Van der Roost, Poème Montagnard.
Dico subito che può non piacere ai primi ascolti.
Dedicato al suo amico direttore M.° Lino Blanchod. Le cellule melodiche sono generate dalle lettere del suo cognome (come fece Bach per se stesso).
Infatti le note sono BlAnCHoD (5 lettere maiuscole che generano la quintina). Questa quintina, magari presentata in altra veste, non ci abbandonerà mai per tutto il brano.
E' molto innovativo, ma come detto nessuno inventa nulla quindi è musica descrittiva. Ritrae il paesaggio selvaggio della Valle d'Aosta (per inciso solo l'Orchestre d'Harmonie du Val d'Aoste e quella del conservatorio Corelli di Messina --ad essere sinceri, più gruppi messi assieme per l'occasione-- sono in grado di eseguirla, almeno in ambito italiano: lo stesso direttore che prende l'aereo e sale sui due podi ;-). Descrive anche le battaglie svoltesi in quei luoghi (sessione Marziale).
All'inizio, per simulare il vento, è impiegata appunto la Wind machine (è opzionale, quindi solo per bande con pingue fondocassa ;-)
Qui sentirete anche la classica fuga bachiana.
Interessante la parte eseguita dai flauti a becco (quelli che suonavamo alle medie inferiori) in stile rinascimentale (parte II, con qualche sbavatura d'intonazione, anzi troppe sbavature, ma tant'è).
Melodia "banale" che sarà ripresa ed arricchita nel prosieguo del brano, eseguita dagli ottoni mentre i legni saranno impegnati in fioriture.
La melodia è semplice e lineare, direi ridotta ai minimi termini, quasi scolastica, ma la metrica no! quasi quasi vi riproporrei la sfida del tenere il tempo col piede

)
L'intervento odierno ha lo scopo di farvi conoscere l'esistenza di bande che nulla hanno a che fare con le bande (termine diventato quasi spregiativo?) che magari abbiamo occasione di sentire dalle nostre parti, ossia accozzaglie di avvinazzati strombazzanti.
In altri paesi europei questo tipo di bande eccellenti sono la norma, anche quelle formate da ragazzi la cui età non supera i 20.
Ripeto il brano può non piacere e richiede fatica per ascoltarlo, ma è ricchissimo, c'è dentro tutto (ma non "buttato lì"): rinascimento, modalità, tonalità, barocco, arditezze ritmiche, strumenti inusuali, senza perdere mai di vista l'unità e la coerenza estrema del brano.
Anzi non guardate il video, limitatevi ad ascoltarlo pensando ai boschi, alle montagne e alle gole selvagge della Valle d'Aosta!
http://www.youtube.com/watch?v=RrY6In-5Nyc parte I
http://youtu.be/fcpgIl5XYxg parte II
a Messina:
http://youtu.be/fxG5fZNeKrI
http://youtu.be/D0aBFosS3SI
Dopo tanta "pesantezza", aggiungo un video celebrativo del mitico Theodorakis, a quel tempo ottuagenario:
http://www.youtube.com/watch?v=hw-Sho4sxuQ
il classico Sirtaki (un esempio di bum za, bum za che non mi annoia! purtroppo hanno tagliato la parte con i ritmi irregolari, peccato, sarà per la prossima volta), preceduto dalla canzone d'amore e di fratellanza Ho dromos einai skotinòs...la strada è buia finché non ti incontro, appari sulla mia via affinché io possa darti la mano!...
strose to stroma sou già dyò!...prepara il tuo letto per due! per te e per me, in modo che sin dall'inizio noi possiamo abbracciarci affinché tutto risorga...
Io lo considero l'ecumenico Inno alla gioia in versione greca
@Ippo: a 4:59 passa da 4 in due,
e a 5:12 cerca di tirarli avanti e si nota che perde decisamente il sorriso...infatti l'orchestra è fuori di brutto, vabbè, bello in ogni caso. Non dimentichiamoci delle povere labbra martoriate dei trombettisti e trombonisti hehe
