Ritorno in questo forum dopo circa 3 anni. All'epoca intervenni con un topic simile e molti si ribellarono dicendo che la data del 2007 sarebbe stata sicuramente rispettata, in Italia, volenti o nolenti e a furor di popolo.
Ricorderete che all'epoca ci fu un grosso battage da parte del governo per promuovere i notevolissimi incentivi (circa 150 milioni di euro) per l'acquisto dei decoder digitali terrestri.
Io intervenni con alcune semplici critiche, che ora sono ben chiare agli occhi di tutti, come è facilmente verificabile ad esempio in Sardegna dove lo switch-off totale sperimentale è stato rimandato in continuazione.
Riassumo brevemente le mie considerazioni, sul perchè lo switch-off è impossibile adesso, e sarà impossibile in Italia ancora per molti anni.
1 - La tecnologia DTT, a differenza degli altri miglioramenti tecnologici che la TV ha avuto nel corso della sua storia, è esclusiva. Quando la TV è diventata a colori, chi aveva ancora la TV in b/n continuava normalmente a vedere gli stessi programmi in b/n, anche se trasmessi a colori. Stesso discorso per stereo e televideo. Con il DTT no. Chi non ha il decoder, non vede nulla. Per fare lo switch-off quindi occorre che ci siano tanti decoder in giro per quanti televisori ci sono. E credo che siamo intorno ai 40 milioni.
2 - La tecnologia DTT offre delle caratteristiche avanzate che sono già tutte proprie del digitale satellitare. La differenza è che per coprire il territorio italiano con il DTT occorre modificare qualche migliaio di impianti di trasmissione (e si è visto che si è ben lontani dalla copertura di tutto il territorio, oggi), mentre con il DTT da un unico punto di trasmissione si copre tutta l'Europa e anche più.
3 - Il numero di canali teoricamente ottenibili con il DTT è di gran lunga inferiore a quello ottenibile dal satellitare, sia in chiaro che a pagamento. Sky trasmette su circa 300 canali, e su Hotbird ci trasmettono un sacco di altri broadcaster, Mediaset sul DTT arriva a malapena a una quindicina ed è quella più presente.
4 - Per sviluppare la TV DTT occorre liberare le frequenze analogiche, per dedicarle alla trasmissione DTT. E' ovvio che finchè il DTT non ha raggiunto una discreta penetrazione le emittenti, sia nazionali che locali, non hanno nessun interesse a liberare le loro frequenze per darle al digitale. Per cui questo genera un circolo vizioso, che in Italia è aggravato dal fatto che ci sono talmente tanti canali locali (rispetto all'estero) che tutte le frequenze sono già occupate. In altri paesi ci sono comunque molte più frequenze libere che hanno potuto finora tranquillamente essere prese dalle stesse emittenti analogiche per duplicare il loro segnale in digitale.
In base a tutte queste considerazioni, appare evidente come lo switch-off sia un'impresa pressochè impossibile in Italia, prima di tantissimi anni. Ottimisticamente tre anni fa parlavo di 2015. Ora mancano solo 8 anni, e dico più realisticamente 2025, visto che in Italia ancora oggi (dopo 30 anni dall'introduzione ufficiale del colore) esistono famiglie in cui ci sono televisori in bianco e nero.
Ricorderete che all'epoca ci fu un grosso battage da parte del governo per promuovere i notevolissimi incentivi (circa 150 milioni di euro) per l'acquisto dei decoder digitali terrestri.
Io intervenni con alcune semplici critiche, che ora sono ben chiare agli occhi di tutti, come è facilmente verificabile ad esempio in Sardegna dove lo switch-off totale sperimentale è stato rimandato in continuazione.
Riassumo brevemente le mie considerazioni, sul perchè lo switch-off è impossibile adesso, e sarà impossibile in Italia ancora per molti anni.
1 - La tecnologia DTT, a differenza degli altri miglioramenti tecnologici che la TV ha avuto nel corso della sua storia, è esclusiva. Quando la TV è diventata a colori, chi aveva ancora la TV in b/n continuava normalmente a vedere gli stessi programmi in b/n, anche se trasmessi a colori. Stesso discorso per stereo e televideo. Con il DTT no. Chi non ha il decoder, non vede nulla. Per fare lo switch-off quindi occorre che ci siano tanti decoder in giro per quanti televisori ci sono. E credo che siamo intorno ai 40 milioni.
2 - La tecnologia DTT offre delle caratteristiche avanzate che sono già tutte proprie del digitale satellitare. La differenza è che per coprire il territorio italiano con il DTT occorre modificare qualche migliaio di impianti di trasmissione (e si è visto che si è ben lontani dalla copertura di tutto il territorio, oggi), mentre con il DTT da un unico punto di trasmissione si copre tutta l'Europa e anche più.
3 - Il numero di canali teoricamente ottenibili con il DTT è di gran lunga inferiore a quello ottenibile dal satellitare, sia in chiaro che a pagamento. Sky trasmette su circa 300 canali, e su Hotbird ci trasmettono un sacco di altri broadcaster, Mediaset sul DTT arriva a malapena a una quindicina ed è quella più presente.
4 - Per sviluppare la TV DTT occorre liberare le frequenze analogiche, per dedicarle alla trasmissione DTT. E' ovvio che finchè il DTT non ha raggiunto una discreta penetrazione le emittenti, sia nazionali che locali, non hanno nessun interesse a liberare le loro frequenze per darle al digitale. Per cui questo genera un circolo vizioso, che in Italia è aggravato dal fatto che ci sono talmente tanti canali locali (rispetto all'estero) che tutte le frequenze sono già occupate. In altri paesi ci sono comunque molte più frequenze libere che hanno potuto finora tranquillamente essere prese dalle stesse emittenti analogiche per duplicare il loro segnale in digitale.
In base a tutte queste considerazioni, appare evidente come lo switch-off sia un'impresa pressochè impossibile in Italia, prima di tantissimi anni. Ottimisticamente tre anni fa parlavo di 2015. Ora mancano solo 8 anni, e dico più realisticamente 2025, visto che in Italia ancora oggi (dopo 30 anni dall'introduzione ufficiale del colore) esistono famiglie in cui ci sono televisori in bianco e nero.