INTERSTELLAR
Da dove si parte quando si vuole parlare di un film così? Ovviamente dal regista, Nolan. Lo apprezzo molto e, proprio perché lo conosco benino, riconosco in questo film tutti i suoi tratti essenziali, nel bene e nel male. La struttura a dir poco complicata, la durata, le musiche di Zimmer, il finale. Tutto estremamente Nolaniano. E, per me, è un bene.
Analizzando la struttura, l'ho visto come un Inception applicato a un tema diverso. Ci sono sempre più linee narrative, tra loro differenti, che si fondono. Ma risulta ancor più audace rispetto al film del 2010, il concetto di relatività in Interstellar è applicato all'ennesima potenza. E ovviamente porta a ragionamenti, a porsi domande sulla plausibilità o meno di certe scene, su cosa e come e altro ancora. In fin dei conti, anche questa è una forza del film.
La durata è quella che è, due ore e mezza non sono poche. Ma, come al solito, parte piano per poi sprigionarsi. Sarà forse una relatività nella relatività, ma devo dire che non si sente poi molto.
Le musiche sono quelle che, nei film di Nolan, fanno sempre la loro degna figura. Reggono il ritmo, lo anticipano, lo accompagnano, sempre perfette. Aggiunti agli effetti speciali, davvero ben fatti e coinvolgenti, danno un risultato eccezionale. Non a caso entrambi sono stati candidati al premio più ambito, con una statuetta portata a casa.
Prima di arrivare al finale, bisogna dire che ciò che, alla fine, ci ha condotto a questo a me ha convinto. Insomma, è una storia che per tutte le caratteristiche succitate riesce a coinvolgere, a far ragionare e a toccare certe corde. Certo, considerato che il regista ama la complessità (cosa che quindi porta a rivedere i suoi film), non può mai coinvolgere in tutto e per tutto. Come scritto su, dubbi ci sono. Ma alla fin fine, non m'importa neanche poi tanto poiché tutto serve a veicolare dei messaggi. E il finale, beh è tipico di Nolan. Finali che mi sono sempre piaciuti.
Voto 8+