Frasi celebri dal mondo del calcio

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Roberto Bettega, parlando della sua malattia che gli fece saltare il girone di ritorno del torneo 1971-72 (vinto dalla Juventus)

All'epoca forse non avevo capito esattamente la gravità di quello che avevo. Fatto sta che, rimanendo fermo per diversi mesi, avevo messo su alcuni chili.

Intervistato dopo il suo gol alla Fiorentina del gennaio 1972, ultima gara prima di ammalarsi.

Pizzul: vi aspettano tutti a primavera

Bettega: mah.. anche noi aspettiamo la primavera, è la nostra stagione, siamo tutti giovani, quindi non abbiamo paura della primavera
 
Dopo Juventus-Milan 0-2 dell'ottobre 1970 chiedono un parere a Rivera

Non è stata una partita polemica la mia.. perché avrebbe dovuto esserlo? io cerco di giocare nel Milan e in qualsiasi altro incontro dando sempre il massimo. In questa gara se lo scarto non fosse stato cosi "secco" si può dire che la Juventus avrebbe potuto anche meritare il pareggio, viste le occasioni che hanno avuto, ma io credo che visto il risultato si debba dire che chi ha vinto ha meritato
 
( Avv. Peppino Prisco, davanti a oltre 300 persone riunite il lunedì successivo a Milan-Inter 0-3, campionato '97/98 )

Prima di intervenire nel dibattito, vorrei che vi alzaste in piedi, per un momento molto serio: c'è una commemorazione da fare; (e mentre tutti si alzano in piedi preoccupati) ecco, quello che volevo dirvi è questo: chi non salta è rossonero!
 
(Antonio Scibilia, ex presidente Avellino, ad una tv
locale)

Presidente: "Fummo andati in Brasile e comprammo Juary..."
Giornalista sorridente: "Siamo..."
Presidente un po' spazientito: "Dicevo che fummo andati in Brasile a
comprare..."
Giornalista con sorriso mal trattenuto: "Presidente... SIAMO!"
Presidente con tono iracondo: "Ma che si' venuto pure tu?"
 
Su Stefano Tacconi

Tokyo, 8 dicembre 1985, finale di Coppa Intercontinentale. L’apoteosi per la Juve “trapattoniana”, il trionfo personale per il portiere erede di Zoff. Cosa c’è di più esaltante per un portiere che ergersi a baluardo, essere l’artefice unico di un successo, insomma parare un rigore, anzi due, anzi tre?
La coppa lottata e sofferta è aggiudicata ai penalty e qui Tacconi si esalta. La sua espressione dopo l’ultima decisiva parata è nella storia televisiva e fotografica del calcio. Pugni al cielo, ghigno di chi è arrivato dove nessuno avrebbe mai detto, insomma gioia incontenibile. Che è poi la gioia di milioni di juventini che hanno messo la sveglia nel cuore della notte per non perdersi l’evento in TV.
 
Silvano Ramaccioni, dirigente milanista, qualche anno fa in una intervista disse:
“Non ho mai messo multe ai giocatori, forse una volta o due, vuol dire che se uno ha la capacità di mediare e far si che ci sia la filosofia che la società vuole, non ha bisogno di fare cose straordinarie. Questo mio ruolo lo definisco sferico, che non da appigli, che riesce ad essere un valido aiuto sia per i giocatori che per i tecnici”
 
Fabio Capello dopo lo scudetto record del Milan 1991-92. I rossoneri chiudono senza sconfitte come era già successo al Perugia 1978-79 e come succederà alla Juve di Conte del 2011-12, ma il Perugia, che aveva ugualmente come dirigente Ramaccioni, arriverà secondo

Probabilmente Ramaccioni è abile nel costruire squadre imbattibili, forse porta anche molta fortuna, però il Perugia arrivò secondo in quell'occasione, mentre noi siamo arrivati primi
 
Giampiero Boniperti

Io avevo l'abitudine di andare via dallo stadio dopo la fine del primo tempo.. una volta, quando abitavo a breve distanza dallo stadio, sento un boato incredibile.. oddio chissà cosa è successo, pensavo tra me e me. Mi affaccio e vedo sventolare le bandiere della nostra curva. A pochi minuti dalla fine Cabrini aveva segnato il gol della vittoria
 
Franco Costa, giornalista rai

Fabio Capello è sempre stato uno che capisce di calcio. Un giorno, quando lui giocava nella Juventus, mi disse al campo di allenamento: "vedi quel ragazzino laggiù? diventerà un grande campione". Il nome di quel ragazzo,della primavera della Juventus, era Paolo Rossi
 
Beppe Viola commenta Inter-LR Vicenza 2-0 del 1978

Marini conclude l'azione con un tiro imparato all'oratorio

Altobelli fa un dribbling alla Stenmark, e se segnasse sarebbe anche Pelé.. invece è Altobelli
 
Dopo l'esperienza alla Juve chiuse la carriera nella roma nel 1981, dopo aver militato per 9 anni tra le file degli azzurri ed essere stato un protagonista del quarto posto ai mondiali di Argentina 78 e del meno brillante quarto posto agli europei del 1980 in Italia.
Dopo aver smesso di giocare, è rimasto nel mondo del calcio prima come allenatore, poi come tecnico federale, curando le selezione degli aspiranti allenatori.
Tra le sue celebri frasi, pronunciate da tecnico federale, troviamo la battuta riferita ai problemi che i genitori dei ragazzini che giocano a calcio procurano agli allenatori. Romeo Benetti disse: "la miglior squadra da allenare è una squadra di orfani..."
 
Di Romeo Benetti si ricordano le rincorse ed i palloni rubati agli avversari, in un centrocampo che faceva tremare gli avversari che schierava al fianco di Benetti, Furino e Tardelli.
Tra i vari aneddoti, si racconta che Benetti, accanito fumatore, tra il primo ed il secondo tempo delle partite, mentre i compagni si accomodavano sulle panche degli spogliatoi sorseggiando il classico tè e ascoltavano i consigli del Trap, lui, si accomodava sulla porta d'ingresso dello spogliatoio, fumando.
Certamente chi ha avuto la fortuna di ammirare Benetti giocare nella Juve, non avrebbe mai pensato che il centrocampista fosse un fumatore, per quanto correva senza risparmiarsi per un solo minuto.
 
Euro 2000, Francia batte Italia in finale e Berlusconi dice:
“Si poteva vincere e bisognava vincere. I problemi riguardano la conduzione della squadra: non si può lasciare la fonte del gioco Zidane sempre libero. Era una cosa che non si poteva non vedere, anche un dilettante l'avrebbe vista”
 
Tardelli parla del centrocampo della Juve della seconda metà dei '70, quello con Causio, Benetti, Furino

Era un centrocampo fortissimo a modo suo.. eravamo recuperatori di palloni
 
Fulvio Stinchelli, giornalista romano intervistato a "Italia 1 sport" nel 1998 qualche g. prima di Real-Juventus finale di champions

In Inter-Lazio finale di Uefa ho tifato per la Lazio, ma in questa finale tiferò per il Real Madrid. A me non piacciono le squadre che vincono tanto

Tacchinardi, intervistato qualche g dopo la stessa finale di cui sopra, persa dalla Juve, in merito ai festeggiamenti nel Resto d'Italia

Cosa avrebbero fatto i tifosi del Barcellona se avessimo vinto noi? mi sembra normale che una squadra che vince molto attiri le antipatie di chi non ci riesce
 
Euro 2000, Francia batte Italia in finale e Berlusconi dice:
“Si poteva vincere e bisognava vincere. I problemi riguardano la conduzione della squadra: non si può lasciare la fonte del gioco Zidane sempre libero. Era una cosa che non si poteva non vedere, anche un dilettante l'avrebbe vista”

e Zoff dovette dimettersi :laughing7:
 
Michel Platini

Dovevamo giocare la finale di Coppa Campioni contro l'Amburgo. Io con il Saint Etienne li avevo già battuti qualche anno prima. Volevo spiegare a Trapattoni e Tardelli come si poteva fare per controllare i tedeschi ma, prima che potessi terminare la frase, interviene lo stesso Tardelli dicendo "ma tu cosa ne sai? voi francesi non avete vinto né vincerete mai nulla!!". Risposi per le rime, lasciando la stanza
 
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