Peder
Digital-Forum Silver Master
- Registrato
- 4 Giugno 2007
- Messaggi
- 2.384
Nell'anno dell'EXPO, dell'alimentazione intelligente e dell'attenzione doverosa all'ambiente che ci è stato gentilmente donato, ho pensato di far cosa gradita riproponendo [parzialmente] l'Editoriale di Quattroruote dell'Ottobre 2013 [leggermente riadattato, proprio perché sono passati quasi due anni].
Senza offesa, con un sorriso sulle labbra...
---
Per tantissimi è l'uomo dell'anno, per altri addirittura l'uomo di questo millennio.
Di sicuro il Pontefice sta sorprendendo giorno dopo giorno per quello che dice e, soprattutto, per quello che fa.
Anzi, per come lo fa.
Ogni sua azione si porta dietro titoloni sui giornali e l'incredulità, quasi sempre incantata, dei fedeli che hanno trovato in lui modi di fare che riconciliano con una Chiesa che aveva un grande bisogno di riavvicinarsi alla gente comune.
Sullo scranno che fu dell'apostolo Pietro, in pochi mesi ha già infilato una sequenza di perle che altri suoi predecessori hanno faticato a mettere insieme in tutta la vita, ma qualche volta la sua evidente generosità lo porta a strafare, perché non sempre andare oltre significa anche marciare bene.
Anche recentemente con l'automobile avuta in dono da un Parroco del Veronese e che è finita in primo piano su tutti i media quale simbolo di frugalità portata la limite più alto:
una vecchia Renault 4 del 1970 che adesso viene regolarmente usata dentro le mura vaticane.
Quel modello a suo tempo, e per tanto tempo, fu un simbolo di intelligenza progettuale perché pensato per chi voleva avere tutto per pochi quattrini.
La storia dice anche che fu prodotta ininterrottamente per 22 anni e venduta in oltre 8 milioni di esemplari.
Una pietra miliare, insomma, che in maniera laica noi appassionati di automobili abbiamo sempre elogiato, ma che chi rappresenta un punto di riferimento per il mondo intero non dovrebbe ostentare perché il suo uso è al tempo diseducativo e irrispettoso verso chi, in mezzo secolo, ha tanto fatto e progredito a vantaggio della sicurezza e dell'ambiente.
Da cinquant'anni i costruttori, messi sotto pressione blandamente dai legislatori ma in modo ossessivo dalle varie associazioni dei consumatori, si sono dovuti piegare alla necessità di far progredire i loro prodotti per renderli sempre più sicuri.
Risultato: il numero dei morti sulle strade si è ridotto in maniera incredibile e, allo stesso tempo, i costi sociali si sono ridimensionati.
Tenere la barra nei vari decenni è sempre stato difficile, oltre che assai dispendioso.
Ma i progressi sono stati eccezionali, in particolare sulle vetture più piccole, quelle di solito più accessibili a chi dispone di minor contante.
Parallelamente, da almeno un ventennio, cioè da quando la coscienza ambientalista ha iniziato a fare breccia nel pensare comune, si stanno facendo passi straordinari sotto l'aspetto della riduzione delle emissioni nocive.
Le vetture moderne, va ricordato, non sono diventate "pulite", e forse non si arriverà mai a produrre veicoli non inquinanti al 100%, dato che nemmeno l'auto elettrica lo può essere, consumando energia che in qualche modo deve pur essere prodotta.
Ma un tempo gli scarichi uccidevano in pochi minuti, mentre oggi, almeno, lo fanno in lassi di tempo molto più lunghi.
Ecco, questo grande sforzo, che tutta la civiltà moderna sta cercando di portare avanti, andrebbe esaltato con l'esempio di chi sta in testa a tutto e a tutti.
Nel parco auto nei garage vaticani si potrebbe pescare a mani basse.
Addirittura si potrebbe restare fedeli alla marca della cara R4 con l'imbarazzo della scelta tra due gemelle "povere", innovative e verdi: due Kangoo elettriche donate al suo predecessore.
Questo sì che può essere il messaggio giusto: una vettura che è tutto fuorché ostentazione, ma che è attenta alla sicurezza attiva e passiva ed è mossa da un motore il meno velenoso possibile.
Per i Paesi più evoluti, ma soprattutto per quelli emergenti, oggi i primi inquinatori del pianeta, sarebbe un segnale forte; l'indicazione dall'alto della via da seguire: niente eccessi inutili, niente sfarzo e tanta sensibilità ambientale.
Farlo non è difficile: nel contempo la R4 potrà fare buona compagnia alle sontuose limousine che usava Pio XII.
---
I tempi sono cambiati.
Sono passati quasi due anni.
Evviva la Renault!
Evviva la tecnologia!

Senza offesa, con un sorriso sulle labbra...
---
Per tantissimi è l'uomo dell'anno, per altri addirittura l'uomo di questo millennio.
Di sicuro il Pontefice sta sorprendendo giorno dopo giorno per quello che dice e, soprattutto, per quello che fa.
Anzi, per come lo fa.
Ogni sua azione si porta dietro titoloni sui giornali e l'incredulità, quasi sempre incantata, dei fedeli che hanno trovato in lui modi di fare che riconciliano con una Chiesa che aveva un grande bisogno di riavvicinarsi alla gente comune.
Sullo scranno che fu dell'apostolo Pietro, in pochi mesi ha già infilato una sequenza di perle che altri suoi predecessori hanno faticato a mettere insieme in tutta la vita, ma qualche volta la sua evidente generosità lo porta a strafare, perché non sempre andare oltre significa anche marciare bene.
Anche recentemente con l'automobile avuta in dono da un Parroco del Veronese e che è finita in primo piano su tutti i media quale simbolo di frugalità portata la limite più alto:
una vecchia Renault 4 del 1970 che adesso viene regolarmente usata dentro le mura vaticane.
Quel modello a suo tempo, e per tanto tempo, fu un simbolo di intelligenza progettuale perché pensato per chi voleva avere tutto per pochi quattrini.
La storia dice anche che fu prodotta ininterrottamente per 22 anni e venduta in oltre 8 milioni di esemplari.
Una pietra miliare, insomma, che in maniera laica noi appassionati di automobili abbiamo sempre elogiato, ma che chi rappresenta un punto di riferimento per il mondo intero non dovrebbe ostentare perché il suo uso è al tempo diseducativo e irrispettoso verso chi, in mezzo secolo, ha tanto fatto e progredito a vantaggio della sicurezza e dell'ambiente.
Da cinquant'anni i costruttori, messi sotto pressione blandamente dai legislatori ma in modo ossessivo dalle varie associazioni dei consumatori, si sono dovuti piegare alla necessità di far progredire i loro prodotti per renderli sempre più sicuri.
Risultato: il numero dei morti sulle strade si è ridotto in maniera incredibile e, allo stesso tempo, i costi sociali si sono ridimensionati.
Tenere la barra nei vari decenni è sempre stato difficile, oltre che assai dispendioso.
Ma i progressi sono stati eccezionali, in particolare sulle vetture più piccole, quelle di solito più accessibili a chi dispone di minor contante.
Parallelamente, da almeno un ventennio, cioè da quando la coscienza ambientalista ha iniziato a fare breccia nel pensare comune, si stanno facendo passi straordinari sotto l'aspetto della riduzione delle emissioni nocive.
Le vetture moderne, va ricordato, non sono diventate "pulite", e forse non si arriverà mai a produrre veicoli non inquinanti al 100%, dato che nemmeno l'auto elettrica lo può essere, consumando energia che in qualche modo deve pur essere prodotta.
Ma un tempo gli scarichi uccidevano in pochi minuti, mentre oggi, almeno, lo fanno in lassi di tempo molto più lunghi.
Ecco, questo grande sforzo, che tutta la civiltà moderna sta cercando di portare avanti, andrebbe esaltato con l'esempio di chi sta in testa a tutto e a tutti.
Nel parco auto nei garage vaticani si potrebbe pescare a mani basse.
Addirittura si potrebbe restare fedeli alla marca della cara R4 con l'imbarazzo della scelta tra due gemelle "povere", innovative e verdi: due Kangoo elettriche donate al suo predecessore.
Questo sì che può essere il messaggio giusto: una vettura che è tutto fuorché ostentazione, ma che è attenta alla sicurezza attiva e passiva ed è mossa da un motore il meno velenoso possibile.
Per i Paesi più evoluti, ma soprattutto per quelli emergenti, oggi i primi inquinatori del pianeta, sarebbe un segnale forte; l'indicazione dall'alto della via da seguire: niente eccessi inutili, niente sfarzo e tanta sensibilità ambientale.
Farlo non è difficile: nel contempo la R4 potrà fare buona compagnia alle sontuose limousine che usava Pio XII.
---
I tempi sono cambiati.
Sono passati quasi due anni.
Evviva la Renault!
Evviva la tecnologia!