Un autore che sia degno di questa definizione è quasi sempre un microcosmo.
La sua produzione, anche se è profondamente segnata dall'atmosfera e dalla cultura che egli respira, è sempre molto complessa e difficilmente schematizzabile, molto più di quanto tentino di fare i critici musicali che l'analizzano successivamente.
Vi si scoprono quasi sempre legami con gli altri autori suoi contemporanei, ma, spesso, anche anticipazioni di ciò che accadrà successivamente; uno spirito libero non s'accontenta di ripetere; apprende le regole, ma poi le vuole infrangere, ne vuole uscire, vuole ricercare strade nuove.
Nella ricerca accade spesso che l'intuizione porti, in qualche modo, a leggere nel futuro.
Tentare di imbrigliare la composizione musicale entro regole fisse, entro schemi stabiliti è stato quasi sempre deleterio, nella storia.
La bellezza sta proprio nella fantasia, ma non in una fantasia astratta; piuttosto una fantasia calata nella realtà storica del periodo; una creatività che parte dalla conoscenza e dal rispetto di ciò che gli altri hanno costruito.
Molto bella è questa raccolta di brani nella quale si apprezza appieno il suono del liuto, grazie ad una registrazione praticamente perfetta.
E si apprezza anche l'amplissima varietà delle idee musicali e dell'inventiva di questo straordinario autore che eseguiva le sue composizioni dopo averle scritte, andando a spaziare a tutto tondo ed a tutto campo nella dinamica e nelle possibilità sonore di uno strumento che probabilmente era diventato semplicemente una propaggine del suo corpo.
Sylvius Leopold Weiss Lute Sonatas N 46,21,37