Non confondiamo le cose....
Intanto, la trasmissione digitale è un innegabile progresso di tecnologia, sia per lo spazio in più che si ricava (4 canali di qualità dove ce ne stava uno solo) che per la qualità del segnale. Se in analogico dalla soglia di ricezione alla qualità ottimale di visione c'erano infinite situazioni intermedie, col digitale, oltre la soglia minima di ricevibilità, ovvero appena il decoder aggancia, tutti vedono al massimo possibile della qualità.
Il DTT non è affatto una tecnologia morta od una presa in giro, il problema della copertura del territorio col DTT è specificamente italiano, e centra moltopoco l'orografia.
Con un caos come quello che abbiamo avuto da 30 anni a questa parte e nessuna volontà politica di creare un ente preposto a pianificare siti e frequenze, nessuna tutela della TV di stato (che anzichè essere l'apripista del DTT è il fanalino di coda), che anzi, più decade e più fa contento qualcuno, è ovvio che passare al DTT da una situazione di caos non sia stata una scelta saggia.
La fretta di passare al DTT senza aver prima pensato a come fare bene le cose, ha risposto alle convenienze commerciali di broadcasters in posizone dominante, che col digitale hanno visto il business della pay tv, certo non all'interesse del cittadino.
All'estero, nessuno si lamenta del DTT, sia perchè il DTT in sè funziona benissimo, sia perchè fuori dall'Italia non esiste una situazione minimamente paragonabile al nostro Far West, sia perchè fuori dai nostri confini il satellite ed il cavo erano realtà consolidate, sia perchè con una seria pianificazione ed un ente che obbliga i broadcaster a fare ciò che gli viene imposto, cosa che succede praticamente ovunque, salvo da noi, tutto fila liscio come l'olio.
