ispide
Digital-Forum Master
Forza Mosquito, accedi quell’analizzatore di reti, tenerlo spento ti si può rovinare !. 
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cbtotano ha scritto:.... Per chi volesse approfondire la questione può trovare tutte le risposte nel documento RAI CRIT http://www.crit.rai.it/eletel/2008-2/82-3.pdf ,sulle ultime due pagine si scende nel merito dei numeri compless, vista la natura sinusoidale del segnale stesso.
Se le mie teorie sono esatte confermerebbero l'anomalo ritardo corto "30mt" che investe parte del paese di serravalle, il cui colpevole non è stato ancora individuato.![]()
ispide ha scritto:Con il vostro consenso vorrei dire un paio di cose...
Il documento del centro ricerche RAI pare che l'abbia specificato a pag. 39 che qualora si cambi frequenza, la relazione spaziale di fase cambia e quindi risulta scalata anche la configurazione dei minini e dei massimi, in parole povere l’interferenza si verifica frequenza per frequenza e di conseguenza i minini e i massimi subiscono un cambiamento sia in frequenza che nel tempo, ecco per cui sulla strumentazione professionale (misuratori di campo ad esempio) per ottenere un affidabile Impulse Response la matrice del segnale viene vagliata nell’unità di tempo come sugli oscilloscopi e VNA e non nel dominio della frequenza come sugli analizzatori di spettro.
elettt ha scritto:Tanta bella e interessante teoria, però io vorrei vedere i risultati di qualche prova sul campo, perchè altrimenti rimaniamo nel campo delle ipotesi....
Tanto per chiarire, ecco cosa scrive Rover in un documento in collaborazione con Raiway:
http://www.roverinstruments.com/upl..._Conosciamo_il_Digitale.pdf?tmp=1355085730426
da pag. 20 a 27
Si parla di riflessioni corte:
"Gli ostacoli che fungono da specchi rimandano all’antenna ricevente un segnale che è uguale al segnale desiderato ma è ritardato ed attenuato."
"Nel sistema DVB-T non vediamo la doppia immagine, ma abbiamo a disposizione la visualizzazione dello spettro che ci fa vedere dei buchi, oppure lo spettro non ha più la parte superiore rettilinea."
"Ciò si spiega pensando che i segnali si sfasano durante il cammino ed il ritardo varia con la frequenza, provocando in alcune zone dello spettro dei rinforzi, ed in altre degli abbassamenti di segnale. Con segnali uguali tra loro, lo spettro va a zero nei buchi ed a +6 dB nei picchi."
Guarda caso le immagini sono la fotocopia di quanto visto qua. Nell'articolo si propongono sistemi per ridurre il problema, ma la frase che fa più pensare è:
"Una buona prova è quella di variare l’altezza dell’antenna ricevente: se così facendo lo spettro presenta buchi che variano con l’altezza, allora siamo certamente in presenza di una riflessione dal basso."
Non è esattamente quello che succede?
"Per accorgersi se si è in presenza di un caso di riflessione dal basso, occorre misurare il campo mentre si varia lentamente l’altezza dell’antenna e se si notano variazioni di alcuni dB, si è sicuramente in presenza di riflessioni"
"Un trucco molto efficace consiste nello schermare l’antenna dal raggio riflesso, posizionandola molto in basso, usando il tetto degli edifici per schermarci dal segnale riflesso."
Su, facciamo qualche provicchia di questo genere, così cerchiamo di capire e allo stesso tempo di rimediare (se possibile)?
elettt ha scritto:Tanta bella e interessante teoria, però io vorrei vedere i risultati di qualche prova sul campo, perchè altrimenti rimaniamo nel campo delle ipotesi....
Tanto per chiarire, ecco cosa scrive Rover in un documento in collaborazione con Raiway:
http://www.roverinstruments.com/upl..._Conosciamo_il_Digitale.pdf?tmp=1355085730426
da pag. 20 a 27
Si parla di riflessioni corte:
"Gli ostacoli che fungono da specchi rimandano all’antenna ricevente un segnale che è uguale al segnale desiderato ma è ritardato ed attenuato."
"Nel sistema DVB-T non vediamo la doppia immagine, ma abbiamo a disposizione la visualizzazione dello spettro che ci fa vedere dei buchi, oppure lo spettro non ha più la parte superiore rettilinea."
"Ciò si spiega pensando che i segnali si sfasano durante il cammino ed il ritardo varia con la frequenza, provocando in alcune zone dello spettro dei rinforzi, ed in altre degli abbassamenti di segnale. Con segnali uguali tra loro, lo spettro va a zero nei buchi ed a +6 dB nei picchi."
Guarda caso le immagini sono la fotocopia di quanto visto qua. Nell'articolo si propongono sistemi per ridurre il problema, ma la frase che fa più pensare è:
"Una buona prova è quella di variare l’altezza dell’antenna ricevente: se così facendo lo spettro presenta buchi che variano con l’altezza, allora siamo certamente in presenza di una riflessione dal basso."
Non è esattamente quello che succede?
"Per accorgersi se si è in presenza di un caso di riflessione dal basso, occorre misurare il campo mentre si varia lentamente l’altezza dell’antenna e se si notano variazioni di alcuni dB, si è sicuramente in presenza di riflessioni"
"Un trucco molto efficace consiste nello schermare l’antenna dal raggio riflesso, posizionandola molto in basso, usando il tetto degli edifici per schermarci dal segnale riflesso."
Su, facciamo qualche provicchia di questo genere, così cerchiamo di capire e allo stesso tempo di rimediare (se possibile)?
ecco per cui sulla strumentazione professionale (misuratori di campo ad esempio) per ottenere un affidabile Impulse Response la matrice del segnale viene vagliata nell’unità di tempo come sugli oscilloscopi e VNA e non nel dominio della frequenza come sugli analizzatori di spettro.
.Dal documento inoltre emergono altre cose che bisognerebbe chiarire bene, ad esempio perché hanno utilizzato un analizzatore di spettro per quelle valutazioni considerato che possono farlo con 4T2 o altri analizzatori di rete vettoriali senz’altro disponibili in laboratorio e che potenzialmente offrono maggior possibilità di analizzare moduli e fasi
Il documento del centro ricerche RAI pare che l'abbia specificato a pag. 39 che qualora si cambi frequenza, la relazione spaziale di fase cambia e quindi risulta scalata anche la configurazione dei minini e dei massimi, in parole povere l’interferenza si verifica frequenza per frequenza e di conseguenza i minini e i massimi subiscono un cambiamento sia in frequenza che nel tempo
pipione ha scritto:Si Elettt, dai una sferzata a questo thread, sembra che si faccia troppa accademia, occorre che "ripensiamo" a casa con più efficacia come approcciare meglio il problema. le idee ci sono, ma sono molto confuse, frutto della nostra preparazione (parlo per me) un pochino deficitaria. La risposta di Elettt è come se ci facesse ritornare in terra mettendo dei puntelli reali sul discorso un po troppo teorico e speculativo.
pipione
elettt ha scritto:Non posso non essere d'accordo sulla possibile spiegazione del perchè hanno usato un misuratore di campo anziche analizzatori vettoriali...
mosquito ha scritto:Ciao CBTotano, il rimbalzo sul terreno antistante RAI, è da escludere. La differenza di ERP nelle due direzioni irradiate dall'antenna, sono molto diverse.![]()
mosquito ha scritto:Ciao CBTotano, il rimbalzo sul terreno antistante RAI, è da escludere. La differenza di ERP nelle due direzioni irradiate dall'antenna, sono molto diverse.![]()
ispide ha scritto:Il ripetitore in oggetto è composto da 2 cortine da 6 bays ciascuno in polarizzazione orizzontale e in questo caso specifico il coefficiente di riflessione del suolo in relazione all’antenna immagine avrebbe effetto trascurabile rispetto ad un sistema verticale, poiché è fuori fase con se stessa (Capitolo 3 - ARRL Antenna Book)
Capisco l’ansia di qualcuno di scoprire se i misuratori di campo vedono o non vedono i notches del ritardo, ma l’analizzatore di spettro incorporato sui misuratori di campo TV si discosta da un analizzatore da laboratorio e fra le tante cose non possiede il filtro RBW variabile per cui il Digiline in B/N avendo un filtro fisso di risoluzione per ogni gamma sui 130KHz (TV) e 4MHz (SAT) e con una buona dose di fortuna potrà mostrare ritardi da 7 a 9 µs ossia echi con un range da 2,1 a 2,7 Km almeno questo succede sui nostri tre strumenti (Unaohm, Promax e Rover) ma si badi bene un solo notch alla volta poiché l’altro non è mica sull’altro mux (!) Questo in modalità spettro, invece per l’impulse response che è una misura inerente al tempo, lo strumento si comporta come un oscilloscopio in Time Domain.