Troppo spesso i fan dello streaming come voi si barricano dietro l'età facendo passare il concetto che chi non apprezza questa eccessiva frammentazione del mercato è vecchio anagraficamente, culturalmente o mentalmente. Personalmente, al lavoro gestisco ogni giorno 26 account di accesso ai CMS di redattori e collaboratori vari, uso Prime Video, Eurosport Player, DAZN, Dplay e vari servizi in streaming gratuiti e quindi non ho il minimo problema a gestire account, password e abbonamenti vari.
Questo da solo dovrebbe chiarire che quando io parlo non lo faccio a titolo personale, ma semplicemente provo ad osservare la situazione del mercato da un punto di vista più generale, perché se una cosa è facile e vantaggiosa per me non significa che lo sia automaticamente anche per il resto del pubblico. La differenza sostanziale sta proprio qui: voi guardate la vostra personale esperienza e date per scontato che il livello di soddisfazione o il tipo d'approccio di tutti gli altri utenti sarà identico al vostro, dimenticando però che il pubblico non è composto solo da persone appassionate di TV che vanno su Internet a cercare le uscite di film e serie TV, che sono pratiche in fatto di fare login, ricordarsi username e password, di attivare o disattivare un abbonamento, di installare un'app e via così.
Dimenticate che c'è anche chi, pur avendo le capacità di fare tutto quanto detto prima, non ha semplicemente voglia di farlo e non ama "giocare" ogni mese con i servizi OTT stando a ricordarsi quale attivare e quale disattivare. Non avete una visione generale, ma pretendete che quello che per voi è facile e comodo debba esserlo per tutti. Chi fa notare che non è così, e i numeri delle ricerche di mercato lo confermano, per voi è automaticamente un anziano incapace retrogrado semi-analfabeta.
Chi non capisce questo o davvero non è in grado di guardare oltre il proprio orticello, oppure non ha la minima idea di quanto è vario l'approccio della gente con la tecnologia e la televisione. Questa non è una questione d'età (a proposito, non ho 30 anni ma non ne ho nemmeno 40 e lavoro quotidianamente sul Web da un decennio, quindi non sono estraneo a questo mondo) e chi la riduce a questo davvero dimostra di non aver capito una mazza.
Detto questo e tornando in tema, credo sia opportuno evidenziare che Disney+ è la conferma di quanto il mercato stia andando verso una deriva che non potrà durare per molto. Come tu stesso ha evidenziato, questo sarà un servizio da fare solo in periodi ben precisi, ma non da tenere attivo sempre. Questo perché si tratta di un servizio limitato per sua stessa natura, perché costruito sulla base di un mondo limitato, seppur ampio, come quello Disney. In questo caso manca il ruolo di aggregatore di contenuti di produttori diversi che può avere una Netflix, qui siamo davanti a un servizio creato da un solo gruppo mediatico per proporre la sua vasta offerta, ma per quanto vasta è sempre e comunque l'offerta di un solo editore, quindi con una varietà molto relativa. Se tutte le major cominciassero a fare come la Disney, che ha ritirato i contenuti da altre piattaforme per crearsi il proprio canale di distribuzione, si arriverebbe al punto di doversi abbonare a un servizio diverso per ogni due o tre film che interessano e questo, al di là delle fantasie dei fanatici dello streaming che si trovano in giro, è semplicemente insostenibile.
Disney+ ha i suoi punti di forza e sono certo che avrà successo perché qualitativamente è ben fatto e ha un catalogo di grande richiamo, ma se pensate che il futuro dello streaming siano questi servizi fatti "su misura" da una singola major, o se pensate che questa situazione di continua frammentazione sarà sostenibile, penso proprio che siate completamente fuori strada.