La questione della RAI è articolata, ma il concetto di fondo è semplice: un servizio pubblico forte e attuato, in tutti i suoi aspetti, a favore del popolo e della democrazia è sempre assolutamente preferibile. Forte significa con una offerta informativa completa ed obiettiva e, in tempi moderni, con una gamma abbastanza vasta di canali che ricoprano tutti gli ambiti dell'intrattenimento. E anche con il controllo esclusivo della rete e impianti di trasmissione che hanno un ruolo strategico, anche a livello difensivo. Purtroppo, come tende ad accadere, spesso la risorsa pubblica viene piegata ad esigenze di vario tipo (e quindi non riesce ad essere forte e valida, nel senso di cui prima), anche come luogo di sistemazione di personale con meccanismi clientelari.
A mio avviso, l'ambito principale di razionalizzazione su cui intervenire sarebbe quello del personale, soprattutto a livello di cariche direttive, vice-direttive, etc......., ma non solo; eviterei, inoltre, affidamenti ed incarichi a società esterne (a meno che non manchino del tutto le risorse interne); mentre cercherei di preservare le strutture regionali e di valorizzarle e sfruttarle ancora meglio (fermo restando che anche qui si possono razionalizzare le risorse del personale). Ridurre l'offerta di canali (ma una qualche razionalizzazione e modifica, si possono sempre attuare) e addirittura il numero di mux, oltre a non comportare significativi risparmi, vanno nelle direzione di un ridimensionamento dell'offerta pubblica, ciò che è sempre da evitare.
Mi si dirà che c'è sempre il privato che potrebbe fare meglio e magari anche svolgere ruoli di servizio pubblico, ma il privato, per quanto possa essere efficiente e obbiettivo, segue sempre le sue logiche di mercato in senso stretto, e le sue logiche "ideologiche" e non potrebbe mai essere valido quanto un servizio pubblico fatto bene. Il problema è appunto "fare bene" il servizio pubblico, ma è anche una questione di maturità civica di un popolo, che, nel caso italiano (ma non solo e non tanto) non è (ancora) sufficientemente sviluppata.
Se poi, si pensa che affidiamo il tutto al mercato........ vedendo cosa c'è (c'è stato) dall'altra parte, ci sarebbe quasi da pensare che avrebbe potuto essere meglio il monopolio pubblico a vita (perché, per intenderci, la RAI è indubbiamente stra-lottizzata dai partiti politici, ma il principale competitor privato non-pay è solo di Uno e fa passare soltanto i messaggi ideologici, politici, etc....... che convengono soltanto a quell'uno e basta; e non si venga a raccontare la solfa del pseudo-democraticismo dell'azienda editoriale privata - ciò vale per tutte). Ciao