Musica classica

Non mi sembra che sia semplice neanche per la signora:
Etude No.1
Quanto conta la leggerezza, la disinvoltura, la semplicità apparente, la naturalezza, la scioltezza nell'esecuzione di un brano?:eusa_think::eusa_shifty::D
 
Tiorba o chitarrone.
La registrazione mi sembra di buona qualità e permette di apprezzare bene il timbro di questo strumento.
Le corde di bordone (o bordoni) sono quelle dei registri più gravi . Sono ben più lunghe dei cori usati per l'armonia ed il canto ed in genere erano tese fuori dalla tastiera perché destinate ad emettere la sola nota fondamentale.
Il vero problema di questi strumenti a corda pizzicata era il ridotto volume sonoro.
Erano destinati ad ambienti piccoli e ad un ascolto quasi intimo.
Difficilmente riuscivano a competere con i fiati e gli archi.
In genere riuscivano a svolgere il loro compito in modo autonomo, come una piccola orchestra in grado di accompagnare un cantante o un numero ridottissimo di cantanti.
Innegabile ne è però la suggestione.
PRELUDIO tiorba
 
Liuto rinascimentale.
I cori aumentano: minimo sette.
Per accrescere le possibilità musicali, di estensione, di espressione.
La corda più acuta viene detta il "cantino", è destinata spesso al canto, alla melodia che guida.
Il cantino è di solito una corda singola.
Le altre sono doppie, ottavate o all'unisono a seconda della necessità.
Il timbro è più ricco, lo strumento è più sonoro.
Si possono azzardare composizioni più elaborate e complesse che esplorano armonie più variate.
Davide Mocini Liuto Rinascimentale The Earl of essex Galliard John Dowland
 
Altro bell'esempio di liuto rinascimentale (renaissance lute).
Bel video, audio ad alto livello.
Otto cori (courses).
I tasti (frets) sono anelli mobili che si possono spostare sulla tastiera.
E' dunque possibile un'accordatura molto raffinata, anche diversa da quella del temperamento equabile introdotta da Bach (ricordiamo il famoso clavicembalo ben temperato).
Accordature "orientate" al maggiore puro o al minore puro, pur avendo il limite di essere vincolate a determinate tonalità, rivelano tuttavia una potenza, una bellezza, una pienezza ed una rotondità a cui non siamo più abituati, ma che studi moderni tendono a rivalutare, e non a torto.
Michal Gondko plays "Heres Paternus" by Anthony Holborne
 
Quanta delicatezza, quanta grazia, quanto fascino nel semplice gesto di questa musicista.
Nulla di straordinario.
Solo note giuste al momento giusto, con l'intenzione giusta.
Nulla di più.
Senza voler strafare.
Ma è proprio questa la difficoltà per lei e nello stesso tempo la sorpresa per chi ascolta.
La semplicità può sorprendere molto più di una carovana di effetti e luci e colori e acrobazie.
Non siamo più abituati.
Ma ci siamo persi qualcosa.
Ophira Zakai - Renaissance Lute
Il liuto ha solo sei cori. E' un po' più ridotto, forse volutamente.
 
Liuto barocco.
Un gran numero di cori.
La larghezza della tastiera aumenta.
Ma, evidentemente, i bassi diventano irraggiungibili per la mano sinistra.
Tanto vale allora aggiungere corde che non vengono mai pigiate sulla tastiera e che sono pizzicate solamente dalla destra.
Abbiamo i bordoni, appunto (prolungati anche oltre la lunghezza degli altri cori).
Succede spesso che i bordoni vengano accordati diversamente a seconda delle necessità.
Il carico meccanico sullo strumento dovuto alla tensione delle corde è enorme.
La tastiera larga ha la funzione di reggerne la flessione, più che una vera utilità esecutiva.
La sua forma diventa asimmetrica e assomiglia elegantemente ad un collo di cigno (swan neck lute)
La sonorità si amplia, anche se lo strumento permane adatto all'ascolto di un piccolo pubblico.
Ora il liuto è completamente autonomo, come un'orchestra ridotta ai minimi termini.
Ed ha la stessa dignità di un clavicembalo o di un organo, per cui i compositori vi si dedicano con soddisfazione (Sylvius Leopold Weiss è annoverato tra i più importanti liutisti e compositori)

Darko Karajic - Weiss - Prelude, Sarabande, Gigue

(Due cantini)
 
La diteggiatura della mano destra si fa abbastanza impegnativa.
Coordinarsi su un numero di cori così ampio non è semplice.
Il mignolo della mano destra (che non va a pizzicare nessuna corda) aiuta a tenere il riferimento perché viene appoggiato sulla tavola dello strumento.

L'ascolto "intimo" e ravvicinato, ben realizzato in questo video mediante una tecnica adatta di registrazione, rende giustizia del fascino associato al timbro di questo strumento, a cui concorre il raddoppio delle corde, la risonanza della cassa dalla forma molto particolare (a doghe), ma anche la modalità del pizzico e la destrezza dell'esecutore.
Non ci sono elementi meccanici intermedi.
Il dito è sulla corda (o sulle corde) in modo diretto, immediato, col massimo della potenzialità espressiva.

Luca Tarantino Liuto
 
Eccolo qua.
Lo strumento ora compete con una piccola orchestra d'archi.
Vi tiene testa, la regola, ci gioca, confabula, dialoga con botte e risposte sorprendenti e divertenti.
Il video è particolarmente bello perché il liutista, approfittando della leggerezza dello strumento, interpreta la sua parte accompagnandosi con una sorta di danza, girandosi verso l'orchestra, ammiccando al primo violino, incalzandolo con un dialogo serrato senza mostrare alcuna inferiorità.
Gli strumenti appaiono ricostruiti secondo criteri rigorosi ed anche le tecniche esecutive sono, probabilmente, frutto di ricerca storica.
La sonorità è quindi, con tutta probabilità, molto simile a ciò che si poteva apprezzare nel periodo in cui l'autore aveva scritto la sua composizione.
Probabilmente gli archi sono meno prestanti (in termine di volume sonoro) di quelli moderni, ma ciò s'inquadra bene nella cornice armonica in cui il liuto doveva far sentire la sua voce.

http://www.youtube.com/watch?v=QOAzSVXm4-E
 
Un autore che sia degno di questa definizione è quasi sempre un microcosmo.
La sua produzione, anche se è profondamente segnata dall'atmosfera e dalla cultura che egli respira, è sempre molto complessa e difficilmente schematizzabile, molto più di quanto tentino di fare i critici musicali che l'analizzano successivamente.
Vi si scoprono quasi sempre legami con gli altri autori suoi contemporanei, ma, spesso, anche anticipazioni di ciò che accadrà successivamente; uno spirito libero non s'accontenta di ripetere; apprende le regole, ma poi le vuole infrangere, ne vuole uscire, vuole ricercare strade nuove.
Nella ricerca accade spesso che l'intuizione porti, in qualche modo, a leggere nel futuro.
Tentare di imbrigliare la composizione musicale entro regole fisse, entro schemi stabiliti è stato quasi sempre deleterio, nella storia.
La bellezza sta proprio nella fantasia, ma non in una fantasia astratta; piuttosto una fantasia calata nella realtà storica del periodo; una creatività che parte dalla conoscenza e dal rispetto di ciò che gli altri hanno costruito.
Molto bella è questa raccolta di brani nella quale si apprezza appieno il suono del liuto, grazie ad una registrazione praticamente perfetta.
E si apprezza anche l'amplissima varietà delle idee musicali e dell'inventiva di questo straordinario autore che eseguiva le sue composizioni dopo averle scritte, andando a spaziare a tutto tondo ed a tutto campo nella dinamica e nelle possibilità sonore di uno strumento che probabilmente era diventato semplicemente una propaggine del suo corpo.

Sylvius Leopold Weiss Lute Sonatas N 46,21,37
 
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