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Pare che murdoch insieme alle club principali d'europa voglia cancellar le competizioni europee a favore d'un gran campionato.
Magari SE si realizza, sarà tra 6-7anni...
MILANO, 13 giugno 2012 - I primi passi verso la nascita di una
Superlega Europea sono stati mossi ieri sera, in
uno dei monumenti del neoclassicismo milanese,
Villa Reale. In pieno centro a Milano invitati dalla
News Corporation, il principale investitore
internazionale in diritti sportivi, si sono ritrovati
dirigenti di grido del mondo del pallone,
amministratori delegati dei più importanti top
investitor di Sky e personaggi di spicco
del mondo della finanza. Ufficialmente il
calcio è stato un argomento di contorno,
non certo all'ordine del giorno, ma in realtà tra i
tavoli della cena di gala con menù a base di
pesce si è parlato molto della Superlega
europea, l'obiettivo sempre meno nascosto dei top club
del Vecchio Continente.
MURDOCH SPINGE - A tifare per la rivoluzione
copernicana del mondo del pallone è soprattutto
Rupert Murdoch, il magnate australiano di
nazionalità statunitense che fiuta un business
milionario dopo un investimento (in diritti tv) che
comunque sarebbe corposo in un momento di
crisi delleconomia mondiale. L'idea, in passato
già sponsorizzata dalle società riunite nell'Eca,
pare sia stata rilanciata in questi giorni proprio
dal grande boss della tv mondiale, ieri sera
presentatosi insieme al figlio James e a José
Maria Aznar, ex premier spagnolo e adesso
membro del board di News Corp. Trovarsi a
cena insieme a presidenti tanto influenti nel
panorama calcistico internazionale non ha fatto
altro che rafforzare l'idea di Murdoch che ieri sera
ha approfondito il discorso con Sandro Rosell, il
numero uno del Barcellona arrivato
appositamente a Milano in mattinata
insieme al dirigente blaugrana che si
occupa dei diritti televisivi, con il
presidente dell'Inter Massimo Moratti e il
figlio Angelomario, il presidente della Juventus
Andrea Agnelli, il patron del Napoli Aurelio De Laurentiis, il
direttore organizzativo del Milan Umberto
Gandini (Galliani era a Parigi per la trattativa di
Thiago Silva) e il presidente onorario del Bayern
Monaco, Franz Beckenbauer.
ORGANIZZAZIONE - Il modello della Superlega è noto: un torneo riservato ai top club
dei 5 più importanti campionati europei (Premier League, Liga, Serie A, Bundesliga e
Ligue 1), senza retrocessioni e senza nuovi innesti (almeno nella fase iniziale). Una
specie di Nba in salsa europea, anche se il nuovo torneo andrebbe "mixato" con i
campionati nazionali che certo non potrebbero scomparire anche se obbligatoriamente
vedrebbero ridotto il numero delle formazioni partecipanti. E non a caso anche l'attuale
(dimissionario) presidente della Lega di Serie A, Maurizio Beretta, ieri sera era
presente e ha ascoltato le chiacchiere in libertà dei proprietari dei club con Murdoch.
Non sono mancati neppure il numero della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, il
responsabile della gestione sportiva del Cavallino, Stefano
Domenicali, gli organizzatori del torneo di Wimbledon,
Briatore e i volti noti di Sky (Gianluca Vialli, Paolo Rossi,
Simona Ventura, Ilaria DAmico, Antonio Rossi, Yuri Chechi e
Fiona May).
PREVISIONI - Difficile ipotizzare una data di partenza della
Superlega europea perché in questo momento ci sono
troppe incognite, troppi nodi da sciogliere, ma il fatto che
alcuni tra i più importanti protagonisti del panorama calcistico ne abbiamo discusso a
margine della serata organizzata dalla New Corp (stasera bis a Roma con le istituzioni
e il mondo della politica) lascia intendere che il progetto è serio e che le grandi del
Vecchio Continente, sempre interessate a nuovi introiti, stiano prendendo in seria
considerazione l'idea. Il varo della nuova Lega segnerebbe l'addio alla Champions
League e all'Europa League. Si andrebbe verso un calcio ancora più globale, con le tv
al centro di tutto, con l'obiettivo di riportare la gente allo stadio con grandi sfide ogni
settimana. Le piccole inevitabilmente perderebbero terreno e il calcio sarebbe ancora
meno romantico e più legato al business. Servirà ancora tempo, ma la strada
imboccata è questa. Murdoch spinge e i presidenti non sembrano insensibili. Il futuro è
sempre più vicino.
Fonte: Il Corriere dello Sport (articolo a firma di Guadagno-Ramazzotti)
Magari SE si realizza, sarà tra 6-7anni...
MILANO, 13 giugno 2012 - I primi passi verso la nascita di una
Superlega Europea sono stati mossi ieri sera, in
uno dei monumenti del neoclassicismo milanese,
Villa Reale. In pieno centro a Milano invitati dalla
News Corporation, il principale investitore
internazionale in diritti sportivi, si sono ritrovati
dirigenti di grido del mondo del pallone,
amministratori delegati dei più importanti top
investitor di Sky e personaggi di spicco
del mondo della finanza. Ufficialmente il
calcio è stato un argomento di contorno,
non certo all'ordine del giorno, ma in realtà tra i
tavoli della cena di gala con menù a base di
pesce si è parlato molto della Superlega
europea, l'obiettivo sempre meno nascosto dei top club
del Vecchio Continente.
MURDOCH SPINGE - A tifare per la rivoluzione
copernicana del mondo del pallone è soprattutto
Rupert Murdoch, il magnate australiano di
nazionalità statunitense che fiuta un business
milionario dopo un investimento (in diritti tv) che
comunque sarebbe corposo in un momento di
crisi delleconomia mondiale. L'idea, in passato
già sponsorizzata dalle società riunite nell'Eca,
pare sia stata rilanciata in questi giorni proprio
dal grande boss della tv mondiale, ieri sera
presentatosi insieme al figlio James e a José
Maria Aznar, ex premier spagnolo e adesso
membro del board di News Corp. Trovarsi a
cena insieme a presidenti tanto influenti nel
panorama calcistico internazionale non ha fatto
altro che rafforzare l'idea di Murdoch che ieri sera
ha approfondito il discorso con Sandro Rosell, il
numero uno del Barcellona arrivato
appositamente a Milano in mattinata
insieme al dirigente blaugrana che si
occupa dei diritti televisivi, con il
presidente dell'Inter Massimo Moratti e il
figlio Angelomario, il presidente della Juventus
Andrea Agnelli, il patron del Napoli Aurelio De Laurentiis, il
direttore organizzativo del Milan Umberto
Gandini (Galliani era a Parigi per la trattativa di
Thiago Silva) e il presidente onorario del Bayern
Monaco, Franz Beckenbauer.
ORGANIZZAZIONE - Il modello della Superlega è noto: un torneo riservato ai top club
dei 5 più importanti campionati europei (Premier League, Liga, Serie A, Bundesliga e
Ligue 1), senza retrocessioni e senza nuovi innesti (almeno nella fase iniziale). Una
specie di Nba in salsa europea, anche se il nuovo torneo andrebbe "mixato" con i
campionati nazionali che certo non potrebbero scomparire anche se obbligatoriamente
vedrebbero ridotto il numero delle formazioni partecipanti. E non a caso anche l'attuale
(dimissionario) presidente della Lega di Serie A, Maurizio Beretta, ieri sera era
presente e ha ascoltato le chiacchiere in libertà dei proprietari dei club con Murdoch.
Non sono mancati neppure il numero della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, il
responsabile della gestione sportiva del Cavallino, Stefano
Domenicali, gli organizzatori del torneo di Wimbledon,
Briatore e i volti noti di Sky (Gianluca Vialli, Paolo Rossi,
Simona Ventura, Ilaria DAmico, Antonio Rossi, Yuri Chechi e
Fiona May).
PREVISIONI - Difficile ipotizzare una data di partenza della
Superlega europea perché in questo momento ci sono
troppe incognite, troppi nodi da sciogliere, ma il fatto che
alcuni tra i più importanti protagonisti del panorama calcistico ne abbiamo discusso a
margine della serata organizzata dalla New Corp (stasera bis a Roma con le istituzioni
e il mondo della politica) lascia intendere che il progetto è serio e che le grandi del
Vecchio Continente, sempre interessate a nuovi introiti, stiano prendendo in seria
considerazione l'idea. Il varo della nuova Lega segnerebbe l'addio alla Champions
League e all'Europa League. Si andrebbe verso un calcio ancora più globale, con le tv
al centro di tutto, con l'obiettivo di riportare la gente allo stadio con grandi sfide ogni
settimana. Le piccole inevitabilmente perderebbero terreno e il calcio sarebbe ancora
meno romantico e più legato al business. Servirà ancora tempo, ma la strada
imboccata è questa. Murdoch spinge e i presidenti non sembrano insensibili. Il futuro è
sempre più vicino.
Fonte: Il Corriere dello Sport (articolo a firma di Guadagno-Ramazzotti)
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