Allora, provo a fare ordine sulle mie idee, ditemi pure se scrivo stupidaggini. Poi mi tacerò anch'io fino al 20 ottobre.
Domanda: se a un ripetitore Rai è stata assegnata nel 2010 una particolare frequenza diversa da quella idealmente regionale UHF 23 (cfr.
https://www.litaliaindigitale.it/si...indigitale/muxnazionali/raimux1lombardia.html; le VHF più popolari sono 5 e 9, ma ci sono vari casi di VHF 6/10, UHF 22/28/30/34/40), per quale motivo è avvenuto ciò?
Personalmente me ne vengono in mente tre:
- motivi storici: il pubblico che riceveva da quel ripetitore non doveva aver bisogno di cambiare o metter mano all'antenna. A dire il vero, per risolvere questo problema sarebbe bastato definire a livello regionale una sola frequenza VHF, una sola in UHF IV e una in UHF V e convertire tutti i ripetitori su una di queste tre: diciamo che abbiano deciso di traslare i ripetitori 1 a 1 per risparmiare tempo (salvo la necessaria eliminazione della banda I). Se questo motivo fosse l'unico valido, potremmo quindi aspettarci almeno che le UHF attuali in IV banda (sia la 23 sia 22/28/30/34) passino al 30 immediatamente entro il 20 ottobre o poco dopo; resteranno invece più a lungo le varie VHF e l'UHF 40, presumibilmente finchè col nuovo PNAF i puntamenti delle antenne verranno messi in discussione;
- motivi di coordinamento internazionale: metti caso che in certe zone il 23 o altro fosse a rischio di disturbare la Svizzera ecc. Questo motivo sarebbe decaduto con gli accordi degli ultimi anni, che stabiliscono le frequenze destinate all'Italia che essenzialmente sono quelle del nuovo PNAF;
- motivi di SFN: secondo me i più significativi. Se in zone relativamente interne, dove tutt'attorno è usata la frequenza comune e solo da un ripetitore ne compare un'altra, e non sussiste il problema della differenza di banda, l'unica teoria che mi viene è che in quel punto si sommassero gli echi di diversi ripetitori circostanti e che fosse quindi impossibile usare la stessa frequenza. A meno di improbabili mutamenti negli ultimi 10 anni, i problemi sarebbero presenti a tutt'oggi e quindi sarebbe difficile accendere il nuovo 30 nei punti più problematici, oppure richiederebbe molti tentativi.
Quindi la mia teoria per il passaggio mux 1 -> mux R in Lombardia è:
- UHF di IV banda e assenza di problemi di SFN-> UHF 30 dal 20 ottobre;
- VHF e UHF di IV banda ma problemi di SFN -> restano lì fino a gennaio 2022; nel caso i problemi fossero radicalmente irrisolvibili col DVB-T, qualche ripetitore con frequenze diverse potrebbe restare invariato, tramite deroga, fino all'introduzione del DVB-T2;
- UHF 40 -> rischio che resti lì fino a gennaio 2022; in ogni caso ci vorrà un po' per pianificare il mux B in quella zona, spostare al 30 (quindi far cambiare gli orientamenti e/o i mix delle antenne, se necessario) e risolvere eventuali problemi di SFN;
- VHF e assenza di problemi di SFN -> potrebbero restare lì fino a gennaio 2022, quando si modificheranno mix e orientamenti delle antenne se necessario.