Pena di morte digitale

Se venisse approvata sapete quanti si toglierebbero Internet, perchè a parte quello che vogliono vietare e qualche altra cosuccia, attualmente gli usufruitori di questo mezzo lo utilizzano proprio per quelle cose e quindi non potendone usufruire ..:eusa_naughty: :D :D :D .. e quì dovrebbero iniziare a preoccuparsi le compagnie telefoniche che sarebbero le prime a perdere ....:lol: :lol: :lol:
 
sì, esatto. prima viene il business, poi tutto il resto... non c'è da preoccuparsi ;)
 
daje sto agcom, io non ne ho capito l'utilità di questo ente
 
Vale la pena di notare che il sistema preannunciato per eventualmente inibire siti su server esteri (DNS) fa morire dal ridere...basta mettere gli open DNS sul computer... :D
 
adriaho ha scritto:
daje sto agcom, io non ne ho capito l'utilità di questo ente
quoto
ci costano fior di quattrini e obbediscono al volere del potente di turno, di qualunque colore sia!

Rimane il fatto che non sia materia di un'autority, ma del Parlamento; ma si sa (e lo sanno anche loro), benché incostituzionale intanto prendono tempo. poi ora che la Consulta la boccia se ne passa del tempo; un metodo ormai collaudato!

Siamo in paese di cui ha molto da imparare dai quelli maggiormente progrediti, a proposito la nazione dove hanno messo Internet libero nella propria Costituzione, mi pare l'Islanda.
 
cheguevara63 ha scritto:
Pensassero a cose più serie invece di censurare
l'incensurabile...

Quoto
forse non ti sei accorto :D (loro sì) che il web fa la differenza ed i referendum lo hanno dimostrato, la tv controllata non basta!
 
beba ha scritto:
Quoto
forse non ti sei accorto :D (loro sì) che il web fa la differenza ed i referendum lo hanno dimostrato, la tv controllata non basta!
Certamente che me ne sono accorto....per un mese su Facebook
non si è parlato d'altro....era un tam tam continuo che ha prodotto
per loro l'irreparabile.
Vuol dire che anche sulla rete metteranno un Minzo, o un Emil...:D
ma giù le mani dalla rete.....come faremo senza porno..?...:D :D
 
Per i siti esteri, «in casi estremi e previo contraddittorio», è prevista «l’inibizione del nome del sito web», prosegue l'allegato B della delibera, «ovvero dell’indirizzo Ip, analogamente a quanto già avviene per i casi di offerta, attraverso la rete telematica, di giochi, lotterie, scommesse o concorsi in assenza di autorizzazione, o ancora per i casi di pedopornografia».

Questo significa che per i siti ospitati su server situati all'estero non sussiste una reale minaccia. Si inibirebbe per essi soltanto l'accesso diretto tramite avviso grafico di "sito non raggiungibile": vedi immagine sotto.
Ma questo tipo di blocco è del tutto innocuo, poichè è sufficiente un semplice proxy per aggirarlo. Vedi per es. il sito di thepiratebay.org, a cui tutti gli italiani accedono regolarmente benchè ufficialmente bloccato.

aams1.jpg
 
Speriamo solo ch oltre alla pena di morte non diventino di uso a carattere "standard" anche altri tipi di minacce o pericoli. :eusa_think:
 
e una carognata questo provvedimento e dovremmo farci sentire... perche tanto censureranno tutto quello che vorranno
 
demonoid ha scritto:
Questo significa che per i siti ospitati su server situati all'estero non sussiste una reale minaccia. Si inibirebbe per essi soltanto l'accesso diretto tramite avviso grafico di "sito non raggiungibile": vedi immagine sotto.
Ma questo tipo di blocco è del tutto innocuo, poichè è sufficiente un semplice proxy per aggirarlo. Vedi per es. il sito di thepiratebay.org, a cui tutti gli italiani accedono regolarmente benchè ufficialmente bloccato.
Come dicevo sopra, nella stragrande maggioranza dei casi non occorre nemmeno un proxy, che potrebbe rallentare la navigazione, ma semplicemente l'uso degli open DNS che molti, me compreso, lasciano sempre attivi perchè coi nostri provider spesso anzi la accelera (intendo anche per i siti permessi).
 
Spero voi stiate scherzando. La legalità non è più un valore. Diritto del lavoro, diritto tributario, diritto penale, diritto penale internazionale, convenzione internazionale di Budapest. Tutta carta straccia per voi?

Senza parole... Prima vengono le proprie tasche, poi l'interesse generale. E' dovere di una società civile regolamentare per garantire libertà minime che non sfocino in anarchia digitale.
 
alex86 ha scritto:
Spero voi stiate scherzando. La legalità non è più un valore. Diritto del lavoro, diritto tributario, diritto penale, diritto penale internazionale, convenzione internazionale di Budapest. Tutta carta straccia per voi?

Senza parole... Prima vengono le proprie tasche, poi l'interesse generale. E' dovere di una società civile regolamentare per garantire libertà minime che non sfocino in anarchia digitale.
Calma...io non ho espresso giudizi di valore, ho solo corretto una questione tecnica, precisando fra l'altro l'uso legale di Open DNS, che è di evitare eventuali lungaggini dei DNS server standard.
Vale la pena inoltre di dire che mi pare legittimo non essere d'accordo con gli altri pareri espressi...ma sinceramente un po' strano indignarsi, quando si sa che questi sono i valori correnti nella comunità digitale, si può provare a confutarli, ma l'esperienza insegna che alla lunga chiunque (intendo Majors, detentori di diritti, ecc.) deve poi venire a patti con questo tipo di sensibilità, giusta o sbagliata che sia...
 
La delibera che l’AGCOM si appresta ad approvare il 6 luglio e che andrebbe a regolamentare la difesa del Copyright su internet ha decisamente suscitato molte polemiche. Ne abbiamo parlato ieri, raccontando per sommi capi come la delibera agirebbe sulla tutela dei diritti d’autore e cosa succederebbe in caso di presunte violazioni. Ma visto il tanto clamore, approfondiamo la questione dal punto di vita legale, perché in queste ore molti professionisti del foro sono interventi sull’argomento.

La domanda principale che tutti si pongono è come l’AGCOM possa arrogarsi il diritto di porsi come giudice e valutare ogni caso di presunta violazione di Copyright, visto che nasce con funzioni ben differenti. L’AGCOM infatti è un’istituzione puramente amministrativa.

Ma un’organo amministrativo può porsi a giudice e giuria, condannando e sanzionando? Secondo i principali principi del foro evidentemente no. Inoltre l’AGCOM è a nomina governativa e questo pone molti dubbi sulla sua imparzialità, visto che a seconda dell’orientamento politico del Governo che fa le nomine, l’AGCOM potrebbe modificare in qualche modo il suo metro di giudizio. Inoltre è ancor più curioso e grave che l’AGCOM non coinvolga chi davvero ha voce in capitolo e cioè le autorità giudiziarie che con questa delibera vengono totalmente messe da parte.

E vista la natura delicata del provvedimento, in caso di denuncia per presunta violazione del Copyright, servirebbe forse un organo più competente, perché non si può decidere con superficialità se censurare o no un sito Internet oltre che dare multe molto onerose.

Inoltre questa delibera cozzerebbe non poco contro la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, e proprio perché si mettono in discussione i diritti fondamentali come la libertà di espressione, non si capisce perché tale provvedimento non sia stato discusso a un livello più in alto come per esempio il Parlamento.

Insomma, tutti o quasi sono contro questa delibera, dai media tradizionali, ai giuristi, passando per i semplici internauti. Gli unici a favore, come sottolineavamo ieri, le grandi lobby che difendono i diritti d’autore… Cambierà qualcosa entro il 6 luglio?

http://tariffe.digital.it/delibera-agcom-sul-copyright-ecco-cosa-ne-pensano-gli-esperti-6664.html
 
Ecco, il problema di questa normativa è proprio quello di assestare spallate ai diritti costituzionali senza che nessuno se ne accorga (Censura online in Italia: 10 giorni e sarà fatta). Il primo punto chiave infatti riguarda la possibilità per l'AGCOM di valutare la liceità delle pubblicazioni online. Come può un'istituzione amministrativa arrivare a tanto?

"L’Agcom vorrebbe istituire una procedura veloce e puramente amministrativa di rimozione di contenuti online considerati in violazione della legge sul diritto d’autore. L’Autorità potrebbe sia irrogare sanzioni pecuniarie molto ingenti a chi non eseguisse gli ordini di rimozione, sia ordinare agli Internet Service Provider di filtrare determinati siti web in modo da renderli irraggiungibili dall’Italia. Il tutto senza alcun coinvolgimento del sistema giudiziario", scrive Juan Carlos De Martin in un suo recente articolo pubblicato su La Stampa.

"Anche ammettendo che l’Agcom abbia tali poteri sanzionatori su questa specifica materia – e ci sono esperti che lo dubitano – e trascurando per il momento gli aspetti pratici (è in grado l’Agcom di gestire potenzialmente migliaia di richieste di intervento?), concentriamoci sulla modalità - amministrativa invece che giudiziaria. Perché il passaggio da un giudice, in pieno contraddittorio e con tutte le garanzie del caso, è indispensabile?".La domanda retorica di De Martin ha una risposta non scontata: semplicemente, di fronte a casi dubbi dove anche gli esperti in materia sono in difficoltà, vi è bisogno della massima tutela delle parti. "È davvero concepibile che possa essere un organo amministrativo, per di più con tempi molto stretti, a decidere, per esempio, se un cittadino possa pubblicare o meno sul suo blog l’estratto di una trasmissione di informazione televisiva per finalità di discussione?", continua l'esperto.

Oltre a questo lascia piuttosto perplessi il fatto che una normativa così legata ai diritti fondamentali non venga discussa in Parlamento. "Quindi, che si proponga eventualmente una legge e che tale legge venga pubblicamente discussa, come per altro chiesto a febbraio da un’interpellanza urgente a prima firma del deputato Roberto Cassinelli (PdL) e sottoscritta da 45 parlamentari del Pdl, Pd, Udc, Fli e Lega Nord. In Spagna si è seguita tale strada: la legge cosiddetta Sinde, dal nome del ministro della Cultura, che intendeva introdurre un meccanismo simile a quello pensato dall’Agcom, è stata lungamente discussa in Parlamento, che l’ha infine bocciata", sottolinea De Martin.Senza contare che recentemente l’avvocato generale presso la corte di giustizia europea, Pedro Cruz Villalon, ha ricordato un passaggio dell'articolo 52 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea che lascia poco spazio all'immaginazione: "Eventuali limitazioni all’esercizio dei diritti e delle libertà riconosciuti dalla presente Carta devono essere previste dalla legge".

Ho scandagliato in lungo e in largo la Rete per individuare posizioni diverse rispetto a quelle espresse da Juan Carlos De Martin. Indicativamente tutte le testate giornalistiche, a prescindere dai colori politici, sottolineano i rischi della normativa.

Confermo che l'unica voce fuori dal coro è rappresentata dalle lobby industriali, come la FIMI (Federazione Internazionale delle Musica Italiana) e Confindustria. "È innanzitutto innovativa, perché non interviene sull'utente finale ma attiva un procedimento amministrativo, non penale, che mira a bloccare il sito pirata" attraverso gli Internet Service Provider ed è immediata "perché consente di arrivare alla rimozione dei contenuti illeciti contestualmente alla messa in circolazione", sosteneva il Presidente FIMI Enrico Mazza a febbraio.

Cui prodest? A chi giova tutto questo?
Intanto segnalo che le più importanti Associazioni dei consumatori italiani, Assoprovider e altre istituzioni stanno promuovendo una petizione al riguardo su sitononraggiungibile.e-policy.it.

http://www.tomshw.it/cont/news/censura-online-italiana-ecco-gli-errori-dell-agcom/32227/1.html
 
areggio ha scritto:
Come dicevo sopra, nella stragrande maggioranza dei casi non occorre nemmeno un proxy, che potrebbe rallentare la navigazione, ma semplicemente l'uso degli open DNS che molti, me compreso, lasciano sempre attivi perchè coi nostri provider spesso anzi la accelera (intendo anche per i siti permessi).
Con gli open DNS riesci ad accedere a tutti i siti bloccati per l'Italia, per es. piratebay?
Utilizzandoli con il tuo ISP riscontri dei benefici effettivi in termini di velocità di navigazione? Io ho un abbonamento Alice.
 
beba ha scritto:
L'Agcom minaccia la libertà del web, ma la Rete non lo sa.:eusa_naughty:

leggete qui

e qui
allora il 90 % degli abbonati e son stato pessimista :lol: :D
si abbona per avere determinate cose se tu gli è le togli lui non resta abbonato e queste le varie compagnie lo sanno :eusa_whistle:
quindi dato che stà a cuore anche a loro non passerà niente :D
 
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