Allucinante a Napoli

roddy ha scritto:
Mi corre l'obbligo di raccontare un episodio di vita personale per farvi capire meglio la mia indignazione...
Non so adesso, ma ai miei tempi prima della laurea era obbligatorio fare un periodo di internato presso le varie branche mediche e sfortuna volle che per fare il tirocinio di ginecologia io fossi assegnato proprio ad un reparto dove, tra l'altro, si eseguivano anche le IVG... Io li ho visti gli occhi delle donne che arrivavano lì: NESSUNA aveva l'aria di avere preso quella decisione a cuor leggero, tutte davano, al contrario, l'impressione di aver vissuto un dramma personale ENORME prima di arrivare a quel punto... In particolare quelle che dovevano subire un aborto terapeutico e che avevano l'animo visibilmente straziato...
Pensate in particolare a questa donna di 39 anni SENZA figli, come sarà stata felice di apprendere di essere rimasta, finalmente, incinta e come avrà vissuto, al contrario, la terribile notizia della malformazione del feto e la successiva decisione di interrompere la gravidanza...
Mi fa ORRORE l'idea del surplus di terrore e umiliazione che uomini indegni di indossare una divisa le hanno perpetrato... :5eek:
Io non voglio vivere nello stesso Paese dove esistono poliziotti così, non voglio che le mie tasse servano a pagare i loro stipendi!!!:icon_twisted:
A me fa altrettanto orrore vivere in un paese dove accettiamo passivamente (l'uso del cervello, quando si potrebbe far qualcosa, ormai è demodé! :doubt:) leggi-cavallo di Tròia (la 40) che - inutile nascondersi dietro un dito - servono per l'appunto a mettere in discussione, vanificare, magari pure abrogare leggi e normative faticosamente ottenute, leggi che peraltro dovrebbero essere indici della civiltà di un Paese.
Ci indignamo pubblicamente quando ancora oggi veniamo a sapere di bimbi trovati nella spazzatura, a volte persino privi di vita, :5eek: e, malgrado ciò, qualcuno chiede di revisionare (ovviamente con il solito, inevitabile "giro di vite" :doubt: ) la legge 194, come se questa fosse un incoraggiamento all'aborto... Ancora ricordo alla trasmissione di Ferrara su La7, dibattendo per l'ennesima volta sui "temi etici", il solito prelato se ne usciva con la solita frase che recitava più o meno "...bisognerebbe scoraggiare con tutti i mezzi la pratica dell'aborto, così che la donne ci pensino prima e vengano responsabilizzate... Perché si rendano bene conto di cosa fanno, anziché ricorrere all'aborto..." :5eek: :5eek: :5eek:
Posso usare uin tono un po' "forte"? CHE SCHIFO! :mad: :mad: :mad:
(...tanto che quasi, non tanto Ritanna Armeni ovviamente, ma persino lo stesso Ferrara è sembrato "scosso" :icon_eek: )

OT: mi faccio schifo persino io quando mi sorprendo, alla vigilia delle prossime Politiche, con la frustrante sensazione di volermi recare nell'urna ed annullare la scheda elettorale! :mad:
 
Senza controlli succede questo...O succede come al Policlinico Umberto I, o come in molti altri nosocomi italiani (soprattutto al sud).

I NAS devono presidiare maggiormente le strutture sanitarie.
 
Appunto: si preoccupassero di far funzionare gli ospedali, anziché di terrorizzare i pazienti.
 
Per una volta date retta a Roddy (ma solo per una volta! :) ).

La quantità di dolore che una donna ha in sé di fronte a certe scelte non è raccontabile, né un uomo la può comprendere. Mentre emergono particolari, aggiungo la mia valutazione: quello che è accaduto è bestiale, nel senso letterale del termine.

Se poi in quel gruppo di poliziotti, nell'IVG di una ginecologia, c'era anche un solo uomo, è una forma di violenza incredibile. Ma ho il timore ce ne fosse più di uno. Non sono più certo che nel nostro paese siano in vigore le garanzie di legge, dopo avere letto questa storia malata.
 
Da Repubblica:

Aborto, donne in piazza: "Vogliono sabotare la 194".
Oggi manifestazione a Napoli, presidi e sit-in in molte altre città. La protesta per il blitz della polizia al Policlinico Federico II del capoluogo campano e dall'offensiva contro la legge.
Continua QUI.

OT: Stanotte, per combinazione, mi è capitato di guardare il film di Scola "Una gionata particolare", che imperdonabilmente non avevo mai visto. Mi ha colpito molto ciò che diceva la Loren a Mastrojanni (lo scrivo così perché altrimenti ciò che è compreso tra "Mas" e "nni" viene asteriscato perché considerato turpiloquio!), poco dopo che lui le domandava se credeva davvero a certi "slogan" (tipo "Il genio è solo maschio") raccolti assieme a varie foto nel suo "Albo del Duce". Oppure se capiva cosa significasse sentirsi obbligati a sembrare qualcosa di diverso da ciò che si è o nascondersi per tutta la vita. Tra le altre cose, lei diceva: "...E' da quando eravamo fidanzati che io e mio marito non ci facciamo più una risata... Sapessi ora in realtà quante volte mi sento umiliata, sento di non contare nulla, di non essere nessuno... Io devo solo ricevere ordini ed eseguire. Di giorno... E pure di notte."

Anche io a volte mi domando quanto sia tangibile il rischio di fare salti indietro di una settantina d'anni... :doubt:
 
Ultima modifica:
semolato ha scritto:
nell'IVG di una ginecologia, c'era anche un solo uomo, è una forma di violenza incredibile. Ma ho il timore ce ne fosse più di uno. Non sono più certo che nel nostro paese siano in vigore le garanzie di legge, dopo avere letto questa storia malata.
Hai ragione.
E poi, detto tra noi, secondo me è sempre più chiaro che le garanzie (forse sarebbe più corretto dire "garantismi") vengano assicurate solo a determinate "caste". :doubt:
 
AG-brasc ha scritto:
Da Repubblica:

Aborto, donne in piazza: "Vogliono sabotare la 194".
Oggi manifestazione a Napoli, presidi e sit-in in molte altre città. La protesta per il blitz della polizia al Policlinico Federico II del capoluogo campano e dall'offensiva contro la legge.
Continua QUI.

OT: Stanotte, per combinazione, mi è capitato di guardare il film di Scola "Una gionata particolare", che imperdonabilmente non avevo mai visto. Mi ha colpito molto ciò che diceva la Loren a Mas*****nni poco dopo che lui le domandava se credeva davvero a certi "slogan" (tipo "Il genio è solo maschio") raccolti assieme ale foto nel suo "Albo del Duce". Tra le altre cose, lei diceva: "...E' da quando eravamo fidanzati che io e mio marito non ci facciamo più una risata... Sapessi ora in realtà quante volte mi sento umiliata, sento di non contare nulla, di non essere nessuno... Io devo solo ricevere ordini ed eseguire. Di giorno... E pure di notte."
Anche io a volte mi domando quanto sia tangibile il rischio di fare salti indietro di una settantina d'anni... :doubt:

OT....ma non troppo

Senza contare la totale mancanza di tutela delle donne islamiche che vengono a lavorare in Italia confidando in un maggior rispetto da parte degli uomini(quasi sempre della loro stessa cultura),e invece si trovano relegate in casa,sepolte vive,dovendo subire lo stesso trattamento di schiavitù che avrebbero avuto nel loro paese di origine

ciao
 
lucamax ha scritto:
Senza contare la totale mancanza di tutela delle donne islamiche che vengono a lavorare in Italia confidando in un maggior rispetto da parte degli uomini(quasi sempre della loro stessa cultura),e invece si trovano relegate in casa,sepolte vive,dovendo subire lo stesso trattamento di schiavitù che avrebbero avuto nel loro paese di origine

ciao
Più che OT, direi sacrosanto! :icon_rolleyes:

Vorrei anche riportare un articolo di Natalia Aspesi, pubblicato sempre su Repubblica.it. Mi scuso se è un po' lungo, ma credo valga la pena di risparmiare a tutti lo sforzo di cliccare un link e andarselo a leggere per intero (mi sono preso la libertà di evidenziarne i passaggi secondo me più significativi)...

Il ritorno del maschio
di Natalia Aspesi

Non era mai capitato neppure ai tempi tragici della clandestinità, quando i giornali non pubblicavano per pudore la parola infamante, aborto; quando prosperavano cliniche con professoroni che liberavano a caro prezzo dall'incomodo le signore abbienti.

Mentre le altre, una moltitudine silenziosa di donne umiliate, precipitava nelle mani di improvvisate mammane (che venivano anche chiamate per non offendere i lettori, fabbricanti di angeli) o si arrangiavano malamente da sole. Di clandestinità, allora, sino all'approvazione della legge 194 nel 1978, spesso le donne morivano o restavano per sempre rovinate.

Pare insopportabile, in tempi che dovrebbero essere civili, essere costretti dal vergognoso episodio al Policlinico di Napoli, a ricordare, riraccontare per l'ennesima volta, storie del passato di solitudini femminili desolate, dato che quella legge vige da 30 anni e ha fatto precipitare il numero di aborti (dal 1982 del 44%).

Ai tempi della criminalizzazione, quando per il nostro codice l'aborto era ancora un delitto "contro l'integrità e la sanità della stirpe", per esempio nel 1968, al 53° congresso di ostetricia a Bologna, si parlò di 3.500.000 aborti procurati l'anno, stabilendo quindi che nel periodo fecondo due donne su tre abortivano. Era probabilmente una esagerazione, tanto che l'Onu parlò per l'Italia di 1.200.000 aborti: nel 2006 sono stati 130.033, un bel salto.

La legge puniva da 2 a 5 anni sia la donna che chi l'aiutava ad abortire, se si arrangiava da sola, il delitto pareva meno grave e la pena era più mite, da 1 a 4 anni. In realtà la legge chiudeva tutti e due gli occhi: in dieci anni, dal 1955 al 1965, le statistiche giudiziarie parlano di 150 casi di aborto procurato, mentre quelle mediche ne registrano milioni.

Quel dolore solo femminile ce l'hanno ricordato il bel film rumeno 4 mesi tre settimane e 2 giorni di Cristian Mungiu, Palma d'oro a Cannes nel 2007, (che ha scioccato per la ripresa del feto) e ancor prima Mike Leigh in Il segreto di Vera Drake, Leone d'oro alla Mostra di Venezia 2004, e addirittura nel 1988, Claude Chabrol, con Un affare di donne.

Ma ciò che è avvenuto nell'ospedale napoletano, è talmente clamoroso e cinico da rasentare un atto di terrorismo, come terroristica sta diventando la campagna pro-life che potrebbe stravolgere sino alla ferocia l'andamento di quella elettorale.

Susanna Tamaro, che lancia in questi giorni il suo nuovo romanzo, Luisito, invitata da Giuliano Ferrara a entrare nella lista dei suoi candidati anti-aborto, ha gentilmente rifiutato, con una lettera pubblicata ieri sul Foglio, dichiarandosi tuttavia con lui 'nella passione con cui tu porti avanti questa tua lotta per la vita'.
Probabilmente non sapeva ancora dell'irruzione di ben sette poliziotti nell'ospedale napoletano, con interrogatori alla madre ancora sotto anestesia, ai medici, alla vicina di letto, e al sequestro del 'corpo di reato', il feto.

Un evento così punitivo, tenebroso e inutile (l'intervento rispettava la legge) segna l'inizio di una guerra per niente etica e del tutto politica, per assicurare al movimento di Ferrara e quindi alla destra l'appoggio elettorale della potente macchina del clero, una guerra che potrebbe farsi sempre più feroce e vergognosa. E intanto i già pochi medici che non si sono dichiarati obiettori di coscienza, dopo questa offensiva poliziesca, adesso saranno sempre più tentati di farlo; ma non basterà a convincere le donne che hanno deciso di abortire, a cambiare idea, solo che potrebbe succedere che, pur in presenza di una legge che lo consente, non avranno altra scelta che tornare ai tempi della clandestinità, rivolgendosi a medici magari obiettori e molto costosi (tutto ha un prezzo, n.d. AG-brasc), come è già capitato, o a Vere Drake si spera più abili del passato, o a trafficanti di Ru486.

Le nuove vittime saranno soprattutto le immigrate, abbandonate a se stesse e a una vita precaria che potrebbero non voler imporre a un incolpevole nascituro. E' interessante che i nostri pro-life che odiano la vita e soprattutto il potere delle donne sul loro corpo, un tempo patrimonio maschile di scambio, abbiano scelto come primo campo di battaglia quella parte della legge che sposta al secondo trimestre di gravidanza la liceità dell'aborto terapeutico se il feto risulta malformato al punto da assicurargli, se dovesse nascere, una morte precoce o una vita-non vita, e alla madre, ai genitori, un futuro di inevitabile quotidiana sofferenza. E alla società quell'organizzazione di cure e aiuto che oggi non riesce ad assicurare a tutti i cittadini e non solo a quelli colpiti da handicap.

Puntando per ora sull'aborto terapeutico lo ingigantiscono come una specie di genocidio, che non è, arrivando al 2,7% di interventi dopo la 13esima settimana; e cui obbligano a immaginare una parvenza di vita in quel feto malato, con inevitabili dubbi, disagio, sensi di colpa. E' inevitabile che poi si passerà, malgrado le attuali assicurazioni, all'assalto agli articoli di legge che consentono l'aborto nel primo trimestre, in uno scontro assurdo attorno a una legge di cui qualsiasi donna credente e no può non servirsi, non impedendo però alle altre, sempre di meno, di farlo.

Ciò che è impressionante in questa offensiva lunatica è che tutti quei raduni di alte gerarchie in veste nera e zucchetto cremisi, tutte le perorazioni di agguerriti e spesso mendaci predicatori cosiddetti laici, avvengono tra maschi. A parte qualche sporadica donna (Binetti, Scaraffia, Tamaro, e altre) è soprattutto maschile la piccola folla che vuole decidere su qualcosa che riguarda solo il corpo della donna, il suo cuore, il suo futuro, il suo legame col figlio. Una sofferenza, un senso di impotenza, una paura che gli uomini non conosceranno mai, per cui alla loro spietata etica in difesa astratta di una generica vita, dovrebbe sovrapporsi il rispetto per chi sceglie di non diventare madre, di non volere mettere al mondo un figlio non desiderato o casuale cui non potrà assicurare il necessario amore.

Questi paladini di qualcosa che chiamano vita soprattutto pensando di dare lustro politico alla loro :eusa_clap: , sanno poco dei tempi, sino a qualche decennio fa, in cui gli uomini erano bravissimi a far di tutto per portare a letto una ragazza, a lasciarla disgustati perché un gentiluomo sposa solo una vergine e, nel caso la sedotta pasticciona rimanesse incinta, a lavarsene le mani, nell'approvazione generale: 'Non sono stato io!' era il nobile grido. Mi assicurano che anche oggi, le sventate che non si preoccupano da sole di difesa contraccettiva, se lo sentono dire da quelli che si chiamano sportivamente partners, cui non passa per la testa che anche loro hanno delle responsabilità.

Prima del liberatorio '68, c'erano ancora genitori che cacciavano di casa le ragazze madri il cui figlio senza padre diventava il "bast*rdo". Adesso la modernità suggerisce altro: e per esempio in Desperate Housewives la perfetta Bea per non fare brutta figura coi vicini, nasconde la figlia nubile incinta e fa finta di essere lei la madre attempata del bambino che nasce. Ma in passato, importava a qualcuno il destino di una madre e di un figlio colpevoli di non avere un pater familias? Importa oggi a qualcuno che si inginocchia davanti a una non meglio specificata vita (pur che sia in forma di embrione o feto, perché le migliaia di donne, vecchi e bambini che muoiono orrendamente in Darfur non suscitano il minimo interesse)?.

In tutto questo sterile vociare, con eventi vergognosi come quello di Napoli, manca una voce, non quella dei politici o dei teologi o dei medici che infatti dicono la loro, manca quella degli eventuali padri. Le donne alla fine, sono sempre sole, ogni responsabilità di vita è troppo spesso solo loro. Non basta offrire elemosine, come se avere o non avere un figlio fosse solo una questione di soldi. Non basta chiamarle assassine come ha fatto ridicolmente e colpevolmente Ferrara: si tratta di un termine storico, anzi antico.

Un indimenticabile vecchio articolo di Guido Ceronetti, lo scrittore che sosteneva la necessità della legge che liberasse le donne dal marchio di criminali (contro la stirpe poi) cominciava più o meno: "Un'assassina ogni mattina mi rifà il letto, un'assassina mi prepara la colazione, un'assassina...". :eusa_clap: :eusa_clap: :eusa_clap:
 
Bell'articolo. Ma ricordate che le statistiche italiane sono viziate, e il numero reale di aborti sottostimato. L'assenza (scandalosa) in Italia della possibilità per la donna di scegliere fra IVG chirurgica e IVG non invasiva (RU486) fa sì che in tutto il nord Italia molte donne, anziché passare per la burocratica trafila dei consultori e il numero sempre più esiguo di chirurghi disponibili, passi la frontiera verso paesi ove possono scegliere. Lo fa in silenzio e nel dolore, e questo non fa notizia, ma dalle mie parti è un segreto di Pulcinella.

Quelle statistiche sono una grossolana sottostima.
 
Più che la paziente, che infatti sta riflettendo, e alla quale auguro di cuore di rimettersi in fretta e per quanto possibile dimenticare, è il Policlinico che deve fare una denuncia di qualche chilometro. Come si possa immaginare che, in un ambito strettamente regolamentato come quello degli aborti in Italia, in una struttura pubblica stia accadendo quello che si è ipotizzato, beh... consiglio a qualcuno di guardare meno TV, e aggiornarsi meglio.

C'è anche un errore procedurale pazzesco in quello che è accaduto: quel feto "sequestrato come corpo di reato". Il reato ipotizzato è sbagliato, e quello, alla luce delle indagini e delle ipotesi formulate, è un cadavere e non un feto, e come tale doveva essere trattato, cioè consegnato al medico legale, per autopsia. Se non lo si fa, si sta negando il presupposto per il quale si è intervenuti. Dovunque ci si giri, questa storia non ha senso.
 
chissà se i nostri cari media ci diranno come andrà a finire...
Visto che finora hanno fatto DISINFORMAZIONE dicendo che i pubblici ministeri non erano stati informati (per poi scoprire che non era vero)...dubito.
 
Informarli dopo aver preso l'iniziativa o non informarli affatto non è che cambi molto, all'atto pratico... :icon_rolleyes:
 
questo 3D non dovrebbe diventare un dibattito pro-contro legge 194.
non ho voglia di cancellare...:icon_rolleyes:
quindi direi di sorvolare sui commenti che non siano riferiti all'azione di polizia all'ospedale di Napoli.;)
 
sono molto più pericolose l'assolutismo etico, l'ipocrisia e la demagogia.
...doppiamente esecrabile, forse ignobile, chi approfitta del momento contingente e della crociata in corso per mettersi in mostra...:eusa_think:
La selezione dei comportamenti etici, ovvero la limitazione delle libertà personali è un condizionamento delle menti. Rappresenta la parte integrante, anzi, la premessa (le questioni razziali ne sono state l'effetto fisologico) delle più tragiche dittature dello scorso millennio.

edit.
 
Ultima modifica di un moderatore:
Tuner ha scritto:
sono molto più pericolose l'assolutismo etico, l'ipocrisia e la demagogia.
...doppiamente esecrabile, forse ignobile, chi approfitta del momento contingente e della crociata in corso per mettersi in mostra...:eusa_think:
La selezione dei comportamenti etici, ovvero la limitazione delle libertà personali è un condizionamento delle menti. Rappresenta la parte integrante, anzi, la premessa (le questioni razziali ne sono state l'effetto fisologico) delle più tragiche dittature dello scorso millennio.
Quoto al 1000x1000! :eusa_clap:

edit: sorry ma stiamo uscendo dal seminato ;)
 
Ultima modifica di un moderatore:
La denuncia dell'anonimo
Ecco la telefonata che ha fatto scattare
il blitz: «Una sta abortendo nel bagno»

«Ho chiamato anche "Striscia la Notizia", non mi hanno risposto
Sono del personale, ma non ce la faccio a vedere queste cose»

NAPOLI — Più che di un problema morale sembrava preoccuparsi di straordinari, di reparti che a una cert'ora chiudono, di infermieri che devono farsi carico di troppi pazienti. L'uomo che lunedì, alle 18.54, ha telefonato ai carabinieri per segnalare un aborto oltre la ventunesima settimana di gestazione, è un dipendente del policlinico di mezz'età, che parla con forte accento napoletano. Questo è il testo della telefonata, che è durata 4 minuti e 10 secondi: «Buonasera, per piacere, io non lo so se posso parlare con lei per una specie di denuncia. Il problema è questo: io sono un parente di una signora, S.S. Al Policlinico di Napoli, al quinto piano, ci sta il centro aborti e fanno partorire. Questa persona ha partorito nel cesso, detto proprio bello napoletano, e la signora che sta a fianco, la 208, si è sentita male. Ma come si potrebbe fare per fare un rimedio, guardate».

A questo punto, il carabiniere che ha ricevuto la chiamata chiede delucidazioni: «Vi dico la verità, rimane tra di noi, io sono del personale, io lavoro, però non ce la faccio più a vedere queste cose. Guardate, è assurdo. Al centro aborti del quinto piano, per risparmiare sugli straordinari, mettono le donne nei piani. La signora sta male, non fa in tempo ad arrivare sopra e partorisce nella stanza. La signora che sta vicino sta male perché scorre sangue, 'o criatur' 'mmiez' 'e cosce... ». Nuova interruzione del carabiniere, che invita l'uomo ad andare al più vicino posto di polizia per sporgere denuncia. Ma lui non può: «Ho telefonato anche a Striscia la notizia, ma non mi hanno risposto. Sono in servizio e non posso uscire. Il fatto è accaduto adesso: c'è una signora che dev'essere operata addirittura con i ferri in mezzo alle gambe. Non posso fare una cosa del genere. Ancora dev'essere operata, c'è il bambino nella bacinella. Ha abortito con i ferri in mezzo alle gambe e sta in sala operatoria. Policlinico nuovo, Ostetricia, secondo piano: non vi ho detto niente. Noi abbiamo il centro sopra, però sopra a un certo orario se ne vanno a f... Poi quando le donne stanno male le portano a noi dei piani e noi dobbiamo intervenire, poi la signora partorisce nel gabinetto e non ce la fa. Quella che sta vicino a lei è una poveretta che è incinta per i fatti suoi e non ce la fa, vede 'sta scena... Se mandate adesso una macchina, li prendete 'ncopp' o fatto ».
E in effetti l'ispettore della polizia appena giunto sul posto in borghese ha riferito alla Procura che la donna aveva abortito in bagno. «La paziente aveva effettuato il trattamento farmaceutico per l'aborto la mattina — spiega il primario Carmine Nappi — ed è rimasta ricoverata tutto il giorno, perché non si può prevedere quando il farmaco farà effetto. Quando ha avvertito dolori alla pancia, la donna non ha chiamato il personale ma si è recata da sola in bagno e ha espulso il feto. È un episodio che può capitare».

Titti Beneduce
|Corriere della Sera|
 
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