Soccorsi ritardati per un'auto in divieto
Era una vettura dei vigili urbani di Pescara
L'Ad del Pescara: «In ambulanza aveva gli occhi aperti»
Il primario di Cardiologia: «Nessun cenno di ripresa»
MILANO - Era possibile salvare Piermario Morosini? Se lo chiedono per primi i dirigenti del Livorno, la squadra in cui militava il ventiseienne centrocampista bergamasco. Che hanno raccontato che al momento dei primi soccorsi il calciatore era cosciente. L'ambulanza avrebbe però tardato qualche minuto prima di poter entrare in campo. Bloccata all'ingresso dello stadio di Pescara perché un'auto dei vigili urbani ostruiva il passaggio. Per rimuoverla, i vigili del fuoco hanno dovuto rompere il deflettore, rimuovere il freno a mano, e spingerla lontan: «L'ambulanza in ritardo? - ha raccontato a Sky l'ad del Pescara, Danilo Iannascoli -. Non so, ma so che l'ingresso in campo era ostruito da una vettura».
IL PRIMARIO DI CARDIOLOGIA - Leonardo Paloscia, primario dell'Ospedale Santo Spirito di Pescara, racconta come sono andati i soccorsi in ospedale: «Morosini non ha mai ripreso un battito». Sostiene il cardiologo, che conferma il decesso e racconta gli ultimi momenti del giocatore del Livorno, morto dopo il malore accusato in campo durante la gara con il Pescara. «Da quando sono arrivato io non ha mai dato un cenno di ripresa né di respiro e né di battito. Quando sono arrivato io era tutto fermo. La causa? Non si può dire, penso che tutto sarà rinviato all'esame autoptico. Ritardi? Se si intendeno 30 secondi non è quello, il medico del Livorno ha effettuato subito il massaggio cardiaco».
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