Spese per il riscaldamento sotto controllo: valvole termostatiche obbligatorie (2016)

Grazie L_Rogue. Vedremo come evolverà la questione. Il fatto è che io sto molto in casa ed avevo, sino a cinque anni fa, un impianto a gasolio condominiale vetusto che mi faceva prendere freddo. Adesso ho un impianto condominiale a gas con delle calderine a condensazione che va bene. Il mio dubbio principale è legato all'eventualità che in futuro possa risultare ridotto il calore che ricevo con l'introduzione pratica di questa normativa.
 
Grazie L_Rogue. Vedremo come evolverà la questione. Il fatto è che io sto molto in casa ed avevo, sino a cinque anni fa, un impianto a gasolio condominiale vetusto che mi faceva prendere freddo. Adesso ho un impianto condominiale a gas con delle calderine a condensazione che va bene. Il mio dubbio principale è legato all'eventualità che in futuro possa risultare ridotto il calore che ricevo con l'introduzione pratica di questa normativa.

Quando imposti una temperatura su una termovalvola per un determinato termosifone, quella non sarà la temperatura che avrai nell'ambiente, ma la temperatura a cui la termovalvola si chiuderà non richiamando più acqua calda dall'impianto condominiale. La differenza è importante.

Infatti, se per esempio imposti la temperatura a 20 gradi, raggiunta quella temperatura la valvola si chiuderà, la temperatura ambiente calerà di una determinata gradazione che varia da termovalvola a termovalvola, anche se dovrebbe essere standard, e poi la valvola si aprirà abbastanza da riscaldare il termosifone e il ciclo ricomincerà.

Per esempio le mie termovalvole sono un po' "sorde" e prima di riaprirsi aspettano che la temperatura d'ambiente sia calata di 1.5/2 gradi. Così per avere 20 gradi devo impostarle almeno a 21 o 22.

Da quel che ho visto in altri condomini di amici e parenti, ogni situazione è diversa, perché cambiano le coibentazioni degli appartamenti, gli infissi, i tipi di termosifoni (in ghisa o in alluminio che rilasciano il calore in modo diverso), posizionamento dei termosifoni e molti altri elementi che contribuiscono alla sensazione di caldo percepito e alla spesa finale.

E' in pratica un continuo adeguamento legato alla propria necessità personale e alle condizioni ambientali di ciascun anno e luogo.
 
Grazie ancora. A riguardo delle spese di riscaldamento, voglio dire in termini di costo del gas, con l'introduzione di questa normativa immagino che sarà prevista una quota fissa determinata dai millesimi ed una quota variabile determinata dal consumo. Immagino che la proporzione tra quota fissa e variabile sia determinata da una perizia effettuata sul condominio. Sai niente a riguardo ?
 
Grazie ancora. A riguardo delle spese di riscaldamento, voglio dire in termini di costo del gas, con l'introduzione di questa normativa immagino che sarà prevista una quota fissa determinata dai millesimi ed una quota variabile determinata dal consumo. Immagino che la proporzione tra quota fissa e variabile sia determinata da una perizia effettuata sul condominio. Sai niente a riguardo ?

E' il motivo per cui seguo questo thread. ;)

Ancora non ho visto il testo ufficiale del decreto legislativo, aspetto che arrivi in Gazzetta Ufficiale.

Come scrivevo all'inizio, per chi abita in Piemonte e Lombardia che hanno leggi regionali ad hoc, ci potrebbero essere problemi di coordinamento con la nuova normativa nazionale, se le disposizioni non saranno perfettamente identiche.

Per tutti gli altri servirà apposito progetto d'impianto che indichi il perché e il come delle diverse ripartizioni.

Non lasciate nulla in "zona grigia" quando ci sarà l'assemblea di approvazione. Determinate per iscritto e con votazione esplicita di chi è la proprietà delle termovalvole e dei contabilizzatori, chi ne fa la manutenzione e a che titolo, chi farà il progetto e a che titolo (solo manutentore o anche terzo responsabile dell'impianto?), ecc.

Dalla mia esperienza personale ho imparato che è bene far sottoscrivere quello specifico verbale d'assemblea a tutti coloro che lo voteranno in maniera favorevole, per non sentirsi dire in seguito "non avevo capito che fosse così".

E per la ripartizione delle quote, anche se al momento in condominio non ci sono appartamenti vuoti, determinate già ora quali saranno gli oneri in quel caso, perché altrimenti ci saranno sicuramente problemi con chi non vi abitasse tutto l'anno.
 
Seguirò i tuoi consigli. Circa la "zona grigia", da ignorante in materia, pensavo che i contabilizzatori potessero anche essere di proprietà del proprietario dell'abitazione essendo posizionati in un ambiente privato. Mi sembra più logico invece che il proprietario dei contabilizzatori non abbia interesse alcuno nell'alterare la misura. Comunque la questione diventa un po' difficile da digerire.
 
Il risparmio, specialmente per i condomini con più di 30 anni non coibentati è raggiungibile unicamente spegnendo i termosifoni.

Infatti la dispersione di calore in quel genere di condomini è inevitabile e le termovalvole non risolvono nulla.

Inoltre, secondo il proprio modo di vivere un appartamento, l'utilizzo di termovalvole, con accensione e spegnimento continuo dei termosifoni, può provocare problemi di umidità e muffe, specialmente in presenza di ponti calore nelle vicinanze dei piloni portanti nelle pareti che danno a nord. Ovviamente se nella propria zona d'inverno fa abbastanza freddo.

Come sempre più energia usi e più spendi, io ho già fatto 1 "stagione"di riscaldamento contabilizzato, chi come mè non ama il caldo esagerato, appartamento sempre a 18/19 C° e la notte valvole sempre chiuse, ho risparmiato 570,00 € rispetto alla suddivisione a millesimi.
Chi invece voleva la foresta tropicale in casa, valvole sempre aperte anche di notte ha avuto un'aggravio di spesa anche di 500,00 € sempre rispetto alla ripartizione a millesimi.

Le muffe si formano se riscaldi esageratamente un'ambiente, più alzi la temperatura ambiente e più il punto di rugiada (la temperatura a cui comincia a condensare acqua su un'oggetto )si alza.

La storia di tenere i muri caldi altrimenti si forma la muffa non ha alcun fondamento scientifico.

Dimenticavo condominio anni '50 190 appartamenti classe energetica G probabilmente anche meno.

Per quella che è la mia esperienza le termovalvole funzionano eccome.

Quanto ai coefficienti per gli appartamenti più esposti ........... se avessero avuto il riscaldamento autonomo avrebbero pagato il metano di meno? No, pertanto perchè dovrebbero avere agevolazioni dal condominio?
 
Azzero non voglio trasformare in una polemica questa discussione però è discutibile il tuo punto di vista, non dico che sia sbagliato o giusto. Ma è un punto di vista della questione.

azzero ha scritto:
Quanto ai coefficienti per gli appartamenti più esposti ........... se avessero avuto il riscaldamento autonomo avrebbero pagato il metano di meno? No, pertanto perchè dovrebbero avere agevolazioni dal condominio?

Prima non era previsto questa sistema di contabilizzazione. Quando una persona accetta di vivere in un condominio accetta anche le regole di ripartizione delle spese quindi, secondo il mio punto di vista, tali spese non erano contestabili e non erano trattabili come agevolazioni a qualche condomino
Adesso c'è una nuove normativa in materia di contabilizzazione del riscaldamento. Forse più giusta.

Io sapevo che le muffe si possono formare in ambienti, pareti o soffitti particolarmente umidi non necessariamente moderatamente caldi e neppure moderatamente freddi. Il calore non è sinonimo di umidità e neppure il freddo.
 
Esistono anche sistemi più evoluti, wireless e con un controllo centralizzato per ogni appartamento in cui si possono stabilire gli orari di accensione dei propri termostati, compatibilmente con gli orari dell'accensione della caldaia comune, la durata di accensione dei termosifoni nel proprio appartamento e anche la distinzione degli stessi parametri tra i diversi locali, per esempio per distinguere tra zona giorno e zona notte. Ovviamente la centralina ha bisogno di collegamento elettrico, essendo un'apparecchiatura più complessa dei contabilizzatori.

Inoltre esistono metodi diversi anche per la rilevazione dei dati a distanza.

Può passare apposito incaricato con un lettore portatile wireless che rileva i dati piano per piano fuori l'appartamento oppure si possono installare più centraline di raccolta dati ogni 2-3 piani del condominio che effettuano la "chiamata" periodica wireless ai contabilizzatori e poi trasmettono i dati con diversi sistemi al manutentore o lo stesso si interfaccia alle centraline manualmente per scaricare i dati.

Beh si certo ci sono diversi sitemi, noi abbiamo un impianto centralizzato con il teleriscaldamento, non abbiamo nessuna caldaia

Il teleriscaldamento fornisce anche l'acqua calda sanitaria oltre ai termosifoni
 
Come sempre più energia usi e più spendi, io ho già fatto 1 "stagione"di riscaldamento contabilizzato, chi come mè non ama il caldo esagerato, appartamento sempre a 18/19 C° e la notte valvole sempre chiuse, ho risparmiato 570,00 € rispetto alla suddivisione a millesimi.
Chi invece voleva la foresta tropicale in casa, valvole sempre aperte anche di notte ha avuto un'aggravio di spesa anche di 500,00 € sempre rispetto alla ripartizione a millesimi.

Secondo me stai compiendo un errore di valutazione, usando un criterio errato.

L'efficacia delle termovalvole (e delle caldaie in generale) non deve essere valutata su quanto spendi tu o un altro condomino, ma su quanti metri cubi di combustibile permettono di risparmiare nel totale del consumo collettivo.

Questo perché se tu spendi 500 euro in meno e il tuo vicino 500 euro in più, il gioco è a somma zero e l'utilità delle termovalvole altrettanto, nel complesso della valutazione.

Inoltre basandosi unicamente sull'elemento "costo", molto spesso ci si inganna, perché esso è legato al prezzo della materia prima che alimenta la caldaia, una variabile indipendente rispetto all'impianto, e ciò che oggi credi sia conveniente domani potrebbe non esserlo, se il consumo totale non diminuisce davvero.

Sono la spesa e il consumo assoluti che si devono abbattere, non la spesa relativa nei confronti degli altri condomini, perché altrimenti ci si potrà sempre esporre a brutte sorprese in futuro.

Per esempio negli ultimi due anni da me il consumo totale di materia prima (metano) è sceso dell'8% e 10%, ma ancora non sappiamo se la diminuzione sia strutturale o legata agli inverni miti che abbiamo avuto.

Dovesse esserci un inverno molto più rigido potremmo improvvisamente ritrovarci a spendere più di quanto spendavamo prima delle termovalvole.

Non so se mi sono spiegato. :D

Beh si certo ci sono diversi sitemi, noi abbiamo un impianto centralizzato con il teleriscaldamento, non abbiamo nessuna caldaia

Il teleriscaldamento fornisce anche l'acqua calda sanitaria oltre ai termosifoni

Anche nel mio comune c'è il teleriscaldamento, ma purtroppo non raggiunge la mia zona. Sarebbe così comodo! :crybaby2:
 
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Azzero non voglio trasformare in una polemica questa discussione però è discutibile il tuo punto di vista, non dico che sia sbagliato o giusto. Ma è un punto di vista della questione.



Prima non era previsto questa sistema di contabilizzazione. Quando una persona accetta di vivere in un condominio accetta anche le regole di ripartizione delle spese quindi, secondo il mio punto di vista, tali spese non erano contestabili e non erano trattabili come agevolazioni a qualche condomino
Adesso c'è una nuove normativa in materia di contabilizzazione del riscaldamento. Forse più giusta.

Io sapevo che le muffe si possono formare in ambienti, pareti o soffitti particolarmente umidi non necessariamente moderatamente caldi e neppure moderatamente freddi. Il calore non è sinonimo di umidità e neppure il freddo.

La muffa si forma su pareti umide, in determinate condizioni favorevoli.

La formula per il calcolo della temperatura di rugiada è piuttosto complessa, ma basti sapere che più è alta l'umidità relativa dell'ambiente, più è vicino il punto di rugiada.

Se ho un bagno a 20° centigradi con temperatura di rugiada a 16°, non ci sono problemi.

Se una parete di quel bagno dà a nord, con un ponte termico o altre ragioni che mi portano d'inverno quella parete a 15°, l'umidità ambientale condenserà su di essa, ponendo condizioni favorevoli allo sviluppo di muffa.

E' per tale ragione che, se non si vuole intervenire con una coibentazione seria e costosa dell'ambiente, le prime soluzioni consigliate sono:

a) tenere più alta la temperatura ambientale, cosicché la parete non scenda sotto la temperatura di rugiada (Esempio: se il ponte termico mi fa perdere 5 gradi della temperatura ambientale, come ho indicato prima, si dovrebbe portare la temperatura del bagno almeno a 22 gradi: 22-5= 17, temperatura superiore al punto di rugiada);

b) abbassare l'umidità relativa dell'ambiente, tramite deumidificatori e/o ventole di sfogo, in modo che ci si allontani il più possibile dal 100% di umidità del punto di rugiada.

Edit: dimenticavo di dire, per tornare in topic, che con le termovalvole e la loro oscillazione tra una temperatura media indicata dall'utente, che nulla sa della temperatura di rugiada, è più facile scendere sotto il punto di rugiada, rispetto a un ambiente in cui l'impianto di riscaldamento va al massimo senza nessun controllo. Non per niente in questo secondo caso, è pratica comune e generale porre contenitori contenenti acqua sui termosifoni per evitare che l'aria nella stanza diventi eccessivamente secca, elemento che per il nostro apparato respiratorio e di traspirazione non è buona cosa.
 
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Secondo me stai compiendo un errore di valutazione, usando un criterio errato.

L'efficacia delle termovalvole (e delle caldaie in generale) non deve essere valutata su quanto spendi tu o un altro condomino, ma su quanti metri cubi di combustibile permettono di risparmiare nel totale del consumo collettivo.

Questo perché se tu spendi 500 euro in meno e il tuo vicino 500 euro in più, il gioco è a somma zero e l'utilità delle termovalvole altrettanto, nel complesso della valutazione.

Inoltre basandosi unicamente sull'elemento "costo", molto spesso ci si inganna, perché esso è legato al prezzo della materia prima che alimenta la caldaia, una variabile indipendente rispetto all'impianto, e ciò che oggi credi sia conveniente domani potrebbe non esserlo, se il consumo totale non diminuisce davvero.
Sono la spesa e il consumo assoluti che si devono abbattere, non la spesa relativa nei confronti degli altri condomini, perché altrimenti ci si potrà sempre esporre a brutte sorprese in futuro.

A me sembrava abbastanza ovvio il concetto:
Se posso risparmiare io anche il mio vicino lo può fare.

Quando "paga pantalone" e nessuno è toccato direttamente nel portafoglio tutti se ne fregano, quando il tuo menefreghismo ti danneggia economicamente allora tutti sono molto più accorti.
Comunque ho guardato il consuntivo il condominio ha risparmiato il 30% sulle spese di riscaldamento, quanto alla speranza che il costo del combustibile diminuisca tranquillo che verrà fiscalizzato con una tassa specifica

La muffa si forma su pareti umide, in determinate condizioni favorevoli.

La formula per il calcolo della temperatura di rugiada è piuttosto complessa, ma basti sapere che più è alta l'umidità relativa dell'ambiente, più è vicino il punto di rugiada.

Se ho un bagno a 20° centigradi con temperatura di rugiada a 16°, non ci sono problemi.

Se una parete di quel bagno dà a nord, con un ponte termico o altre ragioni che mi portano d'inverno quella parete a 15°, l'umidità ambientale condenserà su di essa, ponendo condizioni favorevoli allo sviluppo di muffa.

E' per tale ragione che, se non si vuole intervenire con una coibentazione seria e costosa dell'ambiente, le prime soluzioni consigliate sono:

a) tenere più alta la temperatura ambientale, cosicché la parete non scenda sotto la temperatura di rugiada (Esempio: se il ponte termico mi fa perdere 5 gradi della temperatura ambientale, come ho indicato prima, si dovrebbe portare la temperatura del bagno almeno a 22 gradi: 22-5= 17, temperatura superiore al punto di rugiada);

b) abbassare l'umidità relativa dell'ambiente, tramite deumidificatori e/o ventole di sfogo, in modo che ci si allontani il più possibile dal 100% di umidità del punto di rugiada.

Edit: dimenticavo di dire, per tornare in topic, che con le termovalvole e la loro oscillazione tra una temperatura media indicata dall'utente, che nulla sa della temperatura di rugiada, è più facile scendere sotto il punto di rugiada, rispetto a un ambiente in cui l'impianto di riscaldamento va al massimo senza nessun controllo. Non per niente in questo secondo caso, è pratica comune e generale porre contenitori contenenti acqua sui termosifoni per evitare che l'aria nella stanza diventi eccessivamente secca, elemento che per il nostro apparato respiratorio e di traspirazione non è buona cosa.

In tutto questo tuo documentarsi su Wikipedia non ti sei chiesto perchè l'umidità si dice relativa, relativa a cosa? Alla temperatura ,in un metro cubo di aria secca si puo far evaporare più acqua a 22 C° che non se fosse a 18 C° .
Se tu alzi la temperatura ambiente di 2 C° mantenendo sempre la stessa temperatura esterna, ti avvicini di più al punto di rugiada, perchè essendo l'aria più carica di umidità questa anche su una parete più calda condenserà più facilmente.

Quanto alla pratica di "umidificare" gli ambienti ............non si usa più , ci si è accorti che l'umidità è sempre in eccesso, mai messo umidificatori in casa, ne in nessun'altro ambiente.

Nessuno si è mai chiesto perchè da 20 anni a questa parte gli episodi di case "ammuffite" si sono moltiplicati?
Sono arrivati i serramenti a tenuta ermetica, coibentazioni, riscaldamenti efficienti e la temperatura negli ambienti si è alzata, contemporaneamente il ricambio d'aria è diminuito quindi umidità eccessiva , condensa sulle pareti e muffa ovunque ,il condomino che abita sotto di me, casa identica, stesse persone che compongono il nucleo familiare ma lui ha muffa in bagno cucina e camera da letto io no,perchè ? Sarà un caso ma lui ha speso molto più di me in riscaldamento , e tornando al discorso che la spesa non significa risparmio, il contabilizzatore esprime quelle che si chiamano unità calore che vengono volgarmente trasformate in € quidi più €uro = più consumo = più energia utilizzata = più energia dispersa = caldo in casa = più spesa e siamo al punto d'inizio.

Quanto all'efficienza delle termovalvole , sono solo un mezzo a disposizione per regolare la temperatura ambiente, se io devo tenere la valvola termostatica sul "3" per avere 20C° in casa e il mio vicino invece la deve tenere sul 4 per avere la stessa temperatura, nulla cambia lo scopo è stato raggiunto, lo scopo è la possibilità di controllare la temperatura all'interno della propria casa e, risparmiare , lo si poteva fare anche prima con le valvole manuali, ma poichè questo non portava vantaggi economici al singolo, il concetto di "risparmio" era molto vago e non direttamente tangibile quidi nessuno mai si sognava di chiuderle, ora che temperatura più bassa=spese più basse tutti sono molto interessati a regolare la temperatura nel proprio appartamento.
 
In tutto questo tuo documentarsi su Wikipedia non ti sei chiesto perchè l'umidità si dice relativa, relativa a cosa? Alla temperatura ,in un metro cubo di aria secca si puo far evaporare più acqua a 22 C° che non se fosse a 18 C° .
Se tu alzi la temperatura ambiente di 2 C° mantenendo sempre la stessa temperatura esterna, ti avvicini di più al punto di rugiada, perchè essendo l'aria più carica di umidità questa anche su una parete più calda condenserà più facilmente.

E' il differenziale tra temperatura ambiente e temperatura di rugiada a essere rilevante. Fin tanto che la prima sarà superiore alla seconda, non ci sarà condensa.

E per inciso, la quantità di umidità presente nell'aria non dipende dalla temperatura solamente, ma dalla temperatura legata alla quantità d'acqua potenzialmente evaporabile presente nell'ambiente. In caso contrario, di giorno nell'aria del deserto del Sahara si nuoterebbe.

Se passi da una temperatura di 18° con una quantità N di acqua evaporata, a 22° ci sarà un'umidità relativa maggiore solamente se la quantità N di acqua prima evaporata non era tutta quella disponibile nell'ambiente. Non si può far evaporare più di quanto è disponibile per l'evaporazione.

Se poi affermi che sempre l'aumento della temperatura comporterà un aumento dell'umidità relativa, dissento, per i motivi già detti.

Inoltre, stai generalizzando troppo dicendo "ci si è accorti che l'umidità è sempre in eccesso, mai messo umidificatori in casa, ne in nessun'altro ambiente."

Se l'umidità fosse sempre in eccesso tutti avrebbero problemi di umidità e muffa, in qualunque parte d'Italia e in qualunque condizione di calore.

Non è mia intenzione polemizzare e non lo farò in futuro, ma è sotto gli occhi di tutti e dato di fatto indiscutibilmente vero che non tutti hanno problemi di umidità o muffa in casa propria, anche con coibentazioni, doppi vetri e termovalvole. :)
 
A me sembrava abbastanza ovvio il concetto:
Se posso risparmiare io anche il mio vicino lo può fare.

Dipende.

Se la sua dispersione di calore è maggiore della tua, per avere la tua medesima temperatura, dovrà impostare le termovalvole a una temperatura maggiore, consumando di più. E la dispersione può essere indipendente dalla sua volontà, per semplice collocazione sfavorevole dell'appartamento.

E per avere il tuo stesso risparmio, dovrebbe diminuire notevolmente la temperatura percepita in casa sua.

Il risparmio potrebbe essere uguale a parità di condizioni ambientali e tutti sappiamo che è ben difficile che un appartamento sia identico a un altro in tutto e per tutto, già il fatto di essere a un piano superiore comporta differenze.

E' per questo che vengono adottati fattori correttivi per i diversi appartamenti in fase di progetto d'impianto, anche se comincia a montare una "dottrina" in ambito condominiale che non li vorrebbe, in quanto non specificamente indicati nella normativa vigente,

Quello che so su queste cose mi viene direttamente dall'esperienza come consigliere condominiale, è empirica, ma essendo altrettanto empiriche le soluzioni, so quando funzionano e quando no.
 
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Premesso che non sto assolutamente polemizzando o bisticciando, ho semplicemente riferito la mia esperienza personale, tralasciando tutti quelli che mi chiedono come ho fatto a spendere così poco di riscaldamento, ieri, si sono presentati a sorpresa quelli che hanno applicato i contabilizzatori ai radiatori, per un "controllo" , probabilmente pensavano avessi manomesso i contabilizzatori , mi hanno chiesto solo dove ho comprato le valvole termostatiche motorizzate programmabili e quanto le avessi pagate, per il resto saluti e complimenti.


Dipende.
Il risparmio potrebbe essere uguale a parità di condizioni ambientali e tutti sappiamo che è ben difficile che un appartamento sia identico a un altro in tutto e per tutto, già il fatto di essere a un piano superiore comporta differenze.

Io ho detto che non voglio polemizzare, ma leggere questo.....
Tra un'appartamento al primo piano , con sotto le cantine ed uno al secondo di 7 totali c'è una bella differenza ma tra un secondo ed un terzo piano le differenze son trascurabili, certamente misurabili con adeguata attrezzatura, ma al fine pratico parliamo di percentuali che non superano i 5 punti percentuale.

Comunque il risparmio non è una cosa che si trova sulle piante o qualcuno lo ha altri no, il risparmio lo si ottiene con un'utilizzo accorto dell'energia con qualsiasi apparecchio.
Si risparmia d'estate alzando la temperatura del climatizzatore, abbassando d'inverno quella del riscaldamento, spegnendo il motore dell'auto quando ci si ferma ad aspettare qualcuno sotto casa,spegnendo le luci non necessarie.

Se non si utilizza energia si risparmia energia.

Un po come la diatriba tra quelli che sostengono che si spende meno a tenere lo scaldbagno elettrico sempre acceso e quelli che invece sostengono che spegnerlo quando non serve porta ad un risparmio sulla bolletta dell'elettricità (perchè si risparmia energia)

Partendo dal concetto inopinabile che ciò che è spento non consuma nulla è evidente che spegnere lo scaldabagno elettrico quando non serve porta ad un risparmio.

Le termovalvole e la contabilizzazione in se non portano a nulla se poi uno le tiene sempre al massimo perchè "ha freddo", il principio è di responsabilizzare i singoli ad un'utilizzo accorto dell'energia, toccandoli nelle tasche e li si che tutti si accorgono del risparmio.

Inoltre ci si è accorti che si spende di più per la climatizzazione estiva che non per il riscaldamento invernale, infatti insieme alle termovalvole sono stati introdotti anche i coefficienti minimi di ombreggiatura al fine di contenere le spese di climatizzazione.
Tutte le case di nuova realizzazione hanno le tende (una volta le installava solo chi le voleva) ma non per offrire qualcosa in più agli acquirenti come viene fatto credere ,ma per ottemperare alla normativa vigente in fatto di risparmio energetico.

Io ho applicato delle pellicole riflettenti ai vetri delle mie finestre, permettono ,tra energia riflessa ed energia assorbita, di ridurre il calore del sole che d'estate entra attraverso i vetri e deve essere smaltito dal climatizzatore.
Riesco a diminuire l'incidenza del calore solare del 60/70% (misurato con solarimetro non a spanne) conta che il sole di luglio a Milano tanto per darti un'idea della posizione geografica sviluppa, in una giornata senz nubi tra i 700 e 900 W/Mq fai quattro conti della superficie vetrata delle finestre e capirai quanto si può risparmiare.
Tra l'altro le finestre con vetri basso emissivo diminuiscono il passaggio di calore ma in un solo senso, in inverno contribuiscono a tenere calda la casa ma ..........d'estate anche.
 
Mi fa pensare questa scelta, non che non sia utile, ma dietro questa scelta si cela la necessità di svuotare dei magazzini, chi mi dice che tra pochi anni (2020) non siano obsoleti ed occorre sostituirli con modelli più performanti?
 
Mi fa pensare questa scelta, non che non sia utile, ma dietro questa scelta si cela la necessità di svuotare dei magazzini, chi mi dice che tra pochi anni (2020) non siano obsoleti ed occorre sostituirli con modelli più performanti?

Premesso che non ho capito a cosa ti riferisci,cosa è obsoleto? I ripartitori, le valvole termostatiche, l'impianto di riscaldamento o l'appartamento?

I ripartitori sono alimentati da una pila al litio non sostituibile della durata di anni 10, quindi devono comunque essere sostituiti.

Quanto all'obsolescenza, un telefono è obsoleto dopo 6 mesi, una tv dopo 2 anni (quando va bene) un'automobile dopo 5 tutto ormai ha una "obsolescenza programmata" quando acquisti un qualunque apparecchio (elettrodomestico, telefono,auto........) il modello "nuovo" è già pronto ma non viene messo in commercio finchè non è stato sufficientemente sfruttato quello che è attualmente in vendita.

Con la velocità con cui avanza la tecnologia non bisogna svuotare i magazzini, ormai i magazzini non li ha più nessuno si lavora solo "sul venduto"
 
Qui si rischia di fare confusione per quanto riguarda l'esistente e quello che si dovrà fare. Tra le valvole motorizzate ed i contabilizzatori di calore c'è una differenza sostanziale, le prime permettono di avere più o meno calore ai caloriferi e i secondi sono quelli che, il termine stesso lo dice, permettono di controllare quanto calore si consuma. Comunque io sono curioso di leggere il testo della legge perché a mio avviso potrebbe essere, che essendo la maggior parte degli stabili non ancora muniti di tali dispositivi, prescriva un tipo di valvole ed un tipo di contabilizzatori certificati a "norma" e sotto una unica proprietà. Per i contabilizzatori mi sembra ovvio, per le valvole un po' meno.
 
Comunque io sono curioso di leggere il testo della legge...
E' stato appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale
questo uno stralcio DLgs 102/14

Art. 9
Misurazione e fatturazione dei consumi energetici
......
d) quando i condomini sono alimentati dal teleriscaldamento o teleraffreddamento o da sistemi comuni di riscaldamento o raffreddamento, per la corretta suddivisione delle spese connesse al consumo di calore per il riscaldamento degli appartamenti e delle aree comuni, qualora le scale e i corridoi siano dotati di radiatori, e all'uso di acqua calda per il fabbisogno domestico, se prodotta in modo centralizzato, l'importo complessivo deve essere suddiviso in relazione agli effettivi prelievi volontari di energia termica utile e ai costi generali per la manutenzione dell'impianto, secondo quanto previsto dalla norma tecnica UNI 10200 e successivi aggiornamenti. É fatta salva la possibilità, per la prima stagione termica successiva all'installazione dei dispositivi di cui al presente comma, che la suddivisione si determini in base ai soli millesimi di proprietà.

Art. 16
Sanzioni
.....
8. É soggetto ad una sanzione amministrativa da 500 a 2500 euro il condominio alimentato dal teleriscaldamento o dal tele raffreddamento o da sistemi comuni di riscaldamento o raffreddamento che non ripartisce le spese in conformità alle disposizioni di cui all'articolo 9 comma 5 lettera d).

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Comunque nelle Regioni che hanno legiferato in materia (Lombardia, Piemonte) prevale la normativa regionale.
 
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