Sì, in effetti magari fosse un eccesso di retorica il problema del film. Un eccesso (di retorica, di qualsiasi cosa) sarebbe un segno di vitalità, di passione. Di commozione.
Invece - di tutti i punti di vista possibili sull'11/9- viene scelto quello più convenzionalmente mainstream, il più banale.
Non ho dubbi che la storia sia "vera" (qualsiasi cosa ciò significhi), finanche nelle virgole; ma scegliere di raccontare questa storia (di tutte quelle possibili) e in questo modo, è una scelta puramente cinematografica (tanto quanto scegliere una sceneggiatura).
Questo per sgombrare il campo dall'eventuale ricatto morale del "ma è una storia vera".
Ovviamente le vicende degli agenti intrappolati vengono esposte (in scrupoloso e ben ordinatino montaggio alternato) a fianco di quelle delle rispettive famiglie trepidanti; ovviamente hanno tutti e due bellissime famiglie americane; naturalmente a Nicolas Cage/McLoughlin tocca una bella moglie bionda ed anglosassone; all'agente Jimenez una moglie altrettanto bella ma di origine meno wasp (italo-tedesca). L'opposto, ovviamente, non sarebbe nemmeno stato concepibile. Così come non sarebbe stato immaginabile adottare il punto di vista di un agente single, un agente sfigato o senza famiglia (oltretutto l'essere senza famiglia avrebbe reso impossibile il montaggio alternato d'ordinanza: quindi, non se ne parla proprio)
Ovviamente la vicenda si dipana senza il minimo sussulto di originalità, o almeno di interesse, fino all'inevitabile, telefonatissimo finale. Ovviamente una delle mogli è incinta, ed ovviamente vedremo la figlia sgambettante nell'epilogo.
Ovviamente il marine salvatore ha sentito la chiamata di Dio (ecco l'unico momento di retorica davvero insopportabile) ed ovviamente si mette in moto come una specie di cyborg in missione per conto dell'Eterno. Un marine non-praticante era, ovviamente, fuori discussione.
Scegliendo la strada più facile, più banale, rinunciando ad ogni sforzo di pensiero, Stone ha fatto a queste persone (che eroiche lo sono state davvero) il peggiore dei servizi, trasformando le loro vicende nel solito blockbuster precotto, senza mostrare la minima commozione, senza mettere in campo altro che il proprio rodatissimo mestiere e la macchina da spettacolo hollywoodiana.
Ha messo gli ingredienti che conosce bene, nell'esatta dose e sequenza richieste dal manuale del genere. Una ricetta collaudata, è andato sul sicuro.
Beh, si meritavano qualcosa di più sincero.
*1/2