azzizzola
Digital-Forum Senior Master
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- 17 Aprile 2012
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Anche se è stato un tema trattato varie volte, proviamo a riaffrontare cosa succede quando parliamo di accensioni di nuovi impianti, e del perché "fa strano" (lato utente) che alcune località vengano coperte in anticipo rispetto ad altre, nello sviluppo di tutto ciò.
Partiamo dal presupposto che una volta presenti sia volontà che risorse (poco scontate) del singolo operatore, tutto deve passare per varie macchine amministrative, persino estere. Il Mise è uno di questi, che si (dovrebbe) coordinare con vari referenti degli stati esteri. Tutto ciò per avere un ordine ben definito per il rilascio delle frequenze e relative concessioni a trasmettere. Poi abbiamo uffici che trattano le materie ambientali, sovraintendenze, e non mi ricordo quanti e quali altri enti, spesso diversi tra singole regioni dove tutto deve essere autorizzato.
Non so se è chiara l'idea di quale montagna di ingranaggi stiamo parlando.
Ingranaggi che spesso per altro, non girano.
In tempi non lontani, ad esempio quando si trattava di partecipare ad avere (per tempo) frequenze coordinate con l'estero, parte dei nostri rappresentanti del settore ministeriale, snobbando queste opportunità hanno creato la situazione che oggi conosce bene ad esempio la Lombardia. Emittenti locali dab in una città come Milano ? 0. E non è certo un'area priva di risorse, gente motivata e competente.
Quindi, al di fuori della volontà attuale dei singoli, principalmente tutto è rallentato da una burocrazia spesso inefficiente, mal gestita \ coordinata e da troppi errori fatti in passato che ci trascineremo avanti.
Fatta questa premessa, il criterio (a parità di autorizzazioni avvenute) dei singoli consorzi nel proseguire con le accensioni dei nuovi impianti.. non è necessariamente simile tra i singoli concorrenti. Principalmente, come lasciano intendere spesso da Dab Italia, come preferenza viene data a impianti che abbiano una continuità con la copertura pregressa: non è tuttavia una regola universale.
Mettiamo che lo stesso operatore chiede di poter attivare un impianto X a Roma e uno X in un'area remota come potrebbe essere Campione d'Italia.. Se il permesso su Roma ci mette una vita ad arrivare e nel frattempo però è pronto quello su Campione d'Italia che dà semaforo verde, chiaramente l'operatore va avanti dove gli è concesso.
Spero sia un po' più chiaro adesso il discorso.
Se qualcuno ha poi precisazioni, ben venga..
Partiamo dal presupposto che una volta presenti sia volontà che risorse (poco scontate) del singolo operatore, tutto deve passare per varie macchine amministrative, persino estere. Il Mise è uno di questi, che si (dovrebbe) coordinare con vari referenti degli stati esteri. Tutto ciò per avere un ordine ben definito per il rilascio delle frequenze e relative concessioni a trasmettere. Poi abbiamo uffici che trattano le materie ambientali, sovraintendenze, e non mi ricordo quanti e quali altri enti, spesso diversi tra singole regioni dove tutto deve essere autorizzato.
Non so se è chiara l'idea di quale montagna di ingranaggi stiamo parlando.
Ingranaggi che spesso per altro, non girano.
In tempi non lontani, ad esempio quando si trattava di partecipare ad avere (per tempo) frequenze coordinate con l'estero, parte dei nostri rappresentanti del settore ministeriale, snobbando queste opportunità hanno creato la situazione che oggi conosce bene ad esempio la Lombardia. Emittenti locali dab in una città come Milano ? 0. E non è certo un'area priva di risorse, gente motivata e competente.
Quindi, al di fuori della volontà attuale dei singoli, principalmente tutto è rallentato da una burocrazia spesso inefficiente, mal gestita \ coordinata e da troppi errori fatti in passato che ci trascineremo avanti.
Fatta questa premessa, il criterio (a parità di autorizzazioni avvenute) dei singoli consorzi nel proseguire con le accensioni dei nuovi impianti.. non è necessariamente simile tra i singoli concorrenti. Principalmente, come lasciano intendere spesso da Dab Italia, come preferenza viene data a impianti che abbiano una continuità con la copertura pregressa: non è tuttavia una regola universale.
Mettiamo che lo stesso operatore chiede di poter attivare un impianto X a Roma e uno X in un'area remota come potrebbe essere Campione d'Italia.. Se il permesso su Roma ci mette una vita ad arrivare e nel frattempo però è pronto quello su Campione d'Italia che dà semaforo verde, chiaramente l'operatore va avanti dove gli è concesso.
Spero sia un po' più chiaro adesso il discorso.
Se qualcuno ha poi precisazioni, ben venga..