Il tuo reddito online

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
da "Metro" di oggi, 5/5/2008:

-----------------------------

Gli altri paesi:

(...)

Olanda:
le dichiarazioni dei redditi non sono rese pubbliche e non possono in alcuna maniera essere rese note a terzi

Portogallo:
Le dichiarazioni dei redditi sono private, eccezion fatta per chi ricopre un incarico pubblico (ministri, parlamentari, sindaci). In questo caso sono consegnate ad una corte speciale e possono essere consultate previa richiesta.

Grecia:
Le dichiarazioni dei redditi non sono pubbliche. Politici, giudici e giornalisti devono compilare un modulo chiamato "pothen esches" (in greco antico significa "da chi l'hai avuta"). Solo i politici sono tenuti a rendere pubblico il loro "pothen esches".

USA:
Le dichiarazioni dei redditi sono strettamente private.

Gran Bretagna:
L'Agenzia delle entrate inglese non consente a nessuno di consultare i suoi dati. L'unico modo per conoscere i redditi di qualcuno è nel corso di un processo o se un cittadino volontariamente rinuncia alla sua privacy.

Irlanda:
Sono pubblicati online solo i dati degli evasori fiscali. Attualmente sono 120.

Germania:
E' assolutamente vietato pubblicare i dati delle dichiarazioni dei redditi.

Finlandia:
Trasparenza totale in Finlandia, un paese dove basta inviare una richiesta via SMS per conoscere il reddito di chiunque. Comunque tutti i redditi sono pubblicati dal giornale Veropors.
 
Esiste la possibilità di avere una visura della camera di commercio o i dati del PRA online, in entrambi i casi la richiesta però è nominativa e neppure gratuita.
A parte tutto, la gazzarra sui redditi online mi sembra finalizzata a far rumore e distrarre...
Infatti, dopo aver saputo quanto dichiara il dirimpettaio che facciamo? Denunciamo il Sig. Rossi perchè stimiamo che abbia un tenore di vita "alto", implicitamente accusando l'ufficio imposte di non aver controllato, cioè di non aver fatto il proprio dovere?
Come motiviamo i "nostri" dubbi/invidie, visto che l'unico elemento sarebbe una dichiarazione e non abbiamo strumenti di verifica?
Pensiamo di risolvere il gettito troppo scarso con delazioni in stile DDR o Romania di Ceausescu?:eusa_think:
 
La maggior parte dei paesi civili li rende strettamente privati. Alla gogna mandiamo solo gli evasori.
 
Tuner ha scritto:
Esiste la possibilità di avere una visura della camera di commercio o i dati del PRA online, in entrambi i casi la richiesta però è nominativa e neppure gratuita.
A parte tutto, la gazzarra sui redditi online mi sembra finalizzata a far rumore e distrarre...
Infatti, dopo aver saputo quanto dichiara il dirimpettaio che facciamo? Denunciamo il Sig. Rossi perchè stimiamo che abbia un tenore di vita "alto", implicitamente accusando l'ufficio imposte di non aver controllato, cioè di non aver fatto il proprio dovere?
Come motiviamo i "nostri" dubbi/invidie, visto che l'unico elemento sarebbe una dichiarazione e non abbiamo strumenti di verifica?
Pensiamo di risolvere il gettito troppo scarso con delazioni in stile DDR o Romania di Ceausescu?:eusa_think:

Mega quote! :eusa_clap: :)
 
andresa ha scritto:
approximativamente..... sotto i 15.000 r$ di imponibile totale della famiglia non paghi tasse e sei esente anche dell'ICI....:D pero' devi avere solo 1 proprieta' immobile...... e l'immobile mi pare non debba superare il valore di piu' di 30.000R$ comunque sia ...sempre meglio che qua...in italia....

in ogni caso se residente puoi decidere se pagare in brasile o in italia.....riguardo i guadagni italiani...... quelli brasiliani conviene sempre pagarli in loco......:D le micro imprese hanno la possibilita' di pagare una tassa secca del 15% (mi pare sia appunto 15%) ma non devono superare un LUCRO superiore a xx(non so il valore)...

fine OT:

Grazie ..Andresa!!
sei stato chiarissimo.;)
 
Chi si ricorda qualche tempo fa....
I dipendenti, e ripeto dipendenti, dell'Ufficio delle Entrate che furono accusati di "spionaggio fiscale", e pagarono un prezzo salatissimo per aver "sbirciato le dichiarazioni altrui"?E' passato relativamente poco, circa 18 mesi.....
 
davidRN80 ha scritto:
Chi si ricorda qualche tempo fa....
I dipendenti, e ripeto dipendenti, dell'Ufficio delle Entrate che furono accusati di "spionaggio fiscale", e pagarono un prezzo salatissimo per aver "sbirciato le dichiarazioni altrui"?E' passato relativamente poco, circa 18 mesi.....

Si, ma guarda che poi la decisione di mettere i redditi on line la presa uno dei rappresentanti del governo, non un dipendente, e neanche un pincopallino qualunque...
 
davidRN80 ha scritto:
Chi si ricorda qualche tempo fa....
I dipendenti, e ripeto dipendenti, dell'Ufficio delle Entrate che furono accusati di "spionaggio fiscale", e pagarono un prezzo salatissimo per aver "sbirciato le dichiarazioni altrui"?E' passato relativamente poco, circa 18 mesi.....

In realtà ci fu' molto rumore per nulla (much ado about nothing), poiché alla fine non ci furono conseguenze per i dipendenti dell'AE.

Comunque oggi è arrivata la parola finale del garante:

«Illegittima diffusione online dei redditi»
Il Garante per la privacy: «Lo stop è definitivo, la consultabilità su Internet deve cessare»


ROMA - L'iniziativa della Agenzia delle Entrate di pubblicare online gli elenchi dei contribuenti è «illegittima». È quanto ha stabilito il Garante per la provacyu in merito alla diffusione online delle dichiarazioni dei contribuenti relative al 2005. «La modalità utilizzata dall'Agenzia è illegittima» spiega il Garante perché «la decisione dell'Agenzia contrasta con la normativa in materia». L'Autorità Garante per la privacy ha concluso così l'istruttoria avviata sulla diffusione, tramite il sito web dell'Agenzia, dei dati relativi alle dichiarazioni dei redditi degli italiani.

STOP DEFINITIVO - «Il Collegio (composto da Francesco Pizzetti, Giuseppe Chiaravalloti, Mauro Paissan, Giuseppe Fortunato), nel ribadire quanto già sostenuto nel provvedimento con il quale aveva immediatamente invitato a sospendere la pubblicazione online, - continua il Garante - ha stabilito che la modalità utilizzata dall'Agenzia è illegittima. L'Agenzia delle entrate dovrà quindi far cessare definitivamente l'indiscriminata consultabilità, tramite il sito, dei dati relativi alle dichiarazioni dei redditi per l'anno 2005».

«INIZIATIVA IN CONTRASTO CON LA NORMATIVA» - La decisione dell'Agenzia secondo il Garante contrasta con la normativa in materia dei dati personali. «In primo luogo - spiega l'Autorità - perchè il Dpr n.600/1973 stabilisce che al direttore dell'Agenzia delle entrate spetta solo il compito di fissare annualmente le modalità di formazione degli elenchi delle dichiarazioni dei redditi, non le modalità della loro pubblicazione, che rimangono prerogativa del legislatore. Attualmente - sottolinea il Garante -, per le dichiarazioni ai fini dell'imposta sui redditi, la legge prevede unicamente la distribuzione degli elenchi ai soli uffici territoriali dell'Agenzia e la loro trasmissione ai soli comuni interessati e sempre con riferimento ai contribuenti residenti nei singoli ambiti territoriali».

«SENZA "FILTRI"» - «L'inserimento dei dati in Internet, inoltre, appare di per sè non proporzionato rispetto alla finalità della conoscibilità di questi dati. L'uso di uno strumento come Internet rende indispensabili rigorose garanzie a tutela dei cittadini. L'immissione in Rete generalizzata e non protetta dei dati di tutti i contribuenti italiani (non sono stati previsti "filtri" per la consultazione online) da parte dell'Agenzia delle Entrate ha comportato una serie di conseguenze: la centralizzazione della consultazione a livello nazionale ha consentito, in poche ore, a numerosissimi utenti, non solo in Italia ma in ogni parte del mondo, di accedere a innumerevoli dati, di estrarne copia, di formare archivi, modificare ed elaborare i dati stessi, di creare liste di profilazione e immettere ulteriormente dati in circolazione, ponendo a rischio la loro stessa esattezza. Tale modalità ha, inoltre, dilatato senza limiti il periodo di conoscibilità di dati che la legge stabilisce invece in un anno. L'Autorità ha poi rilevato che non è stato chiesto al Garante il parere preventivo prescritto per legge».

«CONSEGUENZE DI CARATTERE CIVILE E PENALE» - L'ulteriore diffusione online delle dichiarazioni dei redditi «può esporre a conseguenze di carattere civile e penale». Il Garante della privacy dunque, dopo aver stabilito «illegittima» la modalità di diffusione dei redditi da parte dell'Agenzia delle Entrate, avvisa che dovrà essere bloccata la diffusione su tutta la rete Internet. Secondo l'Autorità, «va ritenuta illecita anche l'eventuale ulteriore diffusione dei dati dei contribuenti da parte di chiunque li abbia acquisiti, anche indirettamente, dal sito Web dell'Agenzia».

MEDIA - Tra le altre cose l'Autorità stabilisce che i mezzi d’informazione potranno rendere noti i dati dei contribuenti che, per il ruolo svolto, sono di sicuro interesse pubblico, a patto che le informazioni vengano reperite secondo la legge, cioè presso i Comuni.

|Corriere della Sera|
 
Per darsi da fare cosi' velocemente sicuramente c'erano anche le loro di dichiarazioni,e forse se ne vergognavano?Non mi sembra che gli organi competenti si siano dati tanto da fare ,per esempio,con la infrazione sul decoder unico............Si vede che non interessava.....
Saluti :D
Mac'se
 
Il garante della privacy che c'entra con il garante della comunicazione? Niente, sono due istituti diversi.
 
Magari articolerò meglio il mio pensiero domani.
Per ora, i miei due centesimi sull'argomento li sintetizzo così.
Io sono un quadro di 38 anni, avvocato specializzato in diritto societario.
Ho un buono stipendio, che mi consente di rientrare nel 9% di contribuenti IRPEF (fonte: Il Sole 24 Ore) che appartengono alle classi di reddito più alte.
Come? Ho letto bene? Io sto nel 9% dei più ricchi d'Italia?
Abito in affitto, giro con un'auto normalissima, faccio 10 giorni di ferie all'anno e sono ricco?
E la gente che mi passa in tangenziale con Porsche, Audi Q7, BMW etc. chi è? Quelli coi barconi ormeggiati a Portofino? Con gli chalets?
Da liberale, io avrei anche qualche dubbio sulla pubblicazione di questi dati.
Da liberale italiano, ne ho meno.
My 2 cents.
 
Ultima modifica:
alex86 ha scritto:
Il garante della privacy che c'entra con il garante della comunicazione? Niente, sono due istituti diversi.
Ho detto gli organi competenti,non il garante della privacy.Solo per far notare che quando pestano i piedi a loro,lavorano....
Saluti :D
Mac'se
 
Mah...In realtà la legge sul decoder unico era una legge ad personam per Tele+ e Stream, per regolarizzare una situazione che de facto era difficile da gestire (squadre di una o dell'altra piattaforma) e che pertanto, per una visione completa del campionato, era necessario avere due decoder o due decodificatori da inserire nel proprio apparato. Decadute le due società, con il placet dell'esecutivo e del legislatore, la legge ha finito il suo compito storico...Fino all'abrogazione definitiva del 2005.

Fine OT
 
Apro OT.
...la legge sul decoder unico tutelava i consumatori ed il libero mercato. E' stata l'abrogazione della legge suddetta ad essere ad personam, in particolare pro SKY e pro AGCOM.
La decadenza della legge suddetta ha infatti cancellato il reato, ovvero 2 anni di palesi violazioni di legge nell'indifferenza "connivente" degli organi competenti.
...sulle conseguenze, sorvolo.
Chiudo OT.
 
Guarda, l'evoluzione del mercato della pay tv in Italia ha generato l'inutilità della legge suddetta. E' il mercato che si è autotutelato a fronte di un possibile fallimento di Stream e Tele+ con la costituzione di un grande gruppo che ha fatto passi avanti consistenti.
La legge sul decoder unico non la giudico, poteva pure essere un'ottima tutela dei consumatori, non lo metto in dubbio. Però frammentava il sistema della pay tv con mille decoder che rendevano impossibile la fruizione di alcuni servizi.
Tutti però sanno che era stata creata ad hoc di fronte alla persisente presenza nelle case degli italiani di due decoder: l'Italtel di Stream e il goldbox di Tele+. Solo una minoranza, infatti, disponeva di decoder common interface che potevano interpretare correttamente gli effetti della legge. Il mercato però, che è sovrano, non ha premiato la scelta di decoder privati. E lo dico in un forum di appassionati, dove la maggior parte ha invece fatto questa scelta.

Ari fine OT :D
 
alex86 ha scritto:
Solo una minoranza, infatti, disponeva di decoder common interface che potevano interpretare correttamente gli effetti della legge. Il mercato però, che è sovrano, non ha premiato la scelta di decoder privati. E lo dico in un forum di appassionati, dove la maggior parte ha invece fatto questa scelta.

Ari fine OT :D
Non credo che sia una minoranza, sicuramente i common interface superano i 4milioni di abbonati a sky. Per non parlare poi che, o di dritto o di rovescio, si è superata l'esclusiva del decoder NDS sky per accedere ai canali della piattaforma nostrana:evil5:
Ari-ari-ari.o..........T
 
Killakid ha scritto:
....Io sono un quadro di 38 anni, avvocato specializzato in diritto societario.
Ho un buono stipendio, che mi consente di rientrare nel 9% di contribuenti IRPEF
(fonte: Il Sole 24 Ore) che appartengono alle classi di reddito più alte.
Come? Ho letto bene? Io sto nel 9% dei più ricchi d'Italia?
Abito in affitto, giro con un'auto normalissima, faccio 10 giorni di ferie all'anno e sono ricco?
E la gente che mi passa in tangenziale con Porsche, Audi Q7, BMW etc. chi è? Quelli coi barconi ormeggiati a Portofino? Con gli chalets?
Da liberale, io avrei anche qualche dubbio sulla pubblicazione di questi dati.
Da liberale italiano, ne ho meno.
My 2 cents.
mi trovo in una situazione molto simile...:icon_redface: ;)
e come te, se credessi al rapporto univoco cittadino/stato,
concordo che non dovevano pubblicarle per accontentare
la morbosa curiosità comaresca dell'italiano medio...:icon_rolleyes:

ma, nutrendo alcuni dubbi sul rapporto sopracitato, l'indecisione continua!:icon_twisted:
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Indietro
Alto Basso