Per circoscrivere il discorso al calcio, che non è poco: alla fine dal punto di vista degli utenti i diritti tv funzionano come un mercato libero come il far west, nel senso che funziona regolato dagli utili e senza tutele.
Le regole che ci sono servono a tutelare solo i fornitori, non le utenze. Infatti impediscono il monopolio di tutto il calcio per consentire a più fornitori di entrare nel business, ma permettono ai fornitori di monopolizzare un certo evento.
Ad esempio più fornitori possono spartirsi le partite del campionato di serie a, ma un utente è tipicamente un tifoso e non gli è indifferente guardare una partita piuttosto che un'altra, qualunque sia la partita che vuole guardare sarà di esclusivo monopolio di uno dei fornitori.
Per me si va verso una maggiore frammentazione degli eventi su più fornitori, cioé più abbonamenti, semplicemente perché ci sono alcuni soggetti interessati a entrare nel business ed entreranno.
Che lo facciano con piccoli o grandi passi, gli eventi calcistici sono sempre quelli, non aumentano di numero, quindi per forza l'ingresso di nuovi fornitori sottrarrà partite a qualcuno che le offriva.
Vi dice niente il fatto che le pay tv spezzettano le esclusive in base alle fasce orarie (dazn esclusiva sabato sera e domenica 12:30) o alle fasi di un torneo (playoff europa league su dazn ma poi europa league su sky), e mai in base alle squadre?
Lo fanno perchè "cane non mangia cane".
Se esistesse una pay tv che offre tutte le partite di una certa squadra, troppi tifosi perderebbero interesse per i multi-abbonamenti.
E infatti l'abbonamento a una squadra singola non esiste e non esisterà, va contro gli interessi di profitto dei fornitori.
Essendo regolato da pure leggi di profitto, lo spezzatino multiabbonamento crescerà fino al punto di rottura, cioé fino al momento in cui il monte abbonamenti inizierà a calare perché gli utenti non troveranno più nessuna combinazione di abbonamenti con un rapporto interesse/prezzo soddisfacente e inizieranno a uscire dalle paytv.