testa degli ottusi, destinati a soccombere nella Storia.
Voto: 7,5