semolato ha scritto:
Un'analisi davvero competente e inetressante.
Ti ringrazio...
semolato ha scritto:
Cito solo questa frase, per fare una considerazione. Alla luce anche del quadro che tu dipingi, e che mi sembra corretto, appare evidente che, se si rimane col sistema dei cambi variabili, la svalutazione del dollaro non può continuare in via indefinita.
Ovviamente non sarà così: io prevedo una quota di 1.50 contro euro raggiunta a breve che verrà mantenuta ( grosso modo ) per un bel po' di tempo. Poi, l'anno prossimo, con l'elezione del nuovo Presidente bisognerà vedere la reazione dei mercati: se sarà qualcuno con l'intenzione di continuare con la disastrosa politica delle basse tasse e delle alte spese ( militari, soprattutto... ), allora prevedo un ulteriore scivolone che potrà arrivare fino ad 1.60 -1.70 ( oltre non mi sembra realistico, almeno nel medio periodo ). Se, invece, verrà eletto qualcuno che, a costo di sfidare l'impopolarità, cercherà di rimettere i conti a posto, è possibile addirittura un sia pur lieve recupero del dollaro ( anche se non tornerà mai più, almeno a mio parere, ai valori di qualche anno fa, eccessivamente gonfiati... ).
semolato ha scritto:
Questo è un esperimento genetico-economico che sta creando un ibrido molto pericoloso, con una testa e delle spalle enormi e gambe lunghe e sottilissime: prima o poi cade. E francamente sarebbe preferibile che a essere spazzati via fossero solo gli Stati Uniti, unici responsabili e unico soggetto a guadagnare DAVVERO da questa situazione. L'Europa non mi sembra goda di salute così stupenda, il mondo arabo è in fiamme, nei giganti in via di sviluppo le condizioni di vita fanno mediamente schifo.
Il gioco degli Stati Uniti è appunto: o così o tutti col sedere per terra. Cinicamente, bisognerebbe avere le palle di mandare col sedere per terra solo loro. Noi mangeremmo pane e cipolla per un po', loro per sempre. Ma l'Europa, così com'è, is "no factor", come dicono loro...
L'economia degli Stati Uniti non è come quella di un qualunque altro Paese: è l'economia CARDINE, quella intorno a cui ruotano TUTTE le altre economie mondiali. E' impensabile ( almeno nel medio periodo... ) che ci possa essere un destino disgiunto tra il loro e quello di tutto il resto del mondo. Le cose cambieranno, forse, tra una trentina di anni quando, probabilmente, l'economia cinese avrà raggiunto dimensioni comparabili a quella americana e si instaurerà un vero e proprio bipolarismo economico. A meno che, ovviamente, fattori extra-economici ( leggi: crisi militari...

) non intervengano a modificare pesantemente il quadro.
In ogni caso il ruolo dell'Europa è e resterà sempre marginale: dicono che l'ex Segretario di Stato Americano Kissinger abbia avuto a dire tempo fa: "
L' Europa è un gigante economico, un nano politico e un verme militare". La situazione non è cambiata da allora, anzi...
Se l'Europa fosse VERAMENTE unita, forse, un ruolo potrebbe realmente recitarlo: ma purtroppo il nostro Continente pullula di imbecilli che ci tengono a preservare il proprio cortile di casa ( come se fosse possibile con un processo di globalizzazione ormai irreversibile...

) e che si oppongono con tutti i mezzi affinché ciò avvenga.
Pochi hanno chiaro il quadro di insieme, di come stia drasticamente cambiando il nostro mondo e il rapporto tra le varie aree che lo compongono: pochi, in soldoni, sono in grado di percepire i grandi movimenti della Storia e i mutamenti epocali MENTRE questi avvengono.
Tra 50 anni niente sarà più come è stato finora e l'Europa, stante questa situazione, è SICURAMENTE condannata a vedere definitivamente concluso quel processo di ridimensionamento iniziato dopo la II Guerra Mondiale e a dare l'addio a quel posto di supremazia nel nostro Pianeta conquistato 500 anni fa dopo la scoperta dell'America.