Discussioni su Rai 1

Ma io sono contentissimo che non prenda il via the voice... Vogliono abbassare il target? mettano i cartoni animati e vanno sul sicuro... E la smettano co sti ospiti tolti dal freezer
 
Interessante la fiction italiana sul Titanic :)
Cast molto interessante e sopratutto doppiaggio ottimo per una coproduzione recitata in inglese, altro che 6 passi nel flop di Canale 5!
 
Ferrara: Mazza e la Lei vogliono spostare Radio Londra. Ma il dg smentisce mentre Mazza conferma
marco | 20 aprile 2012
Giuliano Ferrara rivela su Twitter che Mauro Mazza a nome di Lorenza Lei vuole togliere Radio Londra alle 20 e 30 e portarlo alle 13.30. Cinguetta l’elefantino: “Il direttore di Raiuno mi ha proposto a nome della signora Lei di liberare lo spazio delle 8 e mezza e di fare Radio Londra alle 13 e trenta. Gli ho controproposto di fare un commento di due minuti e trenta secondi in coda al Tg1, sennò amici come prima, senza strilli e martirio”. Nel terzo tweet Ferrara confessa: “Ho cinguettato perché detesto i pettegolezzi, a meno che non li metta in giro io”. Splendido. Twitter diventa un microfono che brucia agenzie e tv. Per quanto riguarda la questione Radio Londra, a questo punto è molto probabile che finisca in soffitta. Di sicuro la trattativa è cominciata, ma la rottura è dietro l’angolo. Il dg della Rai ha smentito le affermazioni di Ferrara: «A fronte di notizie di agenzie di stampa, la Direzione Generale della Rai precisa che non ha avanzato alcuna proposta di spostamento di orario della trasmissione Qui Radio Londra di Giuliano Ferrara, in onda su Rai1».
Mauro Mazza invece parla di accordo con i vertici di viale Mazzini. Il direttore di Raiuno prima aveva dichiarato alle agenzie: «Ho incontrato Giuliano Ferrara. D’intesa con altri ed alti dirigenti della Rai, e dopo un attento bilancio del programma Qui Radio Londra nell’attuale stagione televisiva, ho prospettato al direttore del Foglio una diversa collocazione sul palinsesto di Rai1 a partire dal prossimo settembre». In seguito Mazza ha perfezionato la dichiarazione: “Come rivelato dallo stesso Ferrara, egli ipotizza una ulteriore soluzione la cui valutazione coinvolge altre strutture aziendali e non rientra tra le mie competenze e responsabilità». Un bel giallo anche se non è chiaro chi voglia spostare Ferrara. Che sia l’inizio di una guerra di nervi?

da http://www.marcocastoro.it/2012/04/20/mazza-e-la-lei-vogliono-spostare-radio-londra/
 
SPOSTE-RAI L’ELEFANTE? UNA PAROLA! - BASTA POCO PER FAR PRECIPITARE LA RAI NEL CAOS - APPENA MAZZA, CHE OPUS LEI SOGNA DI CACCIARE DA RAIUNO, TIRA LO SCHERZO DI COMUNICARE A FERRARA L’INTENZIONE DI SPOSTARE “QUI RADIO LONDRA” AL POMERIGGIO, L’ELEFANTINO POSTA IL “TRASLOCO” SU TWITTER ED È SUBITO SMENTITA DELLA LEI CHE TEME IL NO PDL PER UN IMPROBABILE RINNOVO DEL MANDATO …

Non è facile spostare Giuliano Ferrara. Disorientata per il tramonto di Silvio Berlusconi, quando in ottobre la Rai pensava di trapiantare Qui Radio Londra (ore 20:30, Rai1) in coda al Tg1 di pranzo, cioè fra i tronisti di Maria De Filippi su Canale 5 e i cartoni animati su Italia 1, l'Elefantino poteva negare l'affronto, e pure con tanto sdegno.

Con il Cavaliere in letargo, e l'azienda nervosa per i rinnovi di vertici e poltrone, Ferrara racconta di aver ricevuto in redazione Mauro Mazza (direttore di Rai1). Missionario di viale Mazzini per un conto in sospeso: "Viene da me al Foglio con atteggiamento gentile. Mi dice che il dg Lorenza Lei (che poi smentirà, ndr) vuole mettere il mio programma di pomeriggio. Non mi piace l'idea, ma comprendo la decisione: gli ascolti non vanno bene, se prima oscillavo intorno al 18 per cento di share, adesso siamo al 16. Mi spiegano che sia un danno per il varietà e la raccolta pubblicitaria. Mi adeguo, e faccio una controproposta".

Una piccola variazione, dieci minuti prima. Non di più: "Potrei inserire il commento di Qui Radio Londra all'interno del Tg1, un attimo prima che parta la sigla. Così non creo problemi". E chi l'andrà a spiegare ai giornalisti del Tg1? "Se non accettano, pazienza. Non mi interessa comunicare la mia opinione a un pubblico diverso dal solito. E dunque addio, troviamo una soluzione per risolvere il contratto". Che scade l'anno prossimo e prevede un compenso di circa 3 mila euro a puntata.

Il direttore del Foglio prepara le valigie per il fine settimana. Non è preoccupato, anzi: quasi euforico. Gioca la partita con tattica raffinata, anticipa l'azienda con un cinguettio su Twitter, appena Mazza chiude il portone dietro di sé. Tanto in viale Mazzini a prendersi a botte sono bravi da soli. Lorenza Lei non parla mai, stavolta si concede tre righe per precisare che "l'azienda non vuole cambiare l'orario di Qui Radio Londra". Perfetto.

Un protagonista (Ferrara) dice di sì, un coprotagonista (Lorenza Lei) dice di no. Frenesia in sala, tensione in Rai. Cercano Mauro Mazza, ecco Mazza, spariglia Mazza: "Ho incontrato Ferrara. D'intesa con altri e alti dirigenti Rai e dopo un attento bilancio di Qui Radio Londra".

Non male, un colpettino appuntito per Lorenza Lei. Semplice: il direttore generale non poteva non sapere. Oppure: voleva fingere di non sapere. Chissà. Buone vacanze, a Ferrara, che avrà decine e decine di Qui Radio Londra prima che l'azienda si metta in pace con se stessa. Forse ha ragione John Hooper che scrive sul quotidiano inglese The Guardian: "Il programma di Ferrara dimostra che l'arrivo di Monti non ha scalfito il potere di Berlusconi sull'informazione", questo per citare il passaggio più morbido di un articolo pubblicato anche su Internazionale.

È sempre troppo tardi per la chiusura di Qui Radio Londra, sostiene Hooper. Una trasmissione del genere non andrebbe mai aperta: "Quando l'ultimo governo Berlusconi è entrato in crisi, Ferrara è stato chiamato a dare i suoi consigli. È difficile immaginare un altro paese europeo, eccetto forse la Bielorussia, in un cui un giornalista così sfacciatamente di parte possa avere la possibilità di ‘chiarire' il senso delle notizie".

Fosse soltanto il privilegio di "chiarire le notizie", mentre il Tg1 che precede Ferrara nemmeno le sfiora o le camuffa. Quando è tornato in televisione, esattamente un anno fa, giorno più giorno meno, l'Elefantino s'è infilato fra i giornalisti di destra che non facevano buoni servigi a Berlusconi, tranne l'impeccabile Augusto Minzolini. Con il governo Monti, e qui Hooper sarebbe entusiasta, in Rai nessuno arriva e nessuno parte.


da http://www.dagospia.com/rubrica-2/m...per-far-precipitare-la-rai-nel-caos-38163.htm
 
Ferrara: Mazza e la Lei vogliono spostare Radio Londra. Ma il dg smentisce mentre Mazza conferma
E' stupenda la Rai. Come sempre la mano destra non sa cosa fa la sinistra (o viceversa) :D
 
Secondo me la collocazione dell'ora di pranzo è pessima...

Come puoi approfondire la notizia prima ancora di darla?
poi per me il programma andrebbe cancellato
 
Anche "The Guardian" parla di "Qui Radio Londra"

Giuliano Ferrara: Italy's elephant in the TV
Silvio Berlusconi's influence continues untrammelled, as Ferrara's nightly comment show illustrates

John Hooper
guardian.co.uk, Sunday 15 April 2012 21.30 BST
Article history

Giuliano Ferrara is a corpulent journalist who was a minister in Silvio Berlusconi's first government back in the 1990s. He is also the central – indeed, only – figure in Qui Radio Londra (Radio London Calling) on the first television channel of Italy's state-owned broadcasting corporation, RAI. Following immediately after the flagship evening news, his programme could not have a more influential slot.

Yet it consists of Ferrara sitting in front of the camera and lecturing viewers on whatever takes his fancy for between five and seven minutes. Ferrara is a brilliant man: articulate, provocative and well-read. But he is also unambiguously a Berlusconi man. His newspaper, Il Foglio, was founded with the help of money from the media tycoon's now-estranged wife and, when Berlusconi's last government pitched into crisis, Ferrara was summoned to give him advice. It is hard to think of anywhere in Europe, except perhaps Belarus, where a journalist so patently identified with one side would be given a chance to "clarify" the news.

To name his programme after the wartime BBC broadcasts to the anti-Nazi resistance, as if Qui Radio Londra was giving voice to the victims of dictatorship, is grotesque. Until last November, when he fell from power, Silvio Berlusconi had been in office for eight of the previous 10 years. During that timeBerlusconi's reign, RAI, whose board of governors reflects the balance of power in parliament, echoed the government's line on two of its three channels. Three of the remaining four main national channels are owned by Berlusconi.

Ferrara calls himself "the elephant", which is doubly appropriate in this context because Qui Radio Londra points to the elephant in the room of Italian politics: whatever else may have changed in Italy since Berlusconi left office last November, his intimidating media power remains untrammelled. And that is unlikely to change before the next general election, due in spring 2013.

The only significant media initiative by the "technocratic" government that replaced Berlusconi's has been to insist that a new batch of digital terrestrial TV frequencies be put up for auction (the Berlusconi government had decided they should be given away, and it is not hard to imagine to whom). Even that move was brave. Mario Monti's government is kept in power by an alliance of the three biggest groupings in parliament. And the biggest of all is still Berlusconi's Freedom People movement, the PdL. The government had wanted to reform RAI. But the parties that support it reportedly vetoed the idea. Last month the minister responsible sheepishly announced that there would not be enough time for a reform before the end of the legislature.

If the obscene concentration of media clout in Italy is being eroded, it's no thanks to its politicians. Rupert Murdoch's Sky Italia now reaches 5 million Italian households and its 24-hour news channel offers balanced, if anodyne, coverage. Even more important perhaps, there is the internet. Growing numbers of young Italians simply ignore traditional media outlets to get their news and opinion from a growing number of Italian-language current affairs web sites. But the change is slow. Internet penetration in Italy is among the lowest in the EU. By last year, according to Eurostat, almost 40% Italians had never been online, compared with just over 10% in Britain. Surveys have indicated that Italians still get around four-fifths of their news from broadcast media.

The effects of this are impossible to prove. But in 2010 a public body, the ISAE, carried out a survey to find out how Italians' perceptions of the economy corresponded with reality.

The replies showed that, on each of three counts (growth, inflation and unemployment) they thought things were better than they actually were when Berlusconi was in power, and worse than they were when his opponents were in office. In 2007, for example,, when Italy was run by the centre-left, people thought, on average, that the unemployment rate was 14.2%. In fact, it was less than half that figure. Within a year of Berlusconi return to power, the average perceived rate had plunged to 9.5%, even though the real figure barely changed.

da http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2012/apr/15/silvio-berlusconi-media-monopoly-influence
 
Mah, a me non è che piaccia molto il Guardian, che tutto puo essere fuorchè "imparziale"... detto questo, sicuramente in parte ci prende ed il commento su ferrara è impeccabile. Spicca come sempre un tono arrogante e quasi sprezzante verso l'italia da parte di certi giornali, ed il tono crolla nel ridicolo quando parlano delle TV di murdoch come "bilanciate".

anodyne, per chi non conoscesse il termine, in questo caso sta ad indicare che danno notizie in modo da evitare di provocare "rumore" (cioè senza che siano troppo polemiche etc).
 
Leggo che per l'anno prossimo vogliono far riposare I migliori anni e Ballando.

Quanto ci scommettete che Sanremo 2013 sarà della Carlucci?
 
mats90 ha scritto:
Leggo che per l'anno prossimo vogliono far riposare I migliori anni e Ballando.

Quanto ci scommettete che Sanremo 2013 sarà della Carlucci?
Spero di no...
 
Non capisco perchè far "riposare" due trasmissioni di successo... a che pro?
 
babene ha scritto:
Di successo? Ma non ci lamentiamo che trasmettono sempre le stesse cose?
Straquoto, basta con la tecnica dello spremilimone! Mettere in pausa per un anno un format già consolidato (ma comunque non più al massimo dello splendore) puo' solo essere un bene, non ho mai capito il meccanismo delle televisioni di produrre migliaia di serie consecutive di un programma che va bene finchè poi la gente si stufa e lo fa floppare...
 
Mi pare di aver intravisto uno spot che pubblicizzava Mine Vaganti su Rai 1. Vista la tematica mi stupisce la scelta di mandarlo su Rai 1. Spero non facciano però una figuraccia come successo con la censura a " I segreti di Brokeback Mountain".
 
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