ROMA - La tempesta perfetta del sole. Da cinque anni non si assisteva ad un fenomeno di questa potenza. Ma da giovedì siamo nel bel mezzo di un’eruzione solare in piena regola, dopo un episodio più lieve avvenuto nella notte di mercoledì.
Nessuna manifestazione fantascientifica, spiegano gli esperti, solo un evento naturale che si ripropone con ciclica regolarità: la stella madre del sistema planetario si era semplicemente assopita, nell’arco di quel periodo di undici anni che si ripete sistematicamente e in cui il Sole passa da un massimo ad un minimo di attività. E ora, dopo un prolungato minimo, è arrivato il momento del risveglio. L’attività solare è in fase di risalita e c’è da aspettarsi eruzioni di questo genere nei prossimi due o tre anni: quella in corso sarebbe la seconda più potente dell’attuale ciclo, ma il picco sarà raggiunto tra il gennaio e il febbraio del 2013.
La tempesta geomagnetica in corso, osservata da numerosi satelliti americani ed europei, come Sdo, Soho e Ace (della Nasa) e Proba 2, ha investito il campo magnetico terrestre con uno sciame di particelle che, secondo i dati diffusi dall’Agenzia americana per l’Atmosfera e gli Oceani, viaggiano a 286.000 chilometri orari.
Insomma, come se sulla superficie del Sole esplodessero centinaia di miliardi di bombe nucleari, liberando in pochi istanti un’enorme energia. Altro fenomeno ben più caratterizzante è che questo brillamento, oltre ad essere molto intenso, punta in direzione della Terra: tali eventi, infatti, possono avvenire a diverse latitudini solari. Ma in questo caso si è verificata una circostanza rara: la geometria dell’esplosione e la posizione del nostro pianeta sull’orbita tracciata intorno al Sole coincidono alla perfezione, con maggiori rischi per i dispositivi elettrici, le comunicazioni satellitari e i trasporti aerei, e con un momento di massimo fastidio fino alla prima metà di oggi.
L'ESPERTO USA. Per Joe Kunches, dell'Agenzia statunitense per gli oceani e l'atmosfera (Noaa), quello in corso «è l' evento di questo genere più intenso degli ultimi cinque anni». Probabilmente siamo appena all'inizio perchè il Sole ha cominciato a dare segni evidenti di irrequietezza solo nell'estate scorsa e raggiungerà il massimo dell'attività fra gennaio e febbraio 2013, quando potranno avvenire da 4 a 6 tempeste al giorno. La frequenza con la quale compaiono macchie e spettacolari eruzioni sulla superficie solare è legata ad un ciclo nel quale periodi di attività debole si alternano a periodi di risveglio, con attività intensa. La durata di ciascun periodo è di circa 11 anni e nel dicembre 2008 si è conclusa una fase insolitamente lunga di debole attività solare. Da allora il Sole è entrato nel nuovo ciclo ed è stato tranquillo. È difficile, però, stabilire se d'ora in poi ci sarà un crescendo di attività, con eruzioni e tempeste sempre più intense. «Le previsioni dell'evoluzione del ciclo solare sono poco attendibili ed è impossibile prevedere che cosa potrà accadere di qui a un anno», rileva l'astronomo Alessandro Bemporad, dell'osservatorio di Torino dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf). «È vero - aggiunge - che nel periodo di massima attività macchie ed eruzioni tendono a spostarsi verso l'Equatore solare». Una zona, questa, nella quale è più probabile che gli sciami di particelle colpiscano la Terra. Non è detto, però, che a questa frenetica attività corrispondano tempeste particolarmente violente e minacciose per telecomunicazioni e linee elettriche. «Secondo le previsioni più recenti il prossimo massimo solare potrebbe essere tra i più deboli mai registrati, tuttavia resta un grande margine di incertezza». Non è quindi da escludere che tempeste violente possano avvenire anche prima del massimo solare. Nel migliore dei casi le tempeste solari generate dallo scontro fra lo sciame di particelle provenienti dal Sole e il campo magnetico terrestre possono colorare il cielo dei Poli con bellissime aurore, ma nei casi più gravi possono danneggiare i satelliti, provocando problemi nelle telecomunicazioni.
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