Ringraziando GPP per il suo contributo alla diatriba satellite – IPTV, mi piacerebbe utilizzare una sua osservazione:
Io, ad esempio, non rinuncerei mai alla possibilità di portarmi il decoder in vacanza e vedere la TV nella casa in montagna.
Questa considerazione (che aveva già fatto qualche pagina prima Maxreloaded) io non potevo farla non avendo ne la casa al mare, ne quella in montagna, per cui non utilizzo il decoder in quel modo. Tuttavia, la vostra riflessione coglie in pieno l’aspetto centrale della questione che (secondo me) si può porre in questo modo:
quali sono le modalità attraverso le quali lo spettatore televisivo odierno usufruisce dello spettacolo televisivo?
Dalla risposta tua e di Max si evince che vi portiate il decoder al mare, vi mettiate sul divano e facciate zapping, ma senza connessioni di rete non avete (ad es.) l’on demand, e comunque tutte quelle opzioni legate all’interazione diretta con l’operatore. Avete un abbonamento monco …
Se, per caso, al mare o in montagna aveste anche una buona connessione di rete (fissa o anche mobile per SkyGo) il problema sarebbe risolto …
Ancora una volta, dunque, il problema non è la superiorità del satellite sull’IPTV, quanto ed esclusivamente l’evoluzione tecnologica della rete … In Italia, non avendo una rete particolarmente evoluta, si è affermato solo il satellite, ma il satellite non potrà mai evolversi fino al punto di colmare il vero aspetto di superiorità tecnologica della IPTV: il canale di ritorno o, per meglio dire, l’interattività.
Per ottenere questo il satellite “deve” appoggiarsi alla rete (sia essa fissa o mobile), la rete può (e se non può oggi, potrà domani …) bastare a se stessa.
Insomma, per avere l’interattività con il satellite devi sottoscrivere due abbonamenti. Con la IPTV uno.
Ulteriore considerazione: avete in casa un ragazzino/a di 10/12 anni?
Io si. Vi assicuro che l’unica sua modalità di fruizione dei video è “you tube”. Solo la “rete” è in grado di dargli la flessibilità che chiede. Sky lo scoccia …
Quando GPP dice:
sono servizi in più che hanno un'utilità effettiva molto relativa, non tale da giustificare un futuro abbandono del satellite
parla per se e per me … (che sono un vecchio “bacucco “), ma le nuove modalità di fruizione del prodotto audiovisivo sfuggono da queste “vecchie” dinamiche e puntano ad una completa interazione che soltanto questi “nuovi” servizi e la rete potranno dare e
questo di per se “giustifica pienamente” un abbandono (se non oggi, quanto più velocemente possibile) del satellite.
Sky, che nel Regno Unito sta (guarda caso) fornendo direttamente la connettività di rete insieme ai suoi classici canali lineari, non può trattare l’Italia e gli italiani come dei trogloditi da sfruttare soltanto economicamente,
deve consentire ai suoi clienti italiani (come fa con quelli inglesi) di scegliere liberamente la tecnologia che più risponde alle proprie esigenze, mantenendo una coerente neutralità tecnologica.
Ma questo (oggi) è veramente chiedere troppo, come ho già potuto sperimentare chiamando il 199.100.400 …