Pigmos ha scritto:
a televisione terrestre è un meccanismo di trasmissione "povero" e veloce.
Coprire un territorio orograficamente difficile garantendo margine di protezione dalle interferenze e campo, ovvero pluralismo e mercato, ma anche qualità del servizio e semplicità negli impianti riceventi, obbliga il sistema DTT trasmittente a numerose postazioni che alla fine risultano molto più costose rispetto al noleggio di un trasponder satellitare, sia in termini di investimento iniziale che di manutenzione. Una rete DTT terrestre, nel complesso equivale a tutti gli effetti ad una intera costellazione di satelliti, senza contare la necessità di acquisire/affittare i siti "fisici" più adatti ove installare gli impianti.
Pigmos ha scritto:
tutte le televisioni sono predisposte, ora per l'analogico e fra poco per il digitale.
Tutte le televisioni terrestri analogiche, escluse le più uguali, "soffrono" da 30 anni a questa parte per un sistema TV non amministrato, che viaggia secondo la legge della giungla e del più forte, senza alcuna protezione del servizio e garanzia di immunità alle interferenze. (non tanto nei confronti del broadcaster ma del cittadino)
In Italia, per il DTT stiamo andando controcorrente rispetto al resto del mondo, anche perchè lo Stato, almeno sino ad oggi, non ha indirizzato nulla. Come se ciò non bastasse, contrariamente a tutto il resto del mondo dove è appunto lo Stato a dettare le regole e le normative (in un'ottica di garanzia che privilegia il cittadino ed il mercato), in Italia l'orientamento dei broadcaster è ciò che determina le caratteristiche degli apparecchi di cui dovranno dotarsi i cittadini. Peccato che andare in una direzione opposta a quella del mercato globale, magari utile ai broadcaster, significhi penalizzare gli utenti che, alla fine, dovranno dotarsi di apparecchi "buoni" solo per il mercato italiano, e che pertanto, costeranno più degli altri venduti nel resto del mondo.
Pigmos ha scritto:
Ad una antenna si possono collegare un numero pressocchè infinito di terminali, cosa che non è possibile per la televisione satellitare, se non usando apparecchiature particolari, ossia impianti particolari.
La limitazione non ci sarebbe mai stata se anche in Italia i segnali TV (cavo, sat e terrestre) fossero stati distribuiti via cavo così come è avvenuto in moltissimi paesi europei e non. La limitazione comunque non c'è più nel senso che con gli LNB scr, anche i piccoli impianti domestici (4/5 prese) possono replicare per il sat ciò che accade per la TV terrestre. L'unica differenza tra terrestre e satellitare nasce dal fatto che il segnale a 12 GHz non può essere fatto passare nel cavo coassiale se non viene prima convertito a frequenze più basse.
Pigmos ha scritto:
Per quanto riguarda l'inquinamento elettromagnetico, non mi sembra che il satellite non irradii!
Il satellite irradia, ma sicuramente, dato che il campo elettromagnetico segue una legge quadratica, il campo prodotto nelle vicinanze di un impianto trasmittente terrestre DTT (magari poche decine/centinaia di metri) è infinitamente più grande rispetto all'energia che arriva sulla terra da tutti i satelliti messi insieme. (che sono, come minimo, a 36.000 km dalle nostre case)
Pigmos ha scritto:
E per finire, per quanto riguarda il fatto che i Mux terrestri siano alimentati da ponti satellitari, questo non è propriamente vero. Non lo è per i Mux Telecom, per esempio, non lo è per la Rai e nemmeno per AllMusic, lo è solo per Mediaset, ma questo è un discorso industriale di convenienza.
Ora come ora sarebbe pura follia pensare che un singolo broadcaster TV decidesse di realizzare ex-novo una rete di ponti terrestri. Le ragioni sono talmente evidenti, sia economiche che logistiche, che non vale nemmeno la pena di spiegare il perchè.
Chi aveva una rete di ponti terrestri costruita antecedentemente alla possibilità offerta dal satellite può aver deciso di mantenerla e perfino di svilupparla, chi non ha nulla, si è sicuramente (e giustamente) affidato ad uno o più canali satellitari di servizio.
Agli albori delle TV commerciali era talmente oneroso e complesso (anche illegale, per la verità) creare una rete di ponti radio "primari" in microonde che alcuni utilizzavano il segnale UHF broadcast (video modulato in ampiezza...) per alimentare a catena la propria rete, cosa che portava ad un orripilante degrado della qualità del segnale.
Ora come ora, un sistema di ponti basato sul satellite e ridondato (vari canali da posizioni satellitari differenti) non può che essere considerata la soluzione migliore.
Pigmos ha scritto:
l'immediatezza e la semplicità che offre l'etere soprattutto ai miei familiari, non è nemmeno paragonabile al satellite e/o all'IPTV.
Se può essere vantaggioso sostituire il tuner digitale a quello analogico nel TV di casa, tutto il resto, cioè tutto quanto deriva dall'implementazione di decoders MHP è fonte di problemi nient'affatto trascurabili o piccoli per l'utente medio. Genitori anziani atterriti per la sola presenza di una slot e dall'eventualità di veder scalato il credito della card a causa di una operazione errata, o che entrano nei vari menù "interattivi" senza riucire a venirne più fuori. Decisamente, ho visto più serenità in queste persone nell'uso del decoder satellitare esterno ai tempi di Tele+ rispetto a quanto accade ora con per il digitale terrestre.
Pigmos ha scritto:
Sono sistemi complementari e come tali vanno visti. Altre idee sono solo storture e forzature.
Con la precisazione che il "modo" italiano di passare al DTT è stato determinato da precise mire commerciali e non da semplice e doveroso cambio tecnologico, convengo sul fatto che DTT, SAT e cavo siano complementari.
