UNA GIORNATA LIBERALIZZATA DALLO SPORTELLO ALLA POLIZZA ASSICURATIVA: ECCO COME CAMBIERANNO, O POTREBBERO CAMBIARE, LE ABITUDINI DEGLI ITALIANI
La vita dopo la Rivoluzione
Idillio con la carta di credito
Tutto più facile, in apparenza. E anche l’avvocato sembra più simpatico
2/7/2006
di Mattia Feltri
ROMA. Ho scelto il mio avvocato da un annuncio sul giornale. C’era scritto qualcosa come «se vinco mi paghi». Ora gli sottopongo le cause che, per la mia professione, devo intentare con frequenza. Lui mi dice con franchezza se ho torto o se ho ragione. Se ho torto lasciamo perdere.
Se ho ragione intentiamo causa e l’avvocato si prende il 20 per cento di quello che il giudice ci riconosce. Se perdiamo, pago le spese all’avvocato (bolli, fotocopie eccetera) e chiusa lì. L’avvocato che avevo prima (e prima della liberalizzazione) non rinunciava mai a una causa, tanto poi, vinta o persa, gli pagavo la parcella e c’era poco da discutere. Stamattina sono dovuto andare dall’avvocato, ma prima mia moglie mi ha chiesto di fare un salto a comprare le gocce perché nostra figlia (ha due mesi) ha le coliche e piange.
Sono sceso ma la farmacia era chiusa. E’ agosto, molte sono chiuse per ferie. La più vicina aperta, diceva il cartello, era a un paio di chilometri. Per fortuna sulla strada per lo studio legale. Ho chiamato mia moglie e le ho detto che le avrei portato le gocce dopo essere stato dall’avvocato. Mi ha detto che era urgente e che per le gocce non serve la ricetta, sono in vendita al supermercato. Ho attraversato la strada e c’era il banco dei farmaci, con una farmacista che mi ha consigliato gocce diverse da quelle che prendiamo di solito. Mi ha detto di provarle e che se non vanno bene le riporto indietro e sarò interamente rimborsato. Ero in ritardo per l’avvocato.
Ho chiamato una compagnia di taxi, hanno risposto subito e mi hanno mandato un’auto in tre minuti. Miracolo. I minuti erano davvero tre. Il tassista mi ha spiegato che dopo gli scioperi dell’anno scorso contro la liberalizzazione delle licenze, si sono rassegnati. Ora ci sono in giro quasi il doppio dei taxi, ma per i clienti le attese si sono talmente ridotte che anche il loro numero si è alzato di parecchio. Mentre andavo dall’avvocato mi ha ritelefonato mia moglie. A casa arriva l’idraulico e lei non ha contanti. Le ho detto che è da mesi che elettricisti e falegnami non si pagano più in contante.
Il nostro idraulico, poi, ha la macchinetta per le carte di credito e così non avrà nemmeno la tentazione di farsi pagare in nero. All’avvocato ho spiegato che la mia banca mi ha cambiato i tassi d’interesse senza dirmelo e che stavolta mi ero rotto e li avrei trascinati in tribunale. L’avvocato mi ha detto che non serviva: bastava che chiudessi il conto. Non lo sapevo, adesso posso chiuderlo senza pagare un euro. Sono andato in banca e il direttore si è scusato per mezz’ora. Mi ha detto un sacco di cose incomprensibili, al che gli ho risposto che non mi importava di nulla: o mi rimettevano il tasso di prima o avrei cambiato banca. Mi hanno rimesso il tasso di prima. Mentre uscivo mi ha chiamato mio cugino: mi ero dimenticato, dovevamo fare il passaggio della moto che gli ho venduto. Vicino al comune c’è lo sportello dell’automobilista.
C’era una fila piuttosto consistente, ma non è bastata per togliere a me e a mio cugino il buonumore. Il fatto che abbiano abolito la pratica notarile per cose di questo tipo ci farà comunque risparmiare tempo, per non parlare del denaro. Coi soldi risparmiati ho deciso di aprire una polizza sulla vita. Ora che ho una bimba, devo pensare a lei, e devo pensare a lei pensando che un giorno potrei non esserci più. Il broker è venuto ieri mattina a casa. Non ci capivo nulla. Prima mi ha proposto la polizza di una compagnia, poi di una seconda e poi di una terza. Mi ha illustrato i vantaggi dell’una e gli svantaggi dell’altra. Al che io gli ho chiesto: ma scusi, lei per quale compagnia lavora?
Ha strabuzzato gli occhi. Appunto, lui è un broker. Mi ha detto: «Sono un plurimandatario». Insomma, era la persona migliore per indicarmi la polizza più vantaggiosa, tanto a lui, una compagnia o l’altra, non cambiava nulla. Mi è rimasto il dubbio che magari caldeggi quella che gli rifila un centone sottobanco, un surplus, ma pazienza. Mi sono fidato. Io e mio cugino abbiamo fatto una ventina di minuti di coda, abbiamo presentato i documenti. Il tizo allo sportello ci ha detto: «Nel primo pomeriggio il passaggio di proprietà è pronto». Costo: zero. Mio cugino, che non lo sapeva, era così entusiasta che, bontà sua, nel pomeriggio verrà lui e io potrò dedicarmi alle mie cose.
Ho fatto due passi. Li faccio volentieri, quando ho tempo. Ci sono sempre negozi che per una ragione o l’altra fanno saldi. Ora che non devono più farli entro date prestabilite, li fanno sovente, e con le scuse più varie. Spesso anche soltanto per mettere in difficoltà i concorrenti: cancellate le commissioni provinciali e comunali per l’emissione della licenza, di negozi ne aprono una quantità e fanno a gara a chi è più conveniente. Quello che speravo: trenta per cento in meno sulla borsetta che mia moglie desidera da mesi. L’ho comprata. Ricordo che anni fa desideravo una giacca, e appena partiti i saldi me la sono comprata e a mia insaputa la comprò anche mia moglie. Che disastro. Mentre rincasavo, mi ha chiamato di nuovo mia moglie. Lei è alle prese con l’idraulico e vuole che mi fermi a comprare il pane. Poco male, ci sono due forni vicino a casa. Uno a fianco dell’altro. Il primo è storico, lo vedo da che sono nato. L’altro è recentissimo. Il primo ha servito per una vita tutta la zona.
Io ci andavo per comodità, anche se il pane non è un granché. Il secondo ha approfittato della nuova legge che ha soppresso il numero controllato dei panifici e la loro dislocazione; fa pane di ogni qualità e, devo dire, delizioso. Il problema è che è sempre pieno e si deve aspettare parecchio. Lo era anche stamattina. C’era caldo e non avevo voglia di un’altra attesa. Sono entrato nel vecchio forno sapendo che mia moglie non se ne lamenterà: ho la borsa, sono a posto per un bel po’. Infatti era felicissima. Mi ha mollato la bimba ed è andata a provarla con un vestito che, dice, è la sua morte. L’idraulico aveva finito ed era lì col conto e la macchinetta per le carte di credito. Dall’altra stanza mia moglie ha gridato: «Amore, col signore ci pensi tu?».
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