Avevo letto anch'io.... vuoi sapere cosa ho pensato?
Date le enormi eresie, il mio pensiero non è andato sulle "sballatissime" affermazioni del lettore, ma mi sono domandato come la redazione avesse potuto pubblicare una cosa simile, arrivando alla conclusione che non poteva aver letto ciò che era stato scritto.
(.... analoga considerazione l'ho fatta a riguardo dei ringraziamenti al lettore, ritenendola un frase tipo)
In un passato (abbastanza remoto) mi è capitato di inviare articoli a riviste di elettronica (es. CQ-elettronica), dove tutto ciò che era pubblicato veniva vagliato dal curatore della rubrica, persona piuttosto competente ed anche dal direttore responsabile (segnatamente un Ing. dal nome e cognome noti)
Comprendo che i tempi cambino (si usavano le macchine da scrivere e la carta carbone, non Winword e copia-incolla) ma credo che una rivista di medicina (giusto per fare un esempio di facile comprensione), nello spazio dedicato ai lettori, dovrebbe astenersi dal pubblicare lettere con affermazioni completamente errate e destituite di fondamento, se il redattore non è un medico in grado di rispondera a tono, per mettere in guardia il pubblico.
....veniamo ora alle affermazioni specifiche:
Il derivatore non ha alcuna uscita diretta, ma solo un ingresso ed un'uscita di LINEA, che non può mai restare aperta ed a cui non si deve MAI collegare direttamente un TV/decoder. Se l'uscita di linea del derivatore non è terminata su'un impedenza caratteristica di 75 Ohm resistivi (nel caso specifico con una resistenza da 75 Ohm non induttiva), l'attenuazione della linea derivata non sarà MAI quella nominale.
Se poi l'uscita vede un disadattamento, cosa probabilissima quando il carico non è una resistenza da 75 Ohm antiinduttiva, si creano ONDE STAZIONARIE e l'attenuazione sull'uscita derivata, varia in funzione dell'impedenza nel punto di prelievo, che cambia a seconda della frequenza, dando origine a risultati molto complessi e variabili da presa a presa. (rendendo l'impianto di distrubuzione un "macello" incontrollabile)
Lasciando poi senza carico l'uscita di linea, il disadattamento diventa molto marcato (effetto stub) e si generano echi dei segnai, sia sulla linea che sull'uscita derivata. In analogico, gli echi determinavano i cosiddetti sdoppiamenti di immagine (ghosting), quindi uno sgradevole degrado della qualità a video. Con le modulazioni digitali, gli echi possono invece "impallare" il decoder fino al punto di impedirgli la decodifica.
Il derivatore è un componente passivo (accoppiatore direzionale) e non può avere che un comportamento ASSOLUTAMENTE LINEARE.
Ciò significa che un derivatore attenua esattamente allo stesso modo, sia i segnali di ampiezza maggiore che quelli di ampiezza inferiore.
Ancora, il derivatore non può "imprimere" nulla.
E' quindi completamente falso (e destituito di ogni fondamento) che si comporti in modo non lineare, cioè che possa attenuare maggiormente i segnali forti rispetto a quelli più deboli.
Salve a tutti amici.
Mi è capitato di leggere, sulla rivista Eurosat di luglio 2013, un articolo in cui si parlava di saturazione di alcuni decoder.
Prima di tutto si diceva che il problema di saturazione riguarda soprattutto i modelli di decoder prodotti dal 2004 fino al 2009 che mandavano subito al 100% il livello segnale e qualità.
Per risolvere il problema, l' autore dello pseudo articolo, ha detto di aver tolto un attenuatore e di aver iserito un derivatore ad 1 uscita prima del decoder.
Fin qui forse nulla di strano, ma quello che mi ha stupito, è che dice di aver lasciato l' uscita passante del derivatore senza resistenza sostenendo che, lasciando l' uscita passante aperta, si attenuano meno i segnali deboli e di più i segnali forti.
Si parla pure di un confronto tra un partitore ed un derivatore con uscita passante aperta. Ma che confronto è?
Voi cosa ne pensate??
Eurosat, non dovrebbe essere una rivista tecnica specializzata??