gyzmo76 ha scritto:
Tutto il mondo sa che l'Italia è ormai un Paese semi-libero in quanto a libertà di stampa...
Il messaggio è ovviamente condivisibile, anche se a ben vedere la dice lunga sul fatto che si siano dovuti esplicitare dei concetti che in una democrazia affermata, dovrebbero essere nel dna delle persone (e di conseguenza nei loro comportamenti).
Cmq vorrei aprire una parentesi e fare qualche riflessione sul concetto di
'libertà di stampa' secondo me in questo caso impropriamente riportato.
Premetto la considerazione generale per cui una comunicazione corretta è fondamentale per ogni essere umano al fine di raggiungere i propri obiettivi. E altrettanto vale per ogni aggregato sociale (nel momento in cui comunica all'esterno).
In pratica, con una comunicazione
efficace si possono superare ostacoli insormontabili o si può evitare di crearne di fittizi.
Purtroppo, a mio giudizio, il grande male della nostra Italia è che Berlusconi, non solo ha in pratica tutto il potere che conosciamo in svariati settori, ma, quel che è peggio, è che è una eminenza nella
comunicazione efficace (usata peraltro in modo cinico e scaltro), mentre tutti gli altri sono praticamente all'oscuro della sua stessa esistenza e dei suoi benefici.
Prendiamo ad es. il concetto di 'libertà di stampa' sbandierato a gran voce nei mesi scorsi dall'opposizione e da parte dei giornalisti al fine di evidenziarne la sua mancanza o compressione. Ebbene, io direi... come farsi del male da soli.
E infatti nelle varie trasmissioni di approfondimento dedicate al tema (ma anche ogni qualvolta è saltato fuori incidentalmente), si sono visti i politici o i giornalisti abbozzare delle motivazioni poco convincenti, anzi, direi sfuggenti, tanto che nemmeno le ricordo.
In pratica il concetto della mancanza della libertà di stampa, ritengo che non abbia fatto breccia più di tanto nella coscienza comune, se non come slogan generico che viene tirato fuori qua e là da chi contesta l'agire del Governo. Questo perchè in effetti la libertà di stampa c'è. E' indubbio. Quindi è per lo meno improbabile riuscire a metterla in discussione o farne un cavallo di battaglia contro chi la conculcherebbe.
Eppure mi sembra un dato di fatto che siamo oramai immersi fino al collo (e anche oltre) in una dittatura più o meno velata.
E allora?
E allora vuol dire che la questione è semplicemente mal posta.
Il problema non è quello della libertà di stampa, ma va rovesciato puntando l'attenzione sul
diritto di ogni cittadino alla formazione libera e consapevole delle opinioni e del consenso.
Posta così la questione, secondo me, rende più evidente la compressione di questo diritto il quale, affinchè sia pieno, è necessario:
1) che ci sia libertà e parità di accesso ai mezzi di informazione (intesa come informazione attiva; fornire informazione), con un occhio particolare a quelli di massa
2) che questa libertà sia regolata in modo da
non creare posizioni predominanti sul mercato (considerando anche i settori trasversali).
Solo rispettando queste condizioni, si può creare un'informazione effettivamente pluralista che, grazie anche ad una facilitazione di accesso alle varie fonti, permetta al cittadino di non incorrere in condizionamenti involontari del proprio consenso.
In conclusione, il problema che è alla base di tutto, e che giustifica anche la manifestazione
Raiperunanotte, è che c'è un'insopprtabile e indebita sproporzione nella proprietà dei mezzi di comunicazione di massa, che hanno un'inevitabile infuenza sulla determinazione delle opinioni e dei costumi (in generale), e delle scelte politiche (in particolare).
Solo se l'Italia in qualche modo si libererà di questo peso enorme, potrà ricominciare a respirare aria nuova e a potersi fregiare del titolo di 'Paese normale'.