Parlo, in generale, degli anni 60 e 70, quando tu non eri ancora nato. A quei tempi, praticamente tutte le cittadine periferiche ai capoluoghi (e metropoli) erano collegate con gli stessi attraverso linee ferroviarie provinciali. Linee quasi tutte elettrificate ed a scartamento standard, quindi compatibilissime alla rete ferroviaria nazionale. Si trattava di reti che, sostanzialmente, servivano a portare i pendolari in città e viceversa.
Molto astutamente, anzichè rinnovare il materiale rotabile, i politici del tempo decisero di smantellare tutto, sostituendo ai treni provinciali servizi di autolinee.
Eliminati i tracciati e costruiti sugli stessi edifici o strade, è poi diventato complesso od impossibile riattivarle.
Le poche linee che si sono salvate (alcune delle quali hanno ripreso a funzionare in modo proficuo) lo devono al fatto si essere state considerate di interesse militare.
Questo per evidenziare come eravamo ben sistemati per il futuro in termini di trasporto pubblico pendolare e di come si sia invece provveduto a distruggere e ad incentivare quello privato attraverso scelte politiche.
Farei anche notare come all'interno delle città il problema del trasporto pubblico sia congenitamente mal gestito. Le linee di metropolitana italiane fanno (tuttora) letteralmente ridere rispetto a quelle di altre metropoli europee. Linee che spesso risalgono all'inizio del secolo scorso ma che erano già molto più avanti rispetto a ciò che abbiamo noi adesso, nel XXI secolo.
I cittadini saranno anche mal abituati, ma c'è qualcuno, in sede politica, che, con poca lungimiranza (e grande attenzione al proprio tornaconto) ha ben provveduto a che le cose s'incanalassero su questo binario.
PS Nota a margine sull'incongruenza e l'inettitudine delle classi politiche nostrane. Un pease che negli anni 60/70 si vota al trasporto su gomma, all'inizio degli anni 80 decide di non fare più strade e di non manutenerle più senza prevedere una ristrutturazione dei trasporti. Il risultato è che dai primi posti per collegamenti autostradali siamo scesi agli ultimi e che la rete stradale è in uno stato pietoso, per lo più inadeguata ai mezzi pesanti e privati del nuovo millennio.
alex86 ha scritto:
A Roma è stato fatto esattamente il contrario, "la cura del ferro" dell'era Rutelli. Ma anche a Milano. Le linee S, nel passante, hanno una frequenza minore della metro. E sono tutti treni a due piani ad alta capienza.