Da una serie di attente verifiche è emerso che alcuni marchi esclusi dalla graduatoria, ovvero non idonei, hanno invece pieno diritto ad esserci.
Il MISE, che ha più volte evidenziato la necessità che i marchi avessero reale presenza "on air", pena l'esclusione, in realtà si è limitato a verificare la presenza, si suppone, dai centri fissi.
Ne consegue che tutte le emittenti che diffondevano attraverso mux molto locali o a diffusione ridotta nelle vallate, restassero escluse, solo perchè non rilevate.
Questo "erroraccio" clamoroso, degno di un certo dilettantismo, indurrà sicuramente molte emittenti a ricorrere e non si esclude una modifica della graduatoria.
Altro tema, un po ostico per certe emittenti, è il coefficiente di riproporzione del bitrate nella fase transitoria, almeno assicurata fino al 31 dicembre 2022.
I mux che saranno riempiti totalmente avranno un coefficiente di riduzione della banda per ogni soggetto, rispetto al valore richiesto in seduta pubblica, che sarà stabilito dal bitrate disponibile in DVB-T fratto il valore in DVB-T2.
Nella sostanza, chi chiederà 3 megabit (valore massimo consentito), in realtà trasmetterà con quel valore moltiplicato per il coefficiente di riduzione ( esempio per RAI sembrerebbe 0,6)
Ogni editore dovrà quindi meditare molto bene sulla reale banda che gli sarà data in fase iniziale, rispetto ai costi.
Il coefficiente di riduzione inizia a presentarsi man mano che ciascun mux si riempirà, dopo aver superato il valore disponibile in DVB-T ( in genere 22,3 o 24,8 megabit)