Traduzione in ......

@patria o muerte


Hai capito benissimo l'uso dei "passati" in spagnolo, evidentemente parli molto bene l'italiano (per noi base di partenza essenziale per imparare le lingue) ;)
 
Ti faccio un altro esempio:
una persona ti chiede se sei andato al medico ieri:
Adriaho fuiste al medico ayer?
Tu puoi rispondere in diversi modi:
Si fui por la mañana (sono andato in mattinata,azione conclusa)
No fui,me siento mejor (non sono andato,mi sento meglio,azione conclusa perchè ritieni di non andarci più,azione conclusa)
Si he ido pero el medico no estaba,voy mas tarde (sono andato ma il medico non c'era,vado più tardi,azione non conclusa)
No he podido ir,voy otro dia(non sono potuto andare,vado un altro giorno,azione non conclusa)
 
patria o muerte ha scritto:
cioè che confondo quando devo usare il perfetto e l'indefinito... penso che cominciando a parlarci uno ci fa il callo
 
Oh, oh, temo che nel dialetto bresciano non esista il Passato Remoto !!! :crybaby2: Solo il Passato Prossimo o il Trapassato Prossimo riesco a trovare ... manca ovviamente anche il Trapassato Remoto. Che mistero ... :eusa_think:
 
questo ci succede perchè in sardegna siamo poco abituati a usare il passato remoto...
 
@beba

La lingua ufficiale corretta è quella parlata in Egitto. E' la lingua usata nei film, nei sequels televisivi, nei romanzi e nelle lettere importanti, nella formulazione delle leggi.
Poi esistono molte varianti che vengono raggruppate in due grandi gruppi (all'interno dei quali ci sono molte differenze sia nei modi di dire che nella pronunzia delle parole): il gruppo del Maghreb (che in arabo significa Occidente) ed il gruppo del Maghret (che significa Oriente).
Quindi in Mali, Marocco, Mauritania, Algeria, Tunisia e Libia la lingua è simile (non uguale). In Libano, Palestina, Giordania, Irak, Siria, Kuwait, Arabia Saudita, Yemen, Oman ed Emirati Arabi (spero di non avere scordato nulla) la lingua è abbastanza diversa rispetto all'altro gruppo.
In Sudan si parla come in Egitto.
Quando si riunisce la Lega Araba fra di loro parlano in inglese!
Quindi pensa all'arabo come un insieme di molti dialetti.
Una della cause principali di questa grande varietà è dovuta al fatto che in arabo non si scrivono le vocali interne alla parola e che non esistono verbi ausiliari.
Per dire "tu sei intelligente" in arabo si dice "tu intelligente".
Il "tu" viene tradotto: ènti, ènta, ènte, a seconda del Paese (è solo un esempio di una parola frequentemente adoperata).
Acqua si dice "moija" in Libia e "mà" in Tunisia.
L'arabo (più delle altre lingue) si apprende da giovani o non lo si apprende mai più.
L'ebraico rassomiglia all'arabo (stessa radice semitica) e si scrive pure da destra a sinistra.
Come puoi immaginare la conoscenza dell'arabo "apre" molte "porte", non solo all'estero nei Paesi dove si viene "accreditati" per ricevere un immediato "gradimento" istituzionale, ma anche in Italia: FF.AA., FF.d.O. e Magistratura sono alla ricerca costante di italiani che padroneggiano questa lingua.
Ho sottoposto i miei figli (5) a questa "tortura". Adesso (almeno i più grandi) me ne sono grati.

Salàm alèk! (salute a te) ;)
 
Ultima modifica:
@ relop.ing

Sapevo dell'esistenza di questa varietà, inoltre è la prima lingua al mondo!

E' proprio vero, che saper parlare l'arabo da molte possibilità, non solo in ambito lavorativo.

Hanno fatto bene i tuoi figli a padroneggiare questa lingua; peccato che nella nostra penisola, poche sono le scuole pubbliche che danno accesso a tale possibilità.

Salàm alèk! ;)
 
@ANDREMALES

Vedo che, tra migliaia di utenti, siamo gli unici due ad adoperare una firma in latino.
Come si sa, in generale, quando la firma riporta frasi celebri esprime la concezione politica, sociale o metafisica di chi la adopera.
Alla mia, che leggi da sempre in calce, sono particolarmente affezionato.
Presumo che tu conosca il latino e pertanto desidero spiegare la mia firma agli amici del Forum che forse non conoscono questa lingua, una volta universale.

Tu, o Romano, ricordati che governerai con autorità i popoli (ne avrai l’abilità), imporrai il tempo della pace, perdonerai chi si sottomette e debellerai i superbi

Virgilio, nell’Eneide, così fa parlare il vecchio Anchise morente al giovane figlio Enea che fuggendo da T roia si appresta a venire in Italia (sono costretto a staccare la T perchè il sistema lo prende per una parolaccia!).
In questo modo Virgilio fa discendere la stirpe romana direttamente da quella t roiana, inventandosi il “testamento di Anchise”.

Ho scelto questa firma non per “nostalgia” per un passato che fu, quanto piuttosto per la consapevolezza della grandezza di Roma nelle opere ingegneristiche civili e militari e nel “corpus juris” pietra miliare fondamentale del “diritto” per tutto il mondo civile.

Riporto adesso la tua firma attuale:

Barbatus rigido nupsit Callistratus Afro
Hac qua lege viro nubere virgo solet.
Praeluxere faces, velarunt flammea vultus,
nec tua defuerunt verba, Talasse, tibi.
Dos etiam dicta est. Nondum tibi, Roma, videtur
Hoc satis? Expectas numquid ut et pariat?


E’ un epigramma di Marziale, dal libro XII, epigramma 42esimo (XLII) che provo a tradurre:
“Callistrato, l’irsuto, ha sposato l’aitante Afro
secondo la legge con cui una vergine suole maritarsi.
Li precedettero le torce, non mancarono canzonette licenziose
mentre velato era il volto della sposina,
né, Talasso*, mancarono le tue parole nuziali.
Anche il corredo era stato convenuto. Roma, questo non ti sembra
ancora abbastanza? Forse aspetti che partorisca anche?”

*Talasso, divinità nuziale propizia alle spose, in questo caso a Callístrato, al quale dal contesto corrisponde il ruolo femminile.
In sostanza Marziale descrive un matrimonio omosessuale.

Poiché è una semplice descrizione, senza voler entrare nel personale (non mi permetterei mai) vorrei che tu mi spiegassi il significato che possiede per te questa firma.
Ovviamente non sei per nulla obbligato a farlo.

Grazie, ciao ;)
 
Complimenti davvero per l'esposizione, relop.ing ;)

Certo che è strano che il sistema come dici tu, rende quel nome di un luogo in una parolaccia in ogni caso; mah :eusa_think:
 
non mi ero accorto della richiesta di relop.ing, non me ne volere se ti rispondo solo adesso (mi era assolutamente sfuggito).
Ho messo quella firma poichè sono rimasto sorpreso da quanto Marziale avesse "visto lungo" sul tema del riconoscimento di pari diritti, ben duemila anni fa. Se ne fa un gran parlare al giorno d'oggi, ma con una invidiabile ironia ed in incredibile anticipo sui tempi (per l'appunto riferendosi ad un matrimonio omosessuale) diceva, in pratica:

"cosa aspetti (popolo Romano) a riconoscere l'unione di queste due persone ? che partoriscano un figlio ?"

E' un modo per essere vicino a quelle persone che stanno soffrendo una situazione di discriminazione che -personalmente- non condivido, situazione che giustappunto era già stata evidenziata proprio da Marziale in questo delizioso epigramma.

PS: complimenti per la traduzione. E comunque -mi pare giusto sottolinearlo, non voglio attribuirmi meriti che non ho- non ho avuto modo di studiare il latino. ;)
 
@Andremales

Mi ha fatto molto piacere la tua risposta ed avevo capito che non ti eri accorto.
Quelle strofe di Marziale le avevo imparate a memoria al liceo. Le avevo imparate in metrica. Se riuscissi a sentirle con l'accento metrico...sono grandiose!

Una piccola precisazione: Marziale quando invoca Roma invoca il potere di Roma non il popolo Romano. A sottolineare che anche allora il popolo era più avanti di chi lo governava. Infatti, a quella cerimonia assisteva tutto il popolo con canti, balli e motti scherzosi!

La storia si ripete.
ROMA ERA DAVVERO GRANDE!

Ciao ;)
 
Ultima modifica:
Indietro
Alto Basso