Ma si puo' esprimere

Ho vissuto un'esperienza uguale a quella di Eluana con un mio amico che a 18 anni è entrato in "coma vigile" ed è morto per arresto cardiaco 15 anni dopo.
La madre che lo assiteva quasi costantemente è morta poco dopo.
Solo dal punto di vista di amico la situazione è terribile. Anche se ora che sono genitore posso solo immaginare cosa si provi a vedere il proprio figlio in quelle condizioni.

Detto questo, il mio punto di vista è che se una persona ha scelto liberamente di non vegetare in tali condizioni ha tutto il diritto di essere lascaiata morire.
Mi rabbrividisce il come lascerebbero morire la povera Eluana.
Credo che se lei potesse scegliere, sceglierebbe senz'altro una morte molto più veloce ed indolore (eutanasia) e sicuramente anche i suoi genitori.

Va anche detto che ai tempi del mio amico le istituzioni sono state moooolto assenti, le stesse attenzioni di amici, parenti e conoscenti, con il passare del tempo si diradano...... alla fine rimangono soli figi e genitoricon il loro problema ed il loro dolore.

Ciao
 
Lo Stato ha agito ed ha fatto benissimo, anche se con gravissimo ritardo, a tutelare la dignità dell'individuo, dignità che consiste anche nella possibilità di non subire, in ossequio ad una fede di altri, ovvero a causa di motivazioni sostanzialmente confessionali, un esistenza surrettizia ed artificiale, che molti, me compreso, reputano indegna di un essere umano.
Credo che roddy intendesse dire che lo Stato non dovrebbe aver titolo per giudicare, e questo, limitatamente alle scelte etiche individuali.
Poichè libertà confligge con imposizione, i fautori del "la spina non si stacca mai" devono essere lasciati certi che nessuno la staccherà, ma solo nel caso in cui si trattasse di loro stessi.:icon_rolleyes:


alex86 ha scritto:
Allora lo stato non dovrebbe neanche sentenziare. La magistratura fa parte dello stato.

Ma siccome lo stato ormai ha agito, tanto vale mettere dei paletti.
 
Detto questo, il mio punto di vista è che se una persona ha scelto liberamente di non vegetare in tali condizioni ha tutto il diritto di essere lascaiata morire.
Il punto è che non ha mai scelto. Il padre dice che Eluana avrebbe manifestato tale intenzione, ma non c'è nulla di provabile.

Tuner ha scritto:
Lo Stato ha agito ed ha fatto benissimo
Il tuo socio diceva il contrario.

dignità che consiste anche nella possibilità di non subire, in ossequio ad una fede di altri, ovvero a causa di motivazioni sostanzialmente confessionali, un esistenza surrettizia ed artificiale, che molti, me compreso, reputano indegna di un essere umano.
Non c'entra niente.

Poichè libertà confligge con imposizione, i fautori del "la spina non si stacca mai" devono essere lasciati certi che nessuno la staccherà, ma solo nel caso in cui si trattasse di loro stessi.
E questo io vorrei che sia, infatti. Viceversa in caso di omessa dichiarazione, come Eluana, che fare?
 
Solo in Italia succedono queste cose

Non voglio entrare nel merito, non essendo nemmeno in grado di entrarci
( personalmente sono favorevole al volere del padre) ma mi chiedo............c'è una sentenza che acconsente di staccare questo benedetto sondino (sono lombardo, cattolico e di destra) ma c'è un Signore (leggi Formigoni) che pensa di essere superiore ai tribunali dicendo che in Lombardia non c'è una struttura disponibile.
Se fossi il Signor Englaro a costo di perdere ancora qualche mese PRETENDEREI che una struttura lombarda (regione in cui ha sempre vissuto Eluana) facesse semplicemente quello che un tribunale italiano (mi sembra che la Lombardia sia una regione dell' Italia) ha sancito.
 
alex86 ha scritto:
Il punto è che non ha mai scelto. Il padre dice che Eluana avrebbe manifestato tale intenzione, ma non c'è nulla di provabile.
Sono troppo misericordioso ed umano per augurarti di doverti scontrare, nella tua vita, con episodi in cui perfetti estranei, non solo si arrogano il diritto di decidere in tua vece, ma addirittura, in nome delle loro idee, ti umiliano dicendo che quanto tu sai (benissimo) dei tuoi cari, in piena coscienza: "...non è provabile".

alex86 ha scritto:
Il tuo socio diceva il contrario.
Non ho soci, qui, ed è quasi mezzo secolo che mi esprimo sempre in perfetta autonomia e mai per partito preso.

alex86 ha scritto:
Non c'entra niente.
C'entra, eccome se c'entra. Nuovamente, ti auguro di non dover mai sperimentare cosa succede ad un corpo immobile in un letto, magari anche martoriato da terapie di sostenimento, perlatro perfettamente inutili.

alex86 ha scritto:
E questo io vorrei che sia, infatti. Viceversa in caso di omessa dichiarazione, come Eluana, che fare?
La risposta a questa domanda è contenuta nella riflessione circa il dubbio che un padre, dopo aver accudito per così tanti anni una figlia e dichiarando sempre la stessa cosa, meriti anche insinuazioni simili.
 
Ultima modifica:
ti umiliano dicendo che quanto tu sai benissimo, dei tuoi cari, in piena coscienza: "...non è provabile"

E' semplicemente una cosa oggettiva. Il fatto che nessun essere umano, nessun genitore, vorrebbe arrivare ad una scelta simile fa certamente pendere la bilancia nei confronti di quest'uomo. Ma il fatto della non provabilità è tale e incontrovertibile. Questo non vuol dire che si possa non procedere, sia ben chiaro.

Non ho soci, qui, ed è quasi mezzo secolo che mi esprimo sempre in autonomia e non per partito preso...
No vabbè, mi riferivo al thread della crisi economica. Socio nel senso che dibattete spesso voi due.

C'entra, eccome se c'entra. Nuovamente, ti auguro di non dover mai sperimentare cosa succede ad un corpo immobile in un letto, magari anche martoriato da terapie di sostenimento perfettamente inutili
Vabbè, ho capito, me la stai tirando...Inizio con gli scongiuri.
Comunque di perfettamente inutile al mondo esiste ben poco.

meriti insinuazioni simili.
Non è una questione di meritare: ovvio che non lo merita. E' una questione di tutela di un soggetto debole, così come prevede l'ordinamento.
 
Mi aspettavo che prima o poi venisse proposto l'argomento. :icon_rolleyes:
Sulla vicenda di questa povera ragazza e dello sfortunatissimo padre, penso sia stato detto tutto e il contrario di tutto. Ma soprattutto mi pare evidente che ci sia stata una totale mancanza di rispetto. :sad:
Anzi, no. Vere e proprie aggressioni.
Proclamare quasi con ferocia (anzi, senza quasi) che la decisione definitiva circa la volontà di quest'uomo volontà è un omicidio... Secondo me è proprio con questa sparata che si è toccato il fondo. :eusa_wall:
...Sparata espressa poi da personaggi che immagino figli non ne abbiano. :mad:
Mi sembra comunque che siamo tutti d'accordo sulla necessità di una legge sul testamento biologico.
Certo sarà difficile tenere conto di tutte le "anime" che interverranno in tal senso, certo è che a mio parere la volontà dell'individuo deve essere assolutamente prioritaria.
Ho avuto i brividi quando in una delle tante (troppe) trasmissioni che hanno morbosamente cavalcato l'onda di questa notizia (si trattava in questo caso di "Porta a Porta") mi è capitato di ascoltare una delle idee proposte sul tema del testamento biologico e leggi relative: tale idea (non ricordo che dei presenti la proponeva) consisteva nel sottoporre pazienti in coma ad alimentazione ed idratazione forzata anche se in presenza di diverse volontà... A TUTELA DEL PAZIENTE, casomai si risvegliasse (il tutto senza peraltro distinguere cause che lo provocano e relative tipologie di coma)! :5eek: :eusa_wall: :eusa_wall: :eusa_wall:
In che mani...! :eusa_wall:

Sentite, io non vorrei fare la vittima, ma sia pure in modo infinitesimo rispetto al Signor Englaro, ho passato momenti di questo tipo. Con mia madre, in coma per un certo periodo per un glioblastoma (tumore cerebrale inguaribile). E con mio padre e mia sorella che in presenza di crisi respiratorie, cardiache, piaghe e quant'altro pretendevano ad ogni costo la rianimazione ad ogni evento più critico. Incluso il giorno prima della sua morte "definitva" (preché altrimenti sarebbe successo prima), quando finalmente almeno mia sorella si rese conto e realizzò finalmente l'assurdità della situazione.
E questa "parentesi" nel nostro caso "per fortuna" durò "solo" due mesi. :sad:
Sono convinto però che questa testimonianza (della quale tra l'altro già parlai diverso tempo fa, in occasione di analoghe riflessioni su Terry Schiavo, negli Stati Uniti) non rappresenti una mancanza di rispetto nei confronti dei miei familiari, né di chi è passato a miglior vita.
Dico di più. Una volta preso atto della situazione raccapricciante in cui era precipitata, se fosse dipeso da me e se ne avessi avuto legalmente la possibilità, l'avrei certo aiutata a passare oltre. Sia per lei che per noi, lo dico senza finzioni e soprattutto senza ipocrisie.
...Senza contare che lei stessa, se per caso capitava l'argomento (magari venendo a conoscenza di situazioni tragiche di qualche conoscente o di casi raccontati in TV) spesse volte diceva, in tempi sicuramente non sospetti, che MAI avrebbe voluto né patire soferenze simili, né tantomeno essere totalmente dipendente da qualcuno/qualcosa e avrebbe preferito che tutto si concludesse in modo rapido ed indolore.
E magari, in questo come in migliaia di altri casi, un familiare si deve anche sentire dire da "organi superiori", che ciò che diceva un congiunto potrebbe non essere vero, ma frutto di una propria invenzione. :eusa_wall:
 
alex86 ha scritto:
E' semplicemente una cosa oggettiva. Il fatto che nessun essere umano, nessun genitore, vorrebbe arrivare ad una scelta simile fa certamente pendere la bilancia nei confronti di quest'uomo. Ma il fatto della non provabilità è tale e incontrovertibile. Questo non vuol dire che si possa non procedere, sia ben chiaro.
Qui non si parla di dati oggettivi o di fatti, ma di valutazioni etiche e soggettive sulla vita e sulla dignità, tantomeno di situazioni lontane dall'essere già consolidate nel tempo (anni).
Un individuo ha diritto di continuare a vivere comunque, anche se la sua fosse un esistenza di totale sofferenza e dipendenza, perfino se fosse soltanto surrettizia, ovvero inconsapevole ed artificiale. Questo individuo, però, non può e non deve condizionare la libertà di chi pensa, invece, che soffrire senza speranza (e far soffrire) sia inutile, che un'esistenza di totale dipendenza, magari anche inconsapevole ed artificiale non sia dignitosa, che il suo stato vegetativo e pietoso sia degradante per sè stesso e costituisca un'inutile ed immane sofferenza anche per i propri cari, un annullamento della vita per i familiari che lo/la assistono. (prima di parlare a vanvera, bisognerebbe stare qualche anno con malati terminali non autosufficienti bloccati in un letto. Se un genitore soffre e si ritrova il resto della sua vita distrutta, un figlio giovane potrebbe anche trovarsi in condizione peggiore)
Anche senza testamenti biologici, ovvero ricorrendo alle persone più vicine, è facile desumere il pensiero che ognuno di noi ha al proposito, e non c'è proprio alcun bisogno che questo pensiero sia espresso esplicitamente.
Lascerei il testamento biologico a chi vuole ad ogni costo essere tenuto in vita e diffida del suo prossimo più vicino.


alex86 ha scritto:
Non è una questione di meritare: ovvio che non lo merita. E' una questione di tutela di un soggetto debole, così come prevede l'ordinamento.
Ammettiamo che il soggetto debole avesse preferito che la sua vita si fosse conclusa, diciamo 15 anni fa, a suo modo di vedere più dignitosamente ed evitando inutili ed ulteriori sofferenze ai familiari, di quale tutela ha beneficiato?
 
Tuner ha scritto:
[...]non può e non deve condizionare la libertà di chi pensa, invece, che soffrire senza speranza (e far soffrire) sia inutile, che un'esistenza di totale dipendenza, magari anche inconsapevole ed artificiale non sia dignitosa, che il suo stato vegetativo e pietoso sia degradante per sè stesso e costituisca un'inutile ed immane sofferenza anche per i propri cari, un annullamento della vita per i familiari che lo/la assistono. (prima di parlare a vanvera, bisognerebbe stare qualche anno con malati terminali non autosufficienti bloccati in un letto.[...])
E' appunto ciò che ho cercato di dire poco fa...
Io l'ho sperimentato per un paio di mesi da figlio.
Posso (ma forse non posso proprio) immaginare cosa significhi passarlo in veste di genitore, e per degli anni... :sad:
 
Mah, se lo potevano risparmiare queste associazioni che hanno fatto ricorso...

Faccio un'ulteriore osservazione:
credo venga meno il giuramento d'ippocrate in questi casi, perché esso recita:
di perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale;

E il giuramento d'ippocrate di oggi è già riadattato ai tempi moderni. Quello antico era molto più restrittivo.


Ovviamente conta poco o niente, se non per la coscienza di un medico che lo giura.
 
AG-brasc ha scritto:
E' appunto ciò che ho cercato di dire poco fa...
Io l'ho sperimentato per un paio di mesi da figlio.
Posso (ma forse non posso proprio) immaginare cosa significhi passarlo in veste di genitore, e per degli anni... :sad:
Tu poco fa Tuner poco prima io qualche giorno fa...........
Finché non si vive in prima persona un dramma del genere sarebbe opportuno non sparare sentenza e non parlare per partito preso, ma ai molti bigotti rimarrà sempre più difficile questo esercizio:eusa_wall:
 
LOUISINO ha scritto:
...Finché non si vive in prima persona un dramma del genere sarebbe opportuno non sparare sentenza ...
da quando mi sono iscritto ho messo nella mia firma un'affermazione del genere!;)
e sono convinto che gli unici a cui spetterebbe un ipotetico voto, se mai ci fosse la possibilità di ascoltarli,
dovrebbero essere SOLO quelli che hanno avuto esperienze dirette!
 
...e mi auguro di cuore che chi si pronuncia in questi termini creda a ciò che dice, insomma che sia almeno moralismo, non semplice convenienza politica o desiderio di ingraziarsi (non inimicarsi) poteri che in Italia sono forti ed influenti, seppur esterni al nostro ordinamento.:eusa_think:
 
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