Sono completamente d'accordo con quello che hai detto, ma confinando la discussione unicamente all'aspetto calcistico ti chiedo solo di considerare la mentalità del tifoso di calcio italiano e poi provare a immaginare come si possa conciliare questo tipo di approccio con la globalizzazione dell'intero movimento. La Champions League rappresenta davvero l'essenza del calcio europeo e su questo non c'è dubbio, ma quanti sono i tifosi (attenzione: parlo di tifosi e non di appassionati) che in Italia sono davvero interessati a una competizione calcistica che non vede protagonista la loro squadra? Secondo me sono pochini e questo cosa comporta? Comporta (sempre secondo me) che puoi proporre a questo tipo di pubblico la miglior competizione esistente al mondo, con i migliori fuoriclasse, la miglior copertura televisiva e il miglior servizio mediatico, ma costoro saranno sempre e solo stimolati a seguirla unicamente in rapporto alla presenza o no della loro squadra e poco conterà se gli offri un'esperienza internazionale unica.
Pertanto, fino a quando e se le italiane continueranno ad avere un ruolo sempre più marginale nel contesto calcistico europeo, il rischio che sulle TV italiane la Champions League diventi sempre meno importante c'è, proprio perché il tifoso italiano se ne frega se l'evento ha portata intenzionale e guarda sempre e unicamente al proprio interesse (cioè alla sua squadra). Mancando la sua squadra viene a mancare lo scopo per il quale si segue la coppa e quindi calano gli ascolti e diminuisce il valore televisivo del prodotto, anche se la qualità in sé della competizione rimane alta.