Non è questione di abitudini, ma di mentalità. Cioè, se una persona, a prescindere da quanti abbia, non riesce a capire che da questo momento in poi e soprattutto dopo tutto ciò che è successo e che ci sta capitando tuttora, tutte le attività umane non potranno essere scisse da Internet (e non dico che necessariamente è giusto, ma prendo atto che sarà così), allora il divario tra noi e le altre nazioni si amplierà sempre di più.
Il calcio è solo un'attività accessoria della nostra vita, un hobby, uno svago, ma pensiamo a quello che è successo non più tardi di tre mesi fa, a dicembre scorso, quando c'è stata la corsa all'attivazione del cashback. Lì abbiamo avuto la punta massima dell'analfabetismo digitale (e funzionale) in Italia. I commenti sul Play Store ci sono ancora, andate a leggerli: gente che dava una stella all'app e riempiva di insulti gli sviluppatori solo perchè non riusciva a fare l'iscrizione (salvo poi scoprire che il vero motivo era non riuscire a fare lo SPID...). Ancora oggi il voto medio è bassissimo, ma cosa c'entra l'app se anche gente laureata (e ne conosco) ha chiesto aiuto per riuscire a fare una cosa che oggettivamente era di una semplicità disarmante.
E' una questione di mentalità che deve cambiare e il cambiamento deve iniziare proprio dai giovani, dalla scuola. Se i teenager attuali passassero sui libri le ore che trascorrono su Twitch o davanti alle console a rincoglionirsi... bè insomma, non voglio sfociare nella retorica da quattro soldi, ma penso che il concetto sia chiaro.