semolato ha scritto:
Continuate pure a scannarvi pensando che il vostro vicino di casa evada le tasse, o che il ricco nord-est non paghi il fisco.
Io ci sono nato, ci vivo e ci lavoro nel ricco nord (a metà esatta tra est e ovest, ossia Milano). Faccio l'avvocato societario, non l'entomologo.
Non sono certo di sinistra, anzi.
Quindi provo a ripetere quel che ho (probabilmente) espresso male.
A me non interessa se Pippo, che vedo tutti i giorni nel mio baretto, al ristorante, in tangenziale o dovediavolo, evade l'IRPEF, l'IRES e l'IRAP (usando una società-schermo) o l'IVA.
Quel che mi interessa è che Pippo, che dichiara poco o nulla, vive clamorosamente al di sopra delle possibilità derivanti dal suo reddito dichiarato.
Tralasciando i fenomeni dichiaratamente criminali, che poco hanno a che fare con questo discorso, resta un fatto.
Che
i) una percentuale enorme di persone per qualsiasi nazione civile e
ii) essendo irrilevante cosa queste persone facciano (anche se sono insegnanti pubblici che danno ripetizioni in nero, e così anche il popolo delle partite IVA è contento), evade il fisco.
Questa non è una faccenda che si risolve sventolando le bandierine, rosse, azzurre o verdi, con camicie e cravatte in pendant.
Infatti, uno dei paesi più liberisti del mondo (gli USA) è anche uno dei paesi che più severamente puniscono l'evasione fiscale (anche con strumenti squisitamente penali come la reclusione).
L'articolo citato dice una cosa per me lampante e che conferma quel che sostengo. Ossia, che tolto crimine e grandi imprese (110 €mld su 316 pari al 34%), per il resto l'evasione è riconducibile - direttamente o indirettamente - a persone fisiche (il reddito da lavoro in nero è percepito da persone fisiche),ossia il Pippo di cui sopra.
In conclusione, il paventato astio sociale non sarà generato da questo fatterello (chè di ciò si tratta), ma dalla situazione corrente.