Il fatto quotidiano
Uno o due fra Michele Santoro, Milena Gabanelli, Giovanni Floris e Fabio Fazio verranno a La7”. E poi pettina le disordinate indiscrezioni sul futuro di Telecom Italia Media, la società del gruppo La7 che fa capo a Telecom: “Entro fine anno avremo un azionista di maggioranza relativa con il 40 per cento del capitale, il 37 all’attuale proprietà e il 23 sul mercato”. Qualcuno avvisi viale Mazzini. Come cambiare l’immagine di un Cda Rai che in apparenza conferma i programmi sgraditi al Cavaliere e in pratica tiene in bilico mezza Raitre (oltre A n n o ze ro )? E come spiegare la sfilata dei direttori di rete che illustrano i progetti al direttore generale Lei e scopriranno di aver sbagliato previsioni? Ecco come la racconta chi aspetta un cenno per firmare i contratti: “Manca un particolare: il voto del Cda Rai. Le porte sono aperte e noi – aggiunge Stella – abbiamo un accordo di massima con almeno due conduttori del servizio pubblico. Posso dire che uno o due verranno a La7, ma preferisco usare il condizionale: potrebbero. Vedremo nei titoli di coda chi avrà ragione”.
Con chi discute l’amministratore delegato di La7?
Sente Beppe Caschetto, l’agente di Floris e Fazio? “Spesso”. E Santoro? “Anch e ”. Stella è in piena campagna acquisti nel servizio pubblico che per pubblicità, canone e ascolti dovrebbe sovrastare l’emittente di Telecom; ma la politica e il governo frantumano la solidità di viale Mazzini e così La7 è l’unico approdo sicuro. Fermi, le trattative sono chiuse, però Stella sigilla le buste con i nominati: “Ripeto: uno o due dei quattro che ho citato. Ora osserviamo le mosse della Rai”. E poi fa intuire che Santoro è tra i più indiziati assieme a uno fra Fazio e Floris.
É facile capirne i motivi:
Sul giornalista di Annozero pende il ricorso di viale Mazzini contro il suo reintegro: la sentenza in Cassazione arriverà mercoledì. E la Rai nasconde le carte a Fazio – senza contratto come Floris – per la terza serata di Che tempo che fa, che compare e scompare come nei giochi di prestigio. Stella offre libertà editoriale più che accordi milionari: contratti a rendimento, un minimo garantito e premi per i risultati Auditel. L’indice share e il conto in banca cresceranno con la stessa velocità sul modello Enrico Mentana: la scommessa era il 7,5 per cento del telegiornale, ora veleggia sul 10. Per investire Telecom ha bisogno di capitali freschi: “Avremo un compagno di viaggio per sanare i conti e migliorare il prodotto”. In corsa (nonostante la smentita) c’è l’ingegnere Carlo De Benedetti con il gruppo Espresso-Repubblica: “È una fra le tante ipotesi”, dice Stella. I