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Arrestato il principe Vittorio Emanuele di Savoia
venerdì, 16 giugno 2006 9.53
BARI/LECCO (Reuters) - Vittorio Emanuele di Savoia, 69 anni, figlio dell'ultimo re d'Italia, è stato arrestato su richiesta della procura di Potenza nell'ambito di un'indagine che riguarda in totale 17 persone per le quali sono ipotizzati i reati, a vario titolo, di associazione a delinquere, corruzione e sfruttamento della prostituzione.
Lo riferisce una fonte giudiziaria.
L'inchiesta è coordinata dal pm di Potenza Henry John Woodcock. L'arresto è stato disposto dal gip Alberto Iannuzzi.
In tutto l'operazione riguarda 17 persone, delle quali per sette, tra le quali il principe, è stato disposto l'arresto cautelare in carcere, per altre sei i domiciliari e per altre quattro delle misure interdittive. Tra gli indagati ai domiciliari figura anche Salvatore Sottile, portavoce dell'ex ministro degli Esteri e leader di An Gianfranco Fini, quest'ultimo naturalmente estraneo all'inchiesta. Per Sottile le accuse sono di concussione sessuale e corruzione, ha aggiunto la fonte.
"Sono esterrefatto", è stato la reazione a caldo alle tv del figlio del principe, Emanuele Filiberto di Savoia.
Stamattina il principe si era recato a Lierna, in provincia di Lecco, dove aveva portato una campana di bronzo realizzata dalle fonderie pontificie per la Chiesa di San Maurizio e Lazzaro, protettore dell'Ordine cavalleresco di casa Savoia. Vittorio Emanuale, che era solo nella visita, ha poi pranzato a Varenna. Terminato il pranzo intorno alle 15, si è avviato per prendere il traghetto per Menaggio, destinazione Campione d'Italia dove era atteso stasera, ma è stato arrestato, hanno riferito fonti investigative da Lecco.
Al principe è contestato il reato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al falso e allo sfruttamento della prostituzione, ha detto la fonte giudiziaria.
L'inchiesta della procura di Potenza, partita due anni fa circa, riguardava inizialmente una famiglia potentina che gestiva il mercato dei videogiochi nel Sud Italia. Questa famiglia sarebbe risultata legata a esponenti della criminalità organizzata siciliana che in qualche modo, secondo l'accusa, riciclavano del denaro sporco al Casino di Campione d'Italia.
Tramite intercettazioni telefoniche, gli inquirenti sono risaliti a presunti episodi di corruzione, falso e sfruttamento della prostituzione.
venerdì, 16 giugno 2006 9.53
BARI/LECCO (Reuters) - Vittorio Emanuele di Savoia, 69 anni, figlio dell'ultimo re d'Italia, è stato arrestato su richiesta della procura di Potenza nell'ambito di un'indagine che riguarda in totale 17 persone per le quali sono ipotizzati i reati, a vario titolo, di associazione a delinquere, corruzione e sfruttamento della prostituzione.
Lo riferisce una fonte giudiziaria.
L'inchiesta è coordinata dal pm di Potenza Henry John Woodcock. L'arresto è stato disposto dal gip Alberto Iannuzzi.
In tutto l'operazione riguarda 17 persone, delle quali per sette, tra le quali il principe, è stato disposto l'arresto cautelare in carcere, per altre sei i domiciliari e per altre quattro delle misure interdittive. Tra gli indagati ai domiciliari figura anche Salvatore Sottile, portavoce dell'ex ministro degli Esteri e leader di An Gianfranco Fini, quest'ultimo naturalmente estraneo all'inchiesta. Per Sottile le accuse sono di concussione sessuale e corruzione, ha aggiunto la fonte.
"Sono esterrefatto", è stato la reazione a caldo alle tv del figlio del principe, Emanuele Filiberto di Savoia.
Stamattina il principe si era recato a Lierna, in provincia di Lecco, dove aveva portato una campana di bronzo realizzata dalle fonderie pontificie per la Chiesa di San Maurizio e Lazzaro, protettore dell'Ordine cavalleresco di casa Savoia. Vittorio Emanuale, che era solo nella visita, ha poi pranzato a Varenna. Terminato il pranzo intorno alle 15, si è avviato per prendere il traghetto per Menaggio, destinazione Campione d'Italia dove era atteso stasera, ma è stato arrestato, hanno riferito fonti investigative da Lecco.
Al principe è contestato il reato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al falso e allo sfruttamento della prostituzione, ha detto la fonte giudiziaria.
L'inchiesta della procura di Potenza, partita due anni fa circa, riguardava inizialmente una famiglia potentina che gestiva il mercato dei videogiochi nel Sud Italia. Questa famiglia sarebbe risultata legata a esponenti della criminalità organizzata siciliana che in qualche modo, secondo l'accusa, riciclavano del denaro sporco al Casino di Campione d'Italia.
Tramite intercettazioni telefoniche, gli inquirenti sono risaliti a presunti episodi di corruzione, falso e sfruttamento della prostituzione.