Nato in guerra contro la Libia.

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Nella Prima Guerra del Golfo furono inviati alcuni Tornado.
A gennaio 1991 la "coalizione" inizio' i bombardamenti sulle posizioni delle forze armate irachene.

Il 18, il maggiore Bellini (pilota) ed il capitano Cocciolone (navigatore), a bordo di un Tornado decollarono con una squadriglia multinazionale di 10 aerei per la prima missione di velivoli italiani nello spazio aereo iracheno.
Bellini e Cocciolone furono gli unici che riuscirono ad effettuare il rifornimento in volo in presenza di forti turbolenze. Gli altri aerei della squadriglia rientrarono alla base. Mentre Bellini e Cocciolone proseguirono da soli e portarono a termine la missione distruggendo l'obiettivo assegnato.

L'aereo fu colpito dalla contraerea, quindi si lanciarono con il seggiolino eiettabile e furono catturati dalle truppe irachene.
A guerra terminata furono rilasciati.
 
relop.ing ha scritto:
Sentite questa campana a proposito delle "attenzioni" della Francia nei nostri confronti.

Non è così tanto remota questa possibilità.

Abbiamo il più alto debito pubblico, poi (tornando in tema) sulla guerra conosciamo bene i nostri atteggiamenti, che non hanno fatto piacere evidentemente ai francesi!

Ne vedremo delle belle (si fa per dire).
 
beba ha scritto:
......... sulla guerra conosciamo bene i nostri atteggiamenti, che non hanno fatto piacere evidentemente ai francesi!


La tua asserzione ribalta gli avvenimenti: sono i francesi, con i loro atteggiamenti e le continue provocazioni, che non hanno fatto piacere a noi.
 
relop.ing ha scritto:
La tua asserzione ribalta gli avvenimenti: sono i francesi, con i loro atteggiamenti e le continue provocazioni, che non hanno fatto piacere a noi.

In sintesi, tra cugini non ci facciamo piacere :D
 
Rientriamo in tema.
Relop.ing, vedo che ti dai molto da fare per portare off-topic numerosi thread. Cerca di limitarti, poichè ovviamente noi moderatori non possiamo fare operazioni di taglio in eterno: dopo i tagli dovremmo passare ad altro.
 
La Coalizione dei Globalisti non è interessata a proteggere la popolazione libica da Muammar al-Gheddafi. La no-fly zone e gli attacchi della NATO e degli USA sull’esercito libico non hanno nulla a che fare con la democrazia e con le elezioni libere.
Si tratta di petrolio – e di chi lo possiede.
Nel 2009 Gheddafi ha pronunciato quella parola con la N – nazionalizzazione. Non solo per il petrolio libico, ma per tutto quello della regione. Agli occhi dei globalisti, questo ha reso Gheddafi un pericoloso cane pazzo e ribelle che doveva essere rimpiazzato.
“I paesi esportatori di petrolio dovrebbero optare per la nazionalizzazione a causa della rapida caduta dei prezzi. Dobbiamo mettere la questione sul tavolo e discuterne seriamente”, ha dichiarato. “Il petrolio dovrebbe essere di proprietà dello Stato in questo momento, così potremmo controllare meglio i prezzi dall’aumento o diminuzione nella produzione”.
Come poteva prevedersi, la dichiarazione di Gheddafi è stata un campanello di allarme per la Shell, la BP, la ExxonMobil, la Hess Corp., la Marathon Oil, la Occidental Petroleum e la ConocoPhillips, la spagnola Repsol, la tedesca Wintershall, l’austriaca OMV, la norvegese Statoil, l’Eni e la Petro Canada.
L’anno prima la compagnia statale del petrolio libica, National Oil, aveva preparato una relazione sull’argomenti in cui i funzionari suggerivano la modifica degli accordi EPSA con le compagnie estere in modo da aumentare gli introiti, secondo un rapporto pubblicato sul sito della Pravda [1].
Dopo aver messo in pratica le modifiche ai contratti, la Libia ha guadagnato 5,4 miliardi di dollari dai ricavi del petrolio.
Il piano di Gheddafi è stato riportato dalla Reuters [2] e dai media aziendali.
Oltre a richiedere la nazionalizzazione, il leader libico ha reclamato il sostegno alla sua proposta per smantellare il governo e per distribuire la ricchezza del petrolio direttamente ai 5 milioni di cittadini della popolazione libica.
I burocrati statali, tuttavia, hanno rifiutato l’idea in quanto avevano paura di perdere i loro comodi incarichi e temevano inoltre la collera delle compagnie petrolifere transnazionali e delle banche che le possiedono.
Il primo ministro al-Baghdadi, Ali al-Mahmoudi e Farhat Omar Bin Guida, della Banca Centrale della Libia, hanno detto a Gheddafi che tali misure avrebbero rovinato l’economia del paese conducendola ad una “fuga di capitali”, ovvero i globalisti si sarebbero ripresi i loro soldi dal paese.
“L’Amministrazione ha fallito ed anche l’economia nazionale. Quando è troppo è troppo. La soluzione sta nel dare direttamente alla popolazione libica i ricavi del petrolio e decidere cosa farne”, ha affermato Gheddafi in un discorso trasmesso sulla televisione statale. A questo fine, il leader libico ha sollecitato una riforma radicale della burocrazia del governo.
Il governo, tuttavia, ha votato il rifiuto del piano di Gheddafi di passare la proprietà del petrolio nazionale alla popolazione. 64 ministri su un totale di 468 membri del Comitato Popolare hanno votato per tale misura.
“Il mio sogno in tutti questi anni è stato quello di dare potere e ricchezza direttamente alla popolazione”, ha affermato Gheddafi in risposta al rifiuto.
Nel 1953, gli USA e l’Inghilterra complottarono per rovesciare il governo, eletto democraticamente, del primo ministro iraniano Mohammad Mosaddegh, che aveva promesso la nazionalizzazione della Anglo-Iranian Oil Company, di proprietà inglese, e di darne i profitti alla popolazione iraniana. Mosaddegh tentò di negoziare con l’AIOC, ma la compagnia rifiutò il compromesso proposto.
Per poter ottenere un golpe, l’Inghilterra persuase il Segretario di Stato John Foster Dulles che l’Iran si stava avvicinando ai sovietici. L’allora presidente Truman era alquanto tranquillo al riguardo, ma nel 1953, quando Dwight D. Eisenhower divenne presidente, l’Inghilterra lo convinse ad un colpo di stato comune. La CIA fu inviata per destabilizzare il paese, liberarsi di Mosaddegh e stabilire il brutale dittatore Mohammad-Reza Shah Pahlavi e la sua polizia segreta, la SAVAK.
Per aver sbagliato nel suggerire il ritorno dei profitti del petrolio alla popolazione libica, ora Gheddafi sta soffrendo un destino simile.

http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=8126
 
relop.ing ha scritto:
Nella Prima Guerra del Golfo furono inviati alcuni Tornado.
A gennaio 1991 la "coalizione" inizio' i bombardamenti sulle posizioni delle forze armate irachene.

Il 18, il maggiore Bellini (pilota) ed il capitano Cocciolone (navigatore), a bordo di un Tornado decollarono con una squadriglia multinazionale di 10 aerei per la prima missione di velivoli italiani nello spazio aereo iracheno.

L'aereo fu colpito dalla contraerea, quindi si lanciarono con il seggiolino eiettabile e furono catturati dalle truppe irachene.
A guerra terminata furono rilasciati.

Ricordo benissimo quest'episodio. Ero all'ultimo anno di Ragioneria e abbiamo fatto sciopero per una settimana, quella dal 14 al 19.
Ricordo anche le interviste alla tv irachena, ovviamente come propaganda.
Fine OT...
 
Frasi celebri sulla guerra:

Non so con quali armi si combatterà la Terza guerra mondiale, ma la Quarta sì: con bastoni e pietre - (Albert Einstein).
 
Con il tempo sono proprio curioso di vedere come si evolverà questo conflitto anche se credo che quasi sicuramente ci sarà anche l'invasione di terra. :icon_rolleyes:
 
Corry744 ha scritto:
Con il tempo sono proprio curioso di vedere come si evolverà questo conflitto anche se credo che quasi sicuramente ci sarà anche l'invasione di terra. :icon_rolleyes:

Credo proprio che tu abbia ragione, soprattutto perchè le truppe di Gheddafi non hanno nessuna intenzione di deporre le armi. Anzi.....
 
relop.ing ha scritto:
Frasi celebri sulla guerra:

Non so con quali armi si combatterà la Terza guerra mondiale, ma la Quarta sì: con bastoni e pietre - (Albert Einstein).

Condivido ciò che disse Einstein :D
 
ANSAmed) - ROMA - L'Italia ha deciso di riconoscere come ''unico interlocutore legittimo della Libia per le relazioni bilaterali'' il Consiglio Nazionale di Transizione (CNT) libico dei ribelli. E' quanto ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini, che stamane ha incontrato a Roma il responsabile per i rapporti internazionali del CNT, Ali Essawi.

Il titolare della Farnesina ha affermato che una Libia ''divisa'' non sarebbe accettabile e che le ''proposte di Gheddafi per porre fine alla guerra in Libia 'non sono credibili''; il rais - ha ribadito - deve lasciare il Paese. Intanto i ribelli hanno ribadito la loro richiesta alla coalizione occidentale di avere armi. "Abbiamo due strade: o la Nato ci aiuta a liberarci dai cecchini sui tetti o ci aiuta ad avere le armi, in modo che siano i nostri combattenti a farlo", ha detto il capo del Consiglio nazionale transitorio Mustafa Abdul Jalil, in un'intervista all'ANSA. Frattini ha osservato che non si puo' ''escludere'', seppure come ''estrema ratio'', la possibilita' di armare i ribelli libici.(ANSAmed).
 
Doveva essere una guerra lampo, invece.... :eusa_think:

Sottovalutato il raìs!
 
massera ha scritto:
L'articolo è effettivamente interessante... transizione democratica? mah...

La transizione prima o poi ci sarà.

Per democrazia: bisogna vedere cosa intendono loro!
 
Mah... Io penso che sia giusto stare dalla parte dell'ONU. Ma è ingiusto che qualcuno degli alleati abbia voluto strafare... All'inizio è mancato il coordinamento, gli Stati Uniti assenti non giustificati, e ora la situazione è scottante.
 
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