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Gruppo Visione Film (6-12 Febbraio): BIUTIFUL (2010) di Iñárritu

infatti li ripensandoci mi sono perso, però quando lui va a identificare la slama imbalsamata di suo padre era uguale a chi vede in paradiso.

Ah... era la stessa persona? :D
Non ho proprio collegato le due situazioni...

Quindi che collegamento c'è scusate tra le due frasi?
Non credo proprio sia un caso che abbia fatto dire la stessa cosa al figlio e al padre...
A meno si sia voluto evidenziare una sorta di legame (mi chiederei quale però...) tra il figlio e il nonno, tramite il padre.
 
io però non ho ben capito sta storia che lui parla coi morti, mi sembra un po buttata la e poco sviluppata. cmq io gli ho dato la sufficienza solo per bardem e per la fotografia.

si infatti devo ancora concepire se la parte soprannaturale mi è piaciuta o era inutile, ma propendo più per una sua utilità, nel senso che è servita per carpire la sensibilità del protagonista, lui ha questo dono che la sua amica gli dice che dovrebbe essere usato gratis, invece lui si fa pagare proprio perchè non sa come mandare avanti la sua famiglia. come dire il protagonista non è materiale, non fa le cose a scopo di lucro, senza un motivo...
 
No scusate parlava davvero coi morti? :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
l'avevo inteso in maniera totalmente diversa, mah... non avrei mai inserito sta cosa in un film del genere...

per quanto riguarda la frase detta dal bambino, può darsi che sia stato lo stesso protagonista a insegnarla al figlio
 
eh, accidenti, zZzZ tu introduci un tema fondamentale, che è quello della "ricettività" nei confronti di un film o dato argomento. Tu eri particolarmente sensibile al tema, in questo momento, e capisco che ti abbia colpito in maniera particolare.
Inoltre -altra cosa importante- per vedere/godere/apprezzare un film si deve essere ben disposti, anche fisicamente. Quando l'ho visto Giovedì scorso, mi ero un po' riposato nel tardo pomeriggio, in modo da non aver il benchè minimo sonno o "abbiocco" post-cena, e poterlo così guardare attentamente. perchè altrimenti non ce la faccio.
In queste sere ho dovuto interrompere per ben DUE volte la visione di "45 anni". Mi prende sonno, film lento e che non riesco a seguire se non sono ben sveglio.
 
No scusate parlava davvero coi morti? :lol: :lol: :lol: :lol: :lol:
l'avevo inteso in maniera totalmente diversa, mah... non avrei mai inserito sta cosa in un film del genere...

annamo bene :D

si parlava con i morti ancora bloccati e non andati oltre,

diciamo che era un po la Melinda Gordon in Ghost Whisperer...comunque ormai hai votato :D
 
comunque penso che la cosa bella dello sviscerare tutti insieme un determinato film, è che oltre a capire quello che ci è sfuggito, che ci sia piaciuto o meno, in futuro ce lo ricorderemo di sicuro. ;)
 
Il film è indubbiamente molto bello, intenso, che vuole raccontare una storia nel modo più reale possibile, ma allo stesso tempo ricco di pensieri, spunti, tramite astrattismi vari. Però, l'ho visto domenica scorsa, e non credo lo rivedrei più. O meglio, bisogna essere in uno stato particolare per vedere questo film, almeno per me è così. Come avete già scritto, c'è una Barcellona cupa, uno spaccato di società tristissima, una storia che ti lascia proprio con una certa negatività dentro (e tanto di cappello a Inarritu, per questo).

comunque penso che la cosa bella dello sviscerare tutti insieme un determinato film, è che oltre a capire quello che ci è sfuggito, che ci sia piaciuto o meno, in futuro ce lo ricorderemo di sicuro. ;)

E chi lo scorda più, sto film! :D
 
Sì, ci sono certi film che richiedono impegno, non li si può guardare nè quando si è stanchi nè quando ti è successo qualcosa di importante durante il giorno e continui a rimuginarci su...

Ma siamo sicuri che parlasse coi morti? io non ricordo di avere sentito i morti parlare... non è che forse dai per scontato che lui comunicasse con loro solo perchè in quelle scene lui parlava?
 
Ma siamo sicuri che parlasse coi morti? io non ricordo di avere sentito i morti parlare... non è che forse dai per scontato che lui comunicasse con loro solo perchè in quelle scene lui parlava?

no lui parla con i morti ma te lo dice in forma indiretta nel senso noi non sentiamo il morto che parla ma il protagonista ci racconta quello che gli hanno detto o ha provato.
 
Ma siamo sicuri che parlasse coi morti? io non ricordo di avere sentito i morti parlare... non è che forse dai per scontato che lui comunicasse con loro solo perchè in quelle scene lui parlava?
ci sono uno forse due punti in cui si capisce che il contatto con i defunti è reale: uno è sicuramente la storia dell'orologio raccontata al padre del bambino morto "mi ha detto di dirle che l'orologio lo ha nascosto dietro il letto..." (o qualcosa del genere). Lì per lì la madre si arrabbia con lui, considerandolo un cialtrone, ma poi più avanti nel film il padre torna a scusarsi dicendo che lo ringraziava e che effettivamente aveva ritrovato l'orologio (non mi ricordo le parole e/o la sequenza esatta ma ho questo ricordo della sequenza, datemi anche voi un riscontro però).
Un altro punto è quando Uxbal si siede davanti alle bare e vede in fondo il bambino seduto sulla sedia. C'è un minimo di dialogo, tra loro due. Però non si può capire -a differenza dell'episodio dell'orologio- se il dialogo sia frutto dell'immaginazione di Uxbal o se sia... "reale".
 
c'è una cosa che non ho capito, lui va a prendere le stufe e si vede che alla fine si decide per il modello più scarso, ma poi quando carica la merce ce ne sono anche di prezzo piu elevato, ovvero le prime che aveva visto...
 
no lui parla con i morti ma te lo dice in forma indiretta nel senso noi non sentiamo il morto che parla ma il protagonista ci racconta quello che gli hanno detto o ha provato.

ci sono uno forse due punti in cui si capisce che il contatto con i defunti è reale: uno è sicuramente la storia dell'orologio raccontata al padre del bambino morto "mi ha detto di dirle che l'orologio lo ha nascosto dietro il letto..." (o qualcosa del genere). Lì per lì la madre si arrabbia con lui, considerandolo un cialtrone, ma poi più avanti nel film il padre torna a scusarsi dicendo che lo ringraziava e che effettivamente aveva ritrovato l'orologio (non mi ricordo le parole e/o la sequenza esatta ma ho questo ricordo della sequenza, datemi anche voi un riscontro però).
Un altro punto è quando Uxbal si siede davanti alle bare e vede in fondo il bambino seduto sulla sedia. C'è un minimo di dialogo, tra loro due. Però non si può capire -a differenza dell'episodio dell'orologio- se il dialogo sia frutto dell'immaginazione di Uxbal o se sia... "reale".
avete ragione, ora che ci penso nel dialogo face to face col padre, quando accetta i soldi che in precedenza la madre gli aveva negato, mi era venuto il dubbio che avesse parlato col bambino morto sul serio ma ci ero passato sopra
Quando invece si vede lo spirito del bambino morto, semplicemente ho pensato a una visione, come tante ne ha avute al peggiorare della malattia
però se 2+2 fa 4 avete ragione voi...
 
Innanzitutto, l'ho votato questo film perché non l'avevo mai visto. Inarritu lo conoscevo solo da Birdman prima e Revenant poi e volevo approfondirlo. Dopo averlo visto, posso dire che sebbene quella che viene denominata la trilogia sulla morte mi manca e devo recuperarla prima o poi, la mano di Inarritu e il suo stile si vedono. Innanzitutto gli piace sperimentare dal punto di vista registico, non essere ordinario. Mai inquadrature statiche, sempre dinamiche, in movimento, su spalla. Non ho notato piani sequenza che poi l'hanno contraddistinto.
Poi anche in questo film ho visto i temi di base degli altri due film. Il rapporto padre-figli, che in Birdman era padre-figlia e in Revenant padre-figlio, sempre focalizzato sulla figura del genitore. E quello della morte, di tentare di darle una definizione, dei contorni.
Poi anche qui si focalizza molto sul protagonista, noi non vediamo una trama e il protagonista che è inserito dentro. Noi vediamo il protagonista e tutt'attorno cose che accadono e che gli accadono. Cioè alla fine è solo un pretesto la storia per indagare Bardem in questo caso, a un certo punto veniamo catapultati nel suo mondo, certe cose sono date per scontate e così ce le fa vivere, altre le scopriamo, altre le intuiamo.
Diciamo che questo stile di Inarritu mi piace.

Poi concordo con Alex su Barcellona. Una scena in particolare è impressa, il panorama di quella che sembra una citta operaia, cupa, le gru sulla Sagrada Familia e poi si finisce nella stanza con Bardem. Ecco, se non ci fosse stata l'incompiuta di Gaudì, avrebbe potuto essere qualsiasi città. Anche qui mi ha dato la sensazione netta ancora di più che tutto è in funzione del protagonista, la trama e il luogo sono tratteggiate perché ci si deve focalizzare su di lui.

Questo è il suo stile, la durata è tipicamente sua come il ritmo. Non lo rivedrei eh, non subito :D però merita assolutamente una visione.
 
Innanzitutto, l'ho votato questo film perché non l'avevo mai visto. Inarritu lo conoscevo solo da Birdman prima e Revenant poi e volevo approfondirlo. Dopo averlo visto, posso dire che sebbene quella che viene denominata la trilogia sulla morte mi manca e devo recuperarla prima o poi, la mano di Inarritu e il suo stile si vedono. Innanzitutto gli piace sperimentare dal punto di vista registico, non essere ordinario. Mai inquadrature statiche, sempre dinamiche, in movimento, su spalla. Non ho notato piani sequenza che poi l'hanno contraddistinto.
Poi anche in questo film ho visto i temi di base degli altri due film. Il rapporto padre-figli, che in Birdman era padre-figlia e in Revenant padre-figlio, sempre focalizzato sulla figura del genitore. E quello della morte, di tentare di darle una definizione, dei contorni.
Poi anche qui si focalizza molto sul protagonista, noi non vediamo una trama e il protagonista che è inserito dentro. Noi vediamo il protagonista e tutt'attorno cose che accadono e che gli accadono. Cioè alla fine è solo un pretesto la storia per indagare Bardem in questo caso, a un certo punto veniamo catapultati nel suo mondo, certe cose sono date per scontate e così ce le fa vivere, altre le scopriamo, altre le intuiamo.
Diciamo che questo stile di Inarritu mi piace.

Poi concordo con Alex su Barcellona. Una scena in particolare è impressa, il panorama di quella che sembra una citta operaia, cupa, le gru sulla Sagrada Familia e poi si finisce nella stanza con Bardem. Ecco, se non ci fosse stata l'incompiuta di Gaudì, avrebbe potuto essere qualsiasi città. Anche qui mi ha dato la sensazione netta ancora di più che tutto è in funzione del protagonista, la trama e il luogo sono tratteggiate perché ci si deve focalizzare su di lui.

Questo è il suo stile, la durata è tipicamente sua come il ritmo. Non lo rivedrei eh, non subito :D però merita assolutamente una visione.


veramente ottimi spunti, complimenti

è proprio da quella inquadratura dall'alto che ho riconosciuto Barcelona, ma se non fosse per la Sagrada Familia, poteva essere benissimo qualsiasi città eppure ci sono scorci di placa catalunya, rambla, placa del rey posti solari e fantastici ma che nel film attraverso la fotografia sporca e le luci cupe non si notano quasi per nulla e forse anche questo è un elemento che sta ad indicare l'irrilevanza del resto rispetto alla storia del protagonista, anche più importante e tragica degli immigrati rimandati al proprio paese o di decine di cinesi sfruttati fino alla morte.
 
Ultima modifica:
Verissimo, questa seconda trilogia abbandona i tanti personaggi della prima per focalizzarsi sul personaggio principale
sinceramente non sono mai stato a Barcellona (ho visitato solo a sud l'andalusia) quindi tutti i vostri ragionamenti sulla città non li ho fatti, ma devo ammettere che pareva più una città messicana
è un aspetto che trovo interessante, nel senso che è giusto aprirci gli occhi anche sulla parte meno conosciuta della cittò, una parte che esiste e non va dimenticata
 
come giustamente avete detto voi poteva sembrare una qualunque caotica città di cultura latina (anche io non nascondo che ho avuto qualche difficoltà all'inizio per dare una collocazione geografica).
La scena dello "skyline" di barcellona con la Sagrada Familia è stata l'unica che ha reso riconoscibile il luogo.... e -voilà- ribaltamento di prospettiva, la camera si volta, e dall'esterno si va all'interno: ospedale, Uxbal che fa la chemio.
Vita e morte.
 
A me è piaciuto, dal punto di vista artistico anche tanto, però non lo rivedrei per i miei gusti.

Barcellona mai vista cosi cupa, si respira profonda tristezza e drammaticità in ogni momento, il materiale si scontra con lo spirituale. non sembra manco un film, è talmente realistico che durante la visione sicuramente non lo si vive come semplice intrattenimento ma più come una esperienza su una complessa situazione locale difficile, negli strati più bassi della società (quasi invisibili) da un lato e un caso umano e famigliare drammatico da un altro, il tutto legato da un filo di sovrannaturale che devo ancora capire se ci sta bene oppure no.

prova di Bardem magistrale, come se prendessimo una telecamera ce la mettessimo in spalla e seguissimo in modalità reality il quotidiano di una persona in difficoltà sotto vari aspetti e forse non raggiungeremmo manco i livelli alti presenti in questo film.

Concordo. È uno di quei film che ti danno un pugno allo stomaco, racconta una verità nascosta e gronda così tanto pessimismo che riguardarlo è masochistico. Un grande Javier Bardem. Ha pure il physique du rôle per impersonare il protagonista.
 
Biutiful non è un film, è un “documentario”. Un documentario sugli ultimi giorni di vita di un pover’uomo, ormai alla fine della propria esistenza, per colpa di un male incurabile. In Biutiful Iñárritu racchiude tutto quello che di difficile l’esperienza terrena può significare per un essere umano. Ma di solito ad ogni dolore, corrisponde una gioia, e viceversa. Per Uxbal/Bardem, la gioia risiede nella consapevolezza di sentirsi il padre di due figli eccezionali. Un padre che vuole essere ricordato, fino all’ultimo. La pellicola dura tanto, ben 144 minuti, molti dei quali trascorrono senza particolari spunti di interesse per lo spettatore. Se è vero che Iñárritu non ha avuto il dono della sintesi in questo film, è anche vero che il tempo trascorso per guardare la pellicola, serve tutto per comprendere affondo lo spessore emotivo e caratteriale di un personaggio altamente complesso, fornito di una particolare visione del mondo e di cosa sia giusto e cosa sbagliato. La storia che ci viene raccontata, come già qualcuno ha opportunamente fatto notare, tutto è, tranne che “Biutiful”. Il dolore che si assapora gustando la pellicola, colpisce appieno l’animo umano, lasciando molto spazio alle lacrime soprattutto nel finale. L’interpretazione di Javier Bardem poi, risulta encomiabile. Non a caso l’attore spagnolo è stato premiato con una candidatura agli Oscar come miglior attore protagonista, per questa toccante interpretazione. Film da vedere, specialmente per apprezzare la nostra vita, bella o brutta che sia, ma sicuramente meritevole di essere vissuta fino in fondo.

Sono molto contento che tutti abbiate apprezzato la pellicola, certamente di non facile digeribilità, ma a mio modo di vedere necessaria per ampliare i propri orizzonti cinematografici.

Ho editato il primo post con voti espressi e media voti :)
 
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