Oggi la gazzetta dello sport scrive che le società di serie B sono in crisi ecco l'articolo completo:
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enza tv, senza soldi, senza prospettive. Praticamente in mutande. E' la nuova vita da squattrinati dei club di serie B. Quella che oggi è crisi, la prossima estate potrebbe tramutarsi in fallimento, e non si tratta di piagnistei mirati a impietosire le istituzioni calcistiche (e non). La mancata copertura televisiva del campionato ha aggravato una situazione già compromessa da anni vissuti da cicala. E se anche le poche società virtuose devono correre ai ripari, pensiamo in che condizioni devono essere i presidenti che hanno fatto i gradassi pensando che tanto mamma tv sarebbe venuta in soccorso. Invece da quella tetta non c'è più nulla da succhiare.
CONTI DIFFICILI Dodici società su 22 non hanno ancora versato la fideiussione a copertura degli stipendi dei calciatori per chi ha superato il 65% del valore della produzione globale (la prossima stagione sarà del 60%). «Ma questa è una falsa informazione — spiega Mario Moroni, vicepresidente del Lecce —. C'è tempo fino a fine anno per emettere la fideiussione e spero che tutti lo facciano. Noi abbiamo "splafonato" volutamente per costruire una squadra in grado di lottare per la serie A. Ma la crisi è strutturale, magari fosse soltanto una questione di tv». E', comunque, il segnale che sono ancora molti i club che fanno il passo più lungo della gamba. Prendiamo il Treviso. La scorsa estate è stato una delle società più attive sul mercato. Oggi lotta per salvarsi, soltanto pochi giorni fa è riuscito a pagare gli ultimi mesi di stipendio ai calciatori e, tra un mese, comincerà a cedere i giocatori che pesano di più sui conti, almeno uno per ruolo. Calderoni è dato in partenza per Empoli, Russotto piace a Lazio e Fiorentina. Dovrebbero andarsene anche Baccin o Trotta, uno tra Viali e Pianu, sicuramente Pià, che costa mezzo milione di euro per non giocare. «Non stiamo peggio di altri — si giustifica il d.g. Giovanni Gardini — come dimostra il fatto che la passata stagione sono state ripianate perdite per complessivi 155 milioni di euro».
IN CADUTA La crisi sta inghiottendo anche lo Spezia, che non paga i tesserati da agosto (senza soldi anche gli steward). Entro sabato i soci (Ruggieri per il 70%, Ermelli per il 20 e l'Inter per il 10) dovranno sborsare 380 mila euro per la prima parte della ricapitalizzazione e altri dovranno tirarne fuori entro il 31. I mancati introiti tv stanno rallentando anche il passaggio di proprietà tra Lugaresi e Campedelli a Cesena. «In serie A soltanto due società medio-piccole non guadagnano, in B tutte perdono, anche le più virtuose » spiega Gianfranco Andreoletti, presidente dell'AlbinoLeffe. «Senza i contratti tv i soci di tutti i club saranno costretti a metter mano al portafogli», ammette Sergio Gasparin, d.g. del Messina. Nel frattempo i procuratori sono in allarme. Molti sono convinti che a gennaio le società di B venderanno il più possibile, gli acquisti saranno limitati a prestiti con diritto di riscatto.
Fra poco quando riaprirà in mercato se è tutto vero.